Ogni anno, da quasi vent’anni, quando arriva il momento di scrivere la recensione di un nuovo iPhone – e oggi tocca a iPhone 17 Pro – i comunicati stampa di Apple finiscono presto nel dimenticatoio.
Li leggiamo, li riportiamo per dovere di cronaca, e poi giunto il momento di provare i telefoni Apple, li accantoniamo. Chi ci legge non cerca infatti specifiche ma opinioni, basate su esperienza diretta di quei dettagli tecnici; andare oltre la superficie del marketing serve a capire la sostanza di un prodotto e quanto è davvero adatto al bisogno di ciascuni.
Per questo dedichiamo tanto tempo ai test sul campo: proviamo, riproviamo, analizziamo le situazioni reali. Il nostro metodo spesso ha ridimensionato il valore di alcuni elementi, altre volte ha fatto emergere dettagli nascosti, aspetti che lasciati in ombra non ma che nell’uso quotidiano fanno la differenza.
Quest’anno, però, dobbiamo ammetterlo: il marketing Apple aveva ragione. Estetica, autonomia, prestazioni e fotocamere, al centro dei comunicati, sono davvero gli elementi centrali di iPhone 17 Pro, e sono proprio quelli che segnano un salto rispetto alle generazioni precedenti, persino rispetto al diretto predecessore, cosa che non ricordiamo accadere da anni.
In questo modello Apple ha toccato le cose che contano davvero, quel che realmente conta in uno smartphone e mantenere le promesse, come vedremo, ha fatto Apple, significa fare uno smartphone diverso e dare modo di riflettere seriamente sulla opportunità di un aggiornamento.
iPhone 17 Pro, materiali e design
Che iPhone 17 Pro sia diverso lo si vede subito dal design. L’iPhone 17 Pro, come il Pro Max, che altro non è che una versione di iPhone 17 Pro con schermo da 6,9” e batteria maggiorata, introduce il più grande cambiamento estetico degli ultimi anni per la linea Pro. Un cambiamento che discende da questioni prettamente stilistiche ma che è legato a materiali e alcune funzioni.
La linea Pro del 2025 in primo luogo abbandona il titanio, materiale “esotico” ma complicato da sfruttare e anche costoso a favore di un telaio unibody in alluminio.
Il metallo impiegato oggi dagli iPhone è in grado di disperdere il calore quasi venti volte meglio rispetto allo scorso anno, un grande vantaggio che può essere sfruttato per forme più audaci oppure, come nel caso di quest’anno per favorire l’utilizzo di processori più potenti.
L’alluminio non dovrebbe cambiare la sensazione di chi maneggia gli iPhone 17 Pro rispetto agli iPhone 16 o ai modelli precedenti ma i bordi arrotondati, un deja vue di iPhone 11, per quanto un po’ scivolosi, rendono l’iPhone del 2025 più piacevole maneggiare e danno l’idea di una superiore solidità e accuratezza di costruzione.
Complessivamente l’aspetto estetico non è stato rivoluzionato, diciamo che è stato evoluto e ammodernato, dando ad iPhone 17 Pro il ruolo di ponte stilistico: più personale, nuovo e per alcuni aspetti anche audace dell’iPhone 17, diverso da iPhone 16 Pro, meno estremo dell’Air.
Frontalmente non cambia niente. La Dynamic Island sta ancora lì, nelle stesse dimensioni, dietro al vetro Ceramic Shield 2 che dovrebbe rendere più resistente il telefono ai graffi e offrire una superiore resistenza ai riflessi. Complessivamente è quindi impossibile notare una vera differenza rispetto ad iPhone 17 Pro. La due novità che cambiano davvero l’aspetto e rendono riconoscibile iPhone 17 Pro a prima vista le troviamo sul retro.
Il primo è nel fatto che la vecchia isola fotocamere quadrata lascia spazio all’ampio “camera plateau” orizzontale, che occupa tutta la larghezza e ospita i tre obiettivi insieme a flash e LiDAR. Questo elemento, cui ormai abbiamo fatto l’abitudine, oltre a rendere il design più bilanciato, riduce il fastidioso “balletto” del telefono appoggiato sul tavolo.
