È l’iniziativa «Luci sulla Palestina: 100 ospedali per Gaza», in programma dalle 21 e promossa da un coordinamento di medici, infermieri e cittadini: in Bergamasca i presidi ci sono stati di fronte agli ingressi principali del «Papa Giovanni» (lato fermata bus e treno), dell’ospedale di Treviglio e del «Bolognini» di Seriate: sono stati letti i nomi dei colleghi che hanno perso la vita in Palestina.


All’ospedale  di Treviglio

All’ospedale di Treviglio

(Foto di
Luca Cesni)

Si tratta, dicono i promotori, di «una mobilitazione dal basso, dimostrazione di come nel mondo della sanità e nel Paese l’indignazione contro il genocidio palestinese sia forte». Sono stati così letti in ogni ospedale 109 nomi dei più di mille sanitari uccisi dal 7 ottobre, un numero assegnato a ogni regione e per ogni nome è stata accesa una candela.

Bandiere e musica

A fare da contorno al presidio, bandiere della pace, bandiere palestinesi e striscioni come quello che all’ospedale di Bergamo ha ribadito che «colpire i sanitari è un crimine di guerra». Centinaia i manifestanti, tutti con candele accese, che ascoltano musica pro Palestina e speaker che leggono i dati dell’Organizzazione sanitari per Gaza e Bds Italia (boicottaggio, disinvestimento, sanzioni).


A Treviglio

A Treviglio

(Foto di
Luca Cesni)

La testimonianza

Particolarmente toccante la testimonianza di una studentessa libanese, al sesto anno di Medicina in Italia e al quinto di tirocinio al «Papa Giovanni». «Per vedere gli orrori di questo genocidio non serve andare a Gaza – ha raccontato davanti all’ospedale cittadino – anche nel reparto di terapia intensiva pediatrica di questo ospedale se ne possono vedere gli effetti. Ogni evacuato, però, non è fuggito, aspetta solo di rientrare nella propria terra».