Il 3 e 4 ottobre si vota per il rinnovo del Parlamento in Repubblica Ceca. E come in Moldavia, anche in questo caso è in gioco il percorso del Paese verso l’Europa.

Il populista e sovranista ex primo ministro Andrej Babiš è in testa nei sondaggi e potrebbe formare una coalizione euroscettica e filo-russa, prendendo il posto dell’attuale coalizione filo-occidentale e filo-ucraina.

In vista delle elezioni, il presidente Petr Pavel ha tenuto un discorso esortando gli elettori a stare ben attenti a non lasciare il Paese «in balia della Russia», ha sottolineato che il voto è in grado di determinare il futuro del Paese e ha voluto rimarcare che sono in gioco la libertà, la sicurezza e l’economia della Repubblica Ceca. Pavel ha ricordato che il nuovo governo dovrà tenere il Paese protetto dalle ingerenze di Mosca, ricordando sempre che le uniche garanzie di sicurezza sono i Paesi alleati dell’Unione europea e dell’Alleanza atlantica.

Babiš è stato in carica dal 2017 al 2021 ma è tutt’oggi il politico più noto e più divisivo del Paese. Nel 2023 si era candidato alle presidenziali, perdendole al ballottaggio. Stavolta invece ha buone possibilità di tornare al governo e i sondaggi lo danno come favorito. Spesso accostato a Silvio Berlusconi e Donald Trump, negli ultimi anni Babiš ha estremizzato le sue posizioni spostandole sempre più a destra.

Il partito di Babiš, Azione dei cittadini insoddisfatti (Ano), è diventato negli ultimi anni una organizzazione euroscettica e sovranista. Nella scorsa legislatura, faceva parte dei centristi di Renew al Parlamento europeo. Ma nella nuova legislatura è stato tra i fondatori dei Patrioti per l’Europa, il gruppo di estrema destra del primo ministro ungherese Viktor Orbán, con cui Babiš ha ottimi rapporti.

Babiš ha cambiato idea su tutto, sull’Europa e anche sul rapporto con la Russia. Tornando al governo, potrebbe quindi stravolgere la linea della Repubblica Ceca, aggiungendosi così al gruppo di Orbán e dello slovacco Fico nel remare contro l’unità europea.

Secondo i sondaggi, raggiungerà il 30 per cento dei voti vincendo di gran lunga contro la coalizione filo occidentale che lo ha sconfitto quattro anni fa. È improbabile però che otterrà la maggioranza assoluta e probabilmente dovrà stringere alleanze con partiti più piccoli.

Già da settimane gli analisti hanno lanciato l’allarme: la Repubblica Ceca è inondata da propaganda e disinformazione filorusse. Negli scorsi giorni, il  gruppo di ricerca ceco Center For Research Into Online Risks ha scoperto circa 300 account TikTok anonimi che diffondevano informazioni filo-russe in sostegno dei partiti radicali nelle ultime settimane della campagna elettorale.