Altrettanto distintivo è il vetro Ceramic Shield (più resistente agli urti) che abbinato all’alluminio introduce una finitura bicolore, inedita e piacevole: la lastra posteriore in vetro, usata per la ricarica wireless, ha infatti una tonalità più chiara rispetto alla cornice metallica.

L’accostamento, soprattutto nella nuova colorazione Arancione Cosmico, brillante e vagamente “pop”, rompe con la tradizione conservativa del passato che aveva reso noiosi i Pro. L’arancio è una tinta vivace e brillante ma non sfacciata, la nostra preferita. Ma se non dovesse piacere ecco le varianti più classiche il Blu Profondo e l’Argento che soddisferanno chi cerca tonalità più sobrie.
Il rovescio della medaglia di tutto questo rinnovamento è che dimensioni e peso dei nuovi Pro aumentano leggermente: l’iPhone 17 Pro passa da 199 a 206 grammi, mentre il Pro Max tocca i 233 grammi.
L’incremento è molto modesto e non influisce sulla comodità del telefono, anche se dopo avere provato per alcuni giorni iPhone Air, prendere in mano iPhone 17 Pro che pure ha uno schermo più piccolo del “superleggero”, fa percepire un certo salto in termini di maneggevolezza. Intendiamoci, il nuovo modello non è un mattone come iPhone 17 Pro Max, ma la sensazione non è quella di un dispositivo agile e svelto.
Va precisato che a determinare l’incremento di dimensioni e peso non è stato l’uso dell’alluminio (più leggero del titanio) ma l’introduzione di una batteria più grande. Per la maggior parte degli utenti i benefici in termini di autonomia (di cui diremo) compenseranno ampiamente i grammi e i decimi di millimetro in più.
Il dorso si graffia?
Materiali e forme rinnovate di iPhone 17 Pro sono stati accompagnati da alcune polemiche e preoccupazioni. Le prime immagini circolate sui social, soprattutto in Cina e negli Stati Uniti, mostravano graffi evidenti e persino l’impronta circolare lasciata dal MagSafe sul dorso, riportando alla memoria vecchi casi come il “bendgate” o la colorazione Jet Black facilmente scalfibile dell’iPhone 7.
Anche noi, durante una nostra visita ad un Apple Store, abbiamo in effetti notato un fenomeno simile: righe ed incisioni, molto evidenti su alcuni iPhone 17 Pro di colore blu.
Apple è però subito intervenuta per chiarire che lo stampaggio del Magsafe non dipende dai materiali, ma dall’usura degli stand logorati degli Apple Store e a caricabatterie non più in perfette condizioni, sottolineando che basta un panno per eliminare gli aloni.
Sul fronte resistenza, Apple spiega invece che l’alluminio è dotato di anodizzazione sopra gli standard, capace di garantire una buona protezione quotidiana. Le righe potrebbero quindi essere frutto dei maltrattamenti imposti dai clienti ai dispositivi e magari anche da qualche malizioso tiktoker o youtuber in cerca di visibiltà.
Test indipendenti, inclusi quelli condotti dal sempre impietoso Jack Rig Everything (video sotto), hanno di contro confermato che il corpo del telefono e il plateau della fotocamera resistono bene anche se alcune vulnerabilità ci sono.
In particolare i bordi più esposti intorno al plateau sono a rischio e c’è da attendersi una consunzione del colore che sarà più evidente quando si tratta del colore più scuro, il blu.
Da parte nostra pur ammettendo di non esserci impegnati nel torturare iPhone 17 Pro con chiavi e taglierini, dopo un paio di giorni di utilizzo senza custodia non abbiamo notato alcun graffio né segno di usura. Il tempo sarà giudice della gravità e dell’estensione del fenomeno, ma è evidente che una custodia come sempre, riduce molte delle preoccupazioni che si possono avere.
