MODENA – Violentata dopo essere stata aggredita sulla ciclabile immersa nel verde. L’episodio risale ad agosto in località San Damaso, nel Modenese, e ora un 20enne è finito in carcere con accuse pesanti: violenza sessuale pluriaggravata, rapina aggravata e lesioni aggravate.

La vittima si trovava in sella alla sua bicicletta sul percorso Vivi Natura presso le Casse di espansione del fiume Panaro, quando è stata spintonata e aggredita dal giovane che, dopo averla trascinata in punto isolato e non visibile, e averle legato con una corda prima le mani e successivamente il collo, l’ha costretta a subire una violenza sessuale. Il ventenne è poi scappato con la bici della donna, del valore di circa 4.500 euro, gettando poco più avanti, gli effetti personali della vittima tra cui il telefono cellulare.

L’identikit del violentatore

La vittima è riuscita a fornire una descrizione precisa dell’aggressore, consentendo agli investigatori di tracciare un identikit. Lo studio dei dati delle celle telefoniche ha permesso di arrivare a un nome. Nella perquisizione a casa del ventenne – italiano di origine marocchina –è stata ritrovata la forcella della bicicletta della vittima e gli indumenti utilizzati durante l’aggressione sessuale. In un canale di Castelfranco Emilia, su indicazione del giovane, è stato trovato il telaio della bici. Sugli oggetti della donna recuperati quel giorno sono state trovate poi le impronte del ventenne. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta della Procura ed emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del ventenne.