Quando si parla di tumore al seno tra le giovani donne, ossia sotto i 50 anni, tra percezione e realtà epidemiologica ?sembra esserci una grande differenza. Lo dice chiaramente il GISMA, il Gruppo italiano screening mammografico, che ha fatto una disamina dei dati ad oggi disponibili nei Registri tumori.

La newsletter di Oncodonna

29 Novembre 2024

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L’origine dell’allarme

Il timore nasce da uno studio pubblicato su BMJ Oncology, che segnalava a livello globale un incremento del 79% dei casi di cancro giovanile e del 27% della mortalità negli ultimi trent’anni. Dati che, però, rappresentano una media mondiale e non riflettono l’andamento europeo né quello italiano, dove l’incidenza resta stabile e la mortalità è in diminuzione, riporta il Gisma.

Una situazione diversa anche da quella Oltreoceano, dove da tempo vengono riportate notizie sull’aumento dell’incidenza in questa fascia di età. L’ultima è ripresa in un articolo del Washington Post: secondo l’analisi dei dati SEER e CDC, il tasso di incidenza del tumore al seno nella fascia 15-49 è passato da circa 24 casi ogni 100.000 persone (1999-2002) a circa 30 casi ogni 100.000 (2018-2022). In generale, i tumori (tutti) negli under 50 sarebbero aumentati del 10% negli ultimi 25 anni, e gli scienziati stanno indagando il ruolo del cosiddetto esposoma, ossia tutto ciò con cui veniamo in contatto, anche prima della nascita, nonché lo stile di vita.

I dati italiani

Ma torniamo all’Italia. Secondo gli studi di AIRTUM (Associazione italiana registri tumori), tra il 2008 e il 2017 si è registrato un lieve aumento medio annuo del tumore al seno dello 0,5% tra le donne di 20-49 anni, concentrato soprattutto al Sud e nelle Isole e limitato alla fascia 40-49 anni.

Più nel dettaglio, lo studio Airtum pubblicato nel 2024 su Tumori Journal mostra che, tra le donne di 20-49 anni, i tassi di incidenza per tumore al seno sono aumentati costantemente dal 2008 (82,4) al 2014 (86,2) ma sono rimasti invariati in seguito (86,5 nel 2017), con un aumento complessivo del 5%. Per avere un confronto con altri tumori in forte aumento, l’incidenza del melanoma è cresciuta del 40% nello stesso periodo nella stessa fascia di età.

Se si vanno poi ad analizzare i dati sulla base di due fasce di età – 20-39 anni e 40-49 anni – si vede che nella prima il tasso è rimasto stabile a circa 30 diagnosi ogni 100.000 donne, mentre nella seconda si è registrato un leggero aumento, da 179 ogni 100.000 donne nel 2008 a 188 ogni 100.000 nel 2017).

Un altro studio, relativo al periodo 2013-2017, ha evidenziato un incremento dello 0,8% annuo sotto i 50 anni, ma ancora una volta confinato soprattutto al Centro-Sud (+1,7%). Dati di lungo periodo raccolti in Veneto (1987-2019) e in provincia di Reggio Emilia (1996-2021) confermano invece la stabilità dell’incidenza, con una fase iniziale di crescita interrotta già nei primi anni Duemila. Anche altri registri italiani non riportano aumenti esponenziali.

Tumore al seno, un motivo in più per non “saltare” la prima mammografia

di Tiziana Moriconi

26 Settembre 2025

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Perché i casi possono sembrare in forte aumento

Gli epidemiologi spiegano che un lieve incremento delle diagnosi non equivale a un aumento reale del rischio o dell’aggressività della malattia. Più spesso si tratta di un effetto legato a una maggiore diffusione delle indagini diagnostiche e degli screening. In Italia, lo screening mammografico organizzato nella fascia 45-49 anni è attivo solo in alcune regioni, ma in altre aree molte donne vi accedono spontaneamente, anticipando le diagnosi e migliorando la prognosi.

Indicatori come la mortalità (in calo), la sopravvivenza (in aumento) e lo stadio alla diagnosi (sempre più precoce) confermano che i progressi della medicina e della prevenzione stanno riducendo l’impatto della malattia.

Tumori in aumento nelle donne under 50. Ma soprattutto negli Usa

di Tiziana Moriconi

24 Gennaio 2025

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Nessun allarme, ma investire sulla prevenzione

“Non ci sono evidenze di un’epidemia di carcinoma mammario nelle giovani donne italiane”, sottolinea il GISMA. I dati mostrano stabilità, con significativi progressi in prevenzione e cure. La sfida è sempre la stessa: rafforzare la cultura della prevenzione e sostenere i programmi di screening, ma evitando allarmismi.