AVIANO (PORDENONE) – Alcuni servizi a rischio, militari al lavoro senza paga e civili statunitensi a casa. Queste le ripercussioni dello shutdown amministrativo (in cui il governo americano è entrato allo scattare della mezzanotte del primo ottobre) all’interno della base Usaf di Aviano.

LE CONSEGUENZE

APPROFONDIMENTI


«Un esiguo numero di servizi in base è sospeso in attesa di fondi governativi – fa sapere il 31st Fighter Wing Public Affairs Specialist -; gran parte dei servizi in base resteranno operativi e alcuni potrebbero subire lievi variazioni di orario». Quanto ai soldati, un aggiornamento sulla situazione è stato pubblicato sulla pagina Facebook Aviano Air Base. «Le più recenti assegnazioni di bilancio per il Dipartimento della Guerra – è la traduzione del post apparso ieri – sono scadute alle 23.59 (ora della costa est Usa) del 30 settembre 2025. Il personale militare continuerà a svolgere regolarmente il proprio servizio, ma senza stipendio, fino a quando il Congresso non approverà e il Presidente non firmerà una risoluzione provvisoria o una nuova legge di bilancio. Il personale civile non coinvolto in attività eccezionali sarà posto in congedo forzato, senza lavoro e senza retribuzione». Nella base Usaf sono attivi circa 5mila militari americani, più altri 4mila tra civili e familiari. Il Public Affair Specialist spiega che «i militari americani non sono soggetti al furlough (sospensione temporanea e non retribuita) e le retribuzioni dei militari dipendono da diverse variabili, inclusa la durata dello shutdown».

«Le trasferite ritenute essenziali per la missione – viene anche comunicato – continueranno. Le operazioni essenziali per la protezione e pubblica sicurezza continueranno in collaborazione con l’Aeronautica Italiana e le autorità aeroportuali. Il 31st Fighter Wing è impegnato a prendersi cura e fornire il supporto e le risorse necessarie al suo personale, sia civile che militare, e alle loro famiglie, e rimane impegnato a garantire la sua missione». Diversa la situazione per chi non indossa la divisa. «Alcuni dipendenti civili americani sono stati messi o stanno per essere messi in furlough – riferisce il Public Affairs Specialist -. Sono esentati dal furlough i lavoratori civili americani che svolgono mansioni inerenti la protezione e pubblica sicurezza. I dipendenti civili italiani non sono interessati dallo shutdown».

I SINDACATI

La forza lavoro locale ad Aviano conta 724 unità ed è colpita in misura minore da quanto avviene oltreoceano. «Le carte di credito sono state temporaneamente bloccate», annuncia Roberto Del Savio, coordinatore sindacale Cisl Fisascat per la Base di Aviano e delegato del coordinamento nazionale delle basi in Italia. Sospesi quindi gli acquisti, tranne quelli inerenti i servizi essenziali. Da un lato, la situazione non sorprende. «Non è la prima volta che si verifica lo shutdown – sottolinea Del Savio -, che ha una durata variabile, ma solitamente si trova una soluzione e si arriva allo sblocco nel giro di 20-30 giorni».

Dall’altro lato, però, le preoccupazioni non mancano. Del Savio ha partecipato recentemente all’incontro a Catania con tutte le forze armate, come Angelo Zaccaria, coordinatore sindacale della Base di Aviano per la Uiltucs e rappresentante dell’airforce di tutta Italia per le basi. «Possiamo aspettarci in qualsiasi momento – sono i timori – comunicazioni da parte del presidente che potrebbero portare a nuovi tagli». Intanto per ora non sono previsti esuberi, ed è stato comunicato l’aumento di stipendio dell’1,7% per i dipendenti civili italiani. Il salario è salito «dell’8,5% – fa sapere Del Savio – in tre anni». Tre posizioni sono state cancellate: «Non verranno sostituiti – spiega Zaccaria – un dipendente deceduto e due in quiescenza».