Del resto spendere una ventina di euro per proteggere un acquisto da 1500 (se non 2000) euro dovrebbe essere una idea largamente condivisa.
Custodie Techwoven promosse
Su Amazon di custodie se ne trovano già ora diverse centinaia. Volendo restare al mondo degli accessori Apple, spendendo invece che una ventina, una cinquantina di euro, ricordiamo che Apple quest’anno ha introdotto le custodie in TechWoven, un materiale che dovrebbe resistere meglio di quanto abbiano fatto le vecchie FineWoven mandate in pensione dopo un anno per la pessima resistenza all’invecchiamento.
Non sappiamo quanto terranno le promesse di Apple sul nuovo materiale, ma la custodia che abbiamo testato in questi giorni di prova ci ha dato la sensazione di essere migliore delle precedenti.
Il materiale è sicuramente a prova di acqua ed appare meno propenso ad assorbire sporco, polvere e grasso delle mani, come letto in alcuni test tecnici, anche se un po’ più plastico e meno “organico” di quanto ci si potrebbe aspettare.
Questa caratteristica, che inizialmente può lasciare qualche dubbio, viene però compensata da un grip eccellente, che rende l’iPhone sicuro e stabile in mano cancellando il problema della scivolosità dei bordi arrotondati.
La lavorazione della custodia è accurata, con finiture che trasmettono qualità (pregevoli i tasti in alluminio); l’integrazione dell’asola per la tracolla rappresenta una novità utile e adatta ad un certo pubblico.
La possibilità di agganciare la cinghia regolabile in PET (riciclato) permette infatti di portare lo smartphone a spalla o al collo, liberando le mani e ampliando la comodità di trasporto d’uso.
Insomma se nel complesso, la custodia risulta meno “calda” e raffinata al tatto, è più funzionale e versatile, un compromesso che appare coerente con lo spirito della nuova generazione degli iPhone. Anche qui sarà tempo a dirci se è anche resistente.
Lo schermo
Se per anni il display è stato uno dei motivi principali per scegliere un modello Pro, con l’iPhone 17 la situazione è cambiata: ora tutta la gamma – inclusi il modello base e l’Air – monta pannelli OLED Super Retina XDR LTPO da 6,3 pollici (6,9 per il Pro Max, 6,5 per l’Air), con refresh variabile 1-120Hz grazie al ProMotion.
In altre parole, il 17 Pro non ha più il vantaggio esclusivo del passato neppure nei confronti di iPhone 17 che usa lo stesso schermo alle stesse dimensioni. Non per questo si deve sminuire e dare per scontato un display che resta, nei giudizi unanimi, uno dei migliori del mercato.
Piuttosto va sottolineato che lo schermo fa anche un passo avanti rispetto allo scorso anno: la luminosità massima raggiunge i 3.000 nit, invece dei 2.000 nit del 16 Pro. Questa differenza, come abbiamo già dimostrato nella prova di iPhone Air (che ha lo stesso schermo), si percepisce e rappresenta un vantaggio benché solo quando la luce è davvero molto forte.
La leggibilità diventa impeccabile sotto il sole più intenso anche grazie al nuovo rivestimento antiriflesso che migliora ulteriormente (seppure non radicalmente) la leggibilità anche in condizioni critiche.
La qualità cromatica è un parametro: i colori sono vividi, i neri profondi con un contrasto di 2.000.000:1, valore che rendono la visione di contenuti HDR un piacere assoluto.
Il processore A19 Pro
Cuore pulsante dell’iPhone 17 Pro è il nuovo chip A19 Pro, una piattaforma che conferma la leadership di Apple nel disegno di SoC ad alte prestazioni e che introduce novità mirate non solo alla potenza bruta, ma anche alla gestione termica e all’efficienza.
L’architettura si basa su una CPU a sei core, con due core ad alte prestazioni a 4,26 GHz e quattro core ad alta efficienza a 2,6 GHz, affiancata da una GPU a sei core che integra un’unità in più rispetto a quella dell’A19 dell’iPhone Air e supporta Ray Tracing