KIGALI (Rwanda) – Le azzurrine si sono fatte spazio a spallate tra la vittoria di Finn e la partenza delle elite. Chantal Pegolo ha vinto l’argento, Giada Silo è arrivata quinta. Quando si sono ritrovate in due nel gruppetto di cinque, la fatica ha presentato il conto e l’azione dell’una per l’altra non è stata incisiva come si poteva sperare. Così quando la spagnola Ostiz, che ricorda la prima Bronzini, ha lanciato il suo sprint da una velocità non troppo alta, il cambio di ritmo è stato micidiale. Pegolo ha attinto alle sue doti da pistard e ha accelerato da seduta, mentre l’altra ha attaccato in piedi e con un rapporto più duro.
Si va alla partenza: Elena De Laurentiis affida il badge a Saul Barzaghi, fisio della nazionale
Si va alla partenza: Elena De Laurentiis affida il badge a Saul Barzaghi, fisio della nazionale
Senza riferimenti al mondo
Sarebbe stata una corsa senza grandi certezze. Le nostre non hanno grande esperienza internazionale, al punto che per correre al Tour du Gevaudan Occitanie di Nations Cup, Giada Silo si è infilata in una mista con l’olandese Flying Freelancers. Lo stesso cittì Velo prima della partenza non sapeva come collocarle nel panorama del mondiale. Ma le corse non seguono sempre copioni prevedibili. E anche se alla fine ha vinto la più forte di tutta la stagione, l’andamento tattico della prova in linea delle donne junior ha permesso alle ragazze di arrivare all’attacco del muro finale di Kimihurura con un gruppo ancora numeroso.
«Marco Velo ci aveva detto che dovevamo aiutarci – spiega Pegolo – perché l’Italia è una squadra, anzi è una famiglia. Con Giada (Silo, ndr) ci siamo parlate. Mi ha detto che poteva provare a fare la differenza nel pavé, quando si scollinava. Ma c’è stato controllo e così intorno agli ultimi 500 metri, dato che ho più sprint di lei, si è messa davanti a tirare e per questo la voglio ringraziare. Solo che la Ostiz ne aveva molta di più. Quando è partita negli ultimi metri di salita, ho visto indietreggiare la svizzera. Ho guardato in basso, perché non riuscivo più a spingere. Mi sono seduta, avevo l’acido lattico nelle gambe. Però mi sono costretta a ripartire, dovevo arrivare perché mancavano 10 secondi di sforzo. Ho tenuto duro, poi ho alzato lo sguardo e ho visto l’arrivo a due metri».
Paula Ostiz ha fatto valere il suo notevole cambio di ritmo, piegando la resistenza di Chantal Pegolo
Pegolo all’arrivo: la mano sul volto per il secondo posto, che alle spalle di tanta avversaria vale quasi quanto una vittoria
Paula Ostiz ha fatto valere il suo notevole cambio di ritmo, piegando la resistenza di Chantal Pegolo
Pegolo all’arrivo: la mano sul volto per il secondo posto, che alle spalle di tanta avversaria vale quasi quanto una vittoria
Implacabile Ostiz
Paula Ostiz è del 2007 e da quest’anno e per i prossimi tre correrà con il Team Movistar. Nel 2025 ha vinto otto corse, fra cui il Giro delle Fiandre. Nella crono pochi giorni fa è arrivata seconda dietro Megan Arens. Su questi arrivi non perdona e lo sapevano bene le altre ragazze, che forse nel finale hanno rinunciato a fare qualsiasi forma di forcing, per non servirle la volata più facile. La sua vittoria ha una storia profonda e risale al secondo posto del 2024 a Zurigo, quando Cat Ferguson riuscì a batterla nella volata a tre.
«E’ un sogno che si avvera – ha detto la spagnola – non riesco a trovare le parole. La mia famiglia mi sta guardando, anche la mia squadra e il mio Paese e devo ringraziarli tutti. Dopo aver visto tutte le altre gare, sapevo che dovevo risparmiarmi fino alla fine. Ho avuto un po’ di crampi, ma alla fine è andata bene e non riesco ancora a crederci».
Alle sue spalle e a quelle di Chantal Pegolo, si è piazzata la svizzera Anja Grossman, che dopo l’arrivo è scoppiata in lacrime, dedicando la sua medaglia a Muriel Furrer, la ragazza scomparsa lo scorso anno durante la gara delle donne junior. Il momento è stato davvero toccante, anche grazie alle sue parole uscite a fatica.
Giada Silo è caduta, ha speso tanto per rientrare e si è fatta trovare nel finale accanto a Pegolo
Giada Silo è caduta, ha speso tanto per rientrare e si è fatta trovare nel finale accanto a Pegolo
Chantal arriva da Pasiano di Pordenone, tra il Veneto e il Friuli. Racconta di essersi appassionata al ciclismo quando era bambina, per il desiderio di alzare le braccia come Manlio Moro. Ora frequenta il liceo scientifico sportivo online, ha in programma di iscriversi a Scienze Motorie a Ferrara e dal 2027 sarà con la Lidl-Trek, avendo già firmato il contratto. Mentre lei sbriga tutte le formalità, dalle premiazioni all’antidoping passando per la conferenza stampa, al box azzurro Giada Silo ed Elena De Laurentiis si sono cambiate sotto il portellone aperto del furgone. Ha iniziato a piovere e sotto il gazebo bianco c’erano le elite per cambiarsi.
Il lavoro di Giada Silo
Silo ha il fianco sinistro tutto grattato, per la caduta del primo giro che davvero non ci voleva. Il dottor Corsetti le versa acqua sulle ferite e poi l’aiuta a infilare il giubbino, dandole indicazioni su cosa fare una volta arrivata in hotel. Le due azzurre torneranno in bici, accompagnate da Mattio, Gualdi e Borgo, che dopo aver vinto l’oro con Finn, sono venuti alla partenza per fare una sgambata in tuta e scarpe da ginnastica.
Paula Ostiz, classe 2007, nel 2025 ha vinto 8 corse fra cui il Fiandre. Sul podio anche la svizzera Grossman
Paula Ostiz, classe 2007, nel 2025 ha vinto 8 corse fra cui il Fiandre. Sul podio anche la svizzera Grossman
«Mi sono trovata per terra al primo giro – dice Giada Silo – quindi mi sono agitata e sono ripartita subito a tutta, sprecando un po’ di energia per rientrare. Potevo prenderla con più calma, ma è andata così. Alla fine siamo arrivati in volata, che non è molto il pane per i miei denti. Speravo in una corsa più dura. Ai 400 metri, mi sono messa davanti a Chantal e ho tirato per lei, almeno per quanto ne avevo. Questi mondiali sono stati un’esperienza indimenticabile, perché è tutto diverso da casa. Siamo stati qua una settimana, abbiamo potuto adattarci e uscire tutti i giorni in bici. Abbiamo visto nuovi territori, è un’esperienza di vita che mi porto a casa assieme al quinto posto di oggi, che è un buon risultato».
Con Chantal Pegolo è arrivata la terza medaglia azzurra, dopo quella di Venturelli e quella di Finn. Le donne elite sono già in gara, poi domani toccherà ai professionisti. Ieri sera le grandi hanno riempito di consigli le sorelline che avrebbero corso prima di loro e qualcosa di giusto devono avergli detto se sono state capaci di cavarsela così bene contro le più forti del mondo. Il concetto di famiglia su cui i tecnici azzurri insistono da sempre non manca di dare buoni frutti.