Dopo una fase centrale di campionato segnata da prestazioni sottotono, tra problemi tecnici, difficoltà di adattamento e una monoposto che invece di crescere sembrava aver compiuto un passo indietro, a Baku è finalmente arrivato un segnale positivo per Andrea Kimi Antonelli. Un quarto posto incoraggiante perché giunto in un fine settimana pulito, senza sbavature, esattamente ciò di cui l’italiano aveva bisogno.
Ne avevamo parlato già dopo Monza di come, dal punto di vista delle performance, in realtà sia in Italia che in Olanda Antonelli fosse stato competitivo, ma senza riuscire a massimizzare il suo potenziale, sia per gli errori nelle prove libere che quelli commesi in gara, che non gli hanno permesso di portare a casa risultati che potessero dare fiducia.
Per questo, più che ritrovare la performance in sé, era fondamentale innanzitutto completare un fine settimana senza sbavature. A Baku Antonelli ci è riuscito, proprio nel weekend in cui, al contrario, diversi nomi di peso della Formula 1 sono incappati in errori. Certo, è mancato quel pizzico in più per agguantare il podio, ma vi erano altri obiettivi prioritari dopo un periodo così complesso.
Andrea Kimi Antonelli, Mercedes
Foto di: Jayce Illman / Getty Images
“Baku è stato davvero quello di cui avevo bisogno in termini di risultato, perché ha un po’ cambiato lo slancio e anche la tendenza. Ovviamente fino a lì avevo avuto un andamento negativo e avevo davvero bisogno di un buon risultato. Ho riguardato all’intero weekend e penso che sia stato molto positivo, e credo anche che in termini di approccio e preparazione sia un buon punto di riferimento”, ha raccontato Antonelli alla vigilia del GP di Singapore.
Per l’italiano sarà un debutto assoluto a Singapore, uno degli appuntamenti più intensi e impegnativi della stagione, soprattutto sul piano fisico. Proprio per questo assume un valore decisivo il lavoro di preparazione svolto a casa, tanto sul fronte atletico quanto su quello tecnico.
Prima del rientro dalla pausa estiva, alcuni problemi al simulatore hanno ridotto le opportunità di lavoro in realtà virtuale per l’italiano. Proprio nei giorni in cui avrebbe dovuto testare i setup in vista dei Gran Premi d’Olanda e d’Italia, il sistema ha accusato guasti tecnici che non gli hanno consentito di girare con regolarità.
Andrea Kimi Antonelli, Mercedes
Foto di: Mark Sutton / Formula 1 via Getty Images
Per Baku e Singapore Antonelli ha potuto prepararsi a pieno regime, con l’obiettivo di proseguire sulla stessa linea: un weekend positivo, senza errori. Su piste come queste, infatti, ogni sbavatura si paga il doppio rispetto ad altri circuiti. “Sicuramente ho cercato di fare la miglior preparazione possibile. Da quel punto di vista credo che non avremmo potuto fare molto di più. Ho fatto tanti giri al simulatore”.
“Ora però guidare in pista sarà tutta un’altra storia. Ovviamente è un tracciato nuovo, una nuova sfida, ma è sempre emozionante. La cosa importante sarà costruire passo dopo passo e, un po’ come a Baku, avere sessioni pulite in FP1, FP2 e FP3 per arrivare a qualifiche con la giusta fiducia”. Un tema centrale, anche perché Antonelli ritiene che il lavoro di preparazione svolto prima di Baku sia stato fondamentale per trovare una direzione che ha poi funzioanto per tutto il weekend azero.
Antonelli sta affrontando un naturale percorso di crescita da debuttante, adattandosi progressivamente alle monoposto della massima serie. Ritiene però di non riuscire ancora a estrarre tutto il potenziale, anche perché queste vetture a effetto suolo, estremamente sensibili,soprattutto alle variazioni del vento, non si sposano perfettamente con il suo stile di guida più aggressivo.
Andrea Kimi Antonelli, Mercedes
Foto di: Clive Rose / Formula 1 via Getty Images
“Sento ancora di non riuscire a guidare la macchina come vorrei. Il mio stile di guida è piuttosto aggressivo e credo che lo abbiate visto in alcune occasioni, anche a Monza in FP2, quando tendo a buttare la macchina dentro la curva. Questo succede quando ho fiducia. Ma sembra che con questa generazione di vetture non si possa davvero fare, perché è molto sensibile”.
Non è un mistero che queste monoposto, come sottolineato da diversi piloti in questo ciclo tecnico, siano estremamente sensibili alle modifiche e agli elementi esterni, soprattutto per il modo in cui viene generato il carico aerodinamico. Per questo alcuni si sono adattati con più difficoltà di altri, e Antonelli sta cercando di modificare alcuni aspetti del proprio stile per estrarre il massimo possibile dalla W16 in questo finale di stagione.
Già a metà stagione, in occasione delle difficoltà legate alla nuova sospensione poi bocciata, aveva spiegato come il suo stile più aggressivo, soprattutto in ingresso curva, dove cerca di portare molta velocità in entrata e percorrenza, si sposasse male con quelle novità tecniche. Una dinamica che, allargando lo sguardo, riguarda anche altri piloti che fanno largo uso della frenata combinata.
Andrea Kimi Antonelli, Mercedes
Foto di: Glenn Dunbar / LAT Images via Getty Images
Tornando indietro di qualche settimana, avevamo sottolineato come la mancanza di fiducia con quella sospensione fosse uno degli elementi che non consentiva ad Antonelli di portare velocità in curva, soprattutto nei tratti più rapidi. Paradossalmente, però, anche l’eccesso opposto può diventare un limite: lo hanno ribadito diversi piloti, perché una volta che queste vetture sfuggono di mano, recuperarle è quasi impossibile.
“Devi davvero stare attento, la macchina è estremamente delicata. E poi il limite è altissimo: ma una volta che lo superi, non c’è scampo, ti sfugge via. La macchina diventa super imprevedibile, davvero difficile da controllare. Quindi con queste vetture sto ancora cercando di cambiare un po’ il mio modo di guidare”.
“Quando ho fiducia, tendo di nuovo a buttare la macchina dentro le curve. E lì il problema si ripresenta. Quello su cui sto lavorando è adattare un po’ il mio stile, senza cambiarlo del tutto, perché in certe curve la macchina lo regge, in altre no. Si tratta di capire dove posso chiedere di più e dove invece devo adattarmi. Non è ancora del tutto naturale, ma finora sto facendo i passi giusti”.
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