Una serata è andata, domani andrà in scena la prova generale con lo sciopero generale, mentre sabato è il giorno segnato in rosso sul calendario. Dopo la manifestazione di mercoledì sera, scattata poco dopo le 20 in seguito alla notizia del blocco della Flotilla, Roma si prepara infatti al grande corteo Pro Palestina previsto per il 4 ottobre.
Affluenza oltre le attese
Per la manifestazione è stato presentato un preavviso per 20mila partecipanti, ma le previsioni parlano di una presenza ancora più massiccia. Lo dimostra quanto accaduto ieri, quando un fiume di persone ha invaso le strade: dalla stazione Termini, dove i movimenti hanno annunciato il blocco di piazza dei Cinquecento, passando per Palazzo Chigi fino a piazza San Silvestro.
Questa mobilitazione ne ha annunciata un’altra: lo sciopero generale di venerdì 3 ottobre. E se ieri sera la macchina della sicurezza ha retto bene, regolamentando le chiusure e dirigendo il corteo pacifico, per l’evento pro Gaza di sabato è prevista la massima allerta. In quella giornata verrà infatti attivato un dispositivo di sicurezza “imponente”, come ha sottolineato il questore di Roma, Roberto Massucci.
Massima allerta sicurezza
I reparti di Roma saranno affiancati da rinforzi provenienti da altre città. Non è un caso, infatti, che sia stata disposta una stretta su permessi e congedi per gli agenti. Una circolare del Viminale ha invitato i questori delle principali città italiane a una “valutazione particolarmente attenta e oculata della concessione di permessi, congedi e qualsiasi altra forma di assenza legittima al personale di polizia fino al 6 ottobre”.
Il ministro Matteo Piantedosi, in vista di queste giornate delicate, ha incontrato i prefetti e i questori di Roma, Milano, Torino, Firenze e Bologna. A loro ha chiesto il massimo sforzo investigativo per prevenire disordini e di rafforzare il dialogo con gli organizzatori, come già avvenuto ieri sera a Roma.
La polizia su via del Tritone a protezione di palazzo ChigiPiano e percorso del corteo
Questura e prefettura della Capitale si stanno muovendo su due direttrici fondamentali, quelle del “massimo rigore” e del garantire alle forze dell’ordine le “migliori condizioni operative”. Linee che fanno presagire uno stato di allerta, appunto, forse per il rischio di possibili infiltrati. Il piano sicurezza del corteo sarà definito venerdì durante il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza.
Tra i punti principali anche il presidio dei luoghi considerati più sensibili, a partire da quelli ebraici o collegati a Israele, come consolati e ambasciate. Inoltre, come di consueto in questi casi, l’attenzione sarà rivolta ai principali accessi alla città: caselli autostradali, stazioni ferroviarie e fermate delle linee metropolitane. In caso di scontri con i manifestanti, non è escluso l’utilizzo di mezzi del reparto mobile dotati di idranti.
Il corteo di sabato 4 ottobre, che vedrà la partecipazione di diverse sigle pro-palestinesi, sindacati e collettivi studenteschi, partirà da Porta San Paolo intorno alle 14.30, con arrivo previsto a San Giovanni. Il percorso attraverserà viale della Piramide Cestia, piazza Albania, viale Aventino, piazza di Porta Capena, via di San Gregorio, via Celio Vibenna, piazza del Colosseo, via Labicana e via Merulana, prima di giungere a San Giovanni.
Una immagine della manifestazione di ieriLo scenario mutevole
Tuttavia, viste le continue evoluzioni sul fronte palestinese, la situazione potrebbe richiamare manifestanti nelle prossime ore, anche prima di sabato. Già oggi, infatti, potrebbero tenersi altre iniziative di protesta contro l’assedio militare di Israele. L’indicazione è di ritrovarsi al Colosseo o alla Piramide. Venerdì, invece, come già annunciato, si terrà uno sciopero generale con presidio previsto a piazza dei Cinquecento, di fronte alla stazione Termini.