Ci sono grandi campioni che hanno lasciato il paddock finendo nel dimenticatoio nel giro di poche ore. La Formula 1 viaggia a ritmi elevati, ogni perdita viene elaborata rapidamente dalla tendenza a guardare sempre avanti, e per questo motivo stupisce vedere quanto Christian Horner sia sempre molto presente nei discorsi degli addetti ai lavori. Che siano curiosità, indiscrezioni o previsioni, la figura dell’ex team principal della Red Bull emerge con frequenza, come se ci fosse una consapevolezza generale che il suo ritorno in Formula 1 sia solo una questione di tempo.

Prima ancora di ipotizzare quale potrebbe essere la nuova divisa indossata da Horner, la domanda è quella relativa al suo ruolo. In quale posizione intende rientrare? In linea con quanto fatto in Red Bull (ovvero, team principal), CEO e, soprattutto, il suo ritorno lo vedrà anche nel ruolo di azionista? Trovare la risposta a questa domanda vuol dire restringere le possibilità offerte dal mercato. Un ruolo da team principal è decisamente più semplice da ottenere rispetto a quello di azionista, e non solo per la portata dell’operazione finanziaria. Eppure, era questo uno degli ultimi messaggi lanciati da Horner prima di ricevere il benservito dalla Red Bull, non essere più solo un dipendente.

Negli ultimi giorni ha fatto notizia quanto ha percepito Horner dalla Red Bull per chiudere il contratto che lo legava alla squadra fino al 2030, ma sottotraccia è emersa anche una voce secondo la quale avrebbe avuto dei colloqui con Aston Martin. Come facilmente prevedibile, quella relativa ad un presunto interessamento a Horner è stata tra le prime domande poste oggi a Singapore al team principal Andy Cowell, il quale (un po’ imbarazzato) non ha smentito categoricamente i rumors del paddock.

Andy Cowell, Aston Martin Racing

Andy Cowell, Aston Martin Racing

Foto di: Zak Mauger / LAT Images via Getty Images

“Per quanto ne so, Christian si sta prendendo una pausa. Ma credo che ami questo sport, i suoi successi parlano da soli. Siamo un team forte ma ancora giovane, ci siamo rafforzati negli ultimi mesi con l’arrivo di persone di grande profilo come Adrian Newey ed Enrico Cardile, abbiamo a disposizione una struttura aggiornata con i migliori strumenti, ed il nostro piano è continuare a crescere. Ma in merito a Christian, credo che per prima cosa debba capire cosa vuole fare in futuro”.

Sotto molti aspetti la figura di Horner si sposa bene con il profilo che Lawrence Stroll sta dando alla sua squadra. Gli obiettivi sono i massimi in assoluto, gli investimenti fatti non lasciano alcun dubbio in merito. Ma al momento è difficile collocare Horner nel già numeroso organigramma dirigenziale della squadra, sia per il ruolo (difficilmente Horner potrebbe valutare una posizione inferiore a quella di team principal) che per i costi legati al suo eventuale ingresso nella squadra.

Dal budget cap sono esclusi gli stipendi dei tre dirigenti più pagati, una rosa in cui rientrano Newey, Cowell e probabilmente il direttore tecnico Enrico Cardile. Un eventuale ingresso di Horner comporterebbe l’ingresso di uno dei tre stipendi citati all’interno della spesa prevista dal budget cap, e non si tratta di cifre indifferenti alla gestione complessiva della squadra.

C’è poi il dubbio legato al rapporto con Newey, visto che l’uscita di ‘genius’ da Red Bull è avvenuta anche in conseguenza al caos innescato all’interno della squadra da sexgate che ha coinvolto Horner. Ma la scorsa estate i due (con relative consorti) sono stati visti insieme ad un concerto londinese degli Oasis, una presenza che conferma come i rapporti siano probabilmente molto meno tesi di quanto ipotizzato.

Ayao Komatsu, Haas F1 Team

Ayao Komatsu, Haas F1 Team

Foto di: Simon Galloway / LAT Images via Getty Images

La vicenda, almeno nelle prossime settimane, è destinata a tenere ancora banco, ed a tenere alta l’attenzione su Horner ha contribuito oggi anche Ayao Komatsu. Il team principal della Haas ha rivelato colloqui esplorativi chiesti dallo stesso Horner per valutare un suo potenziale ruolo nella squadra. “Confermo che ci ha contattati – ha ammesso Komatsu – c’è stato un colloquio ma non si è andati oltre, direi che tutto è finito molto rapidamente”.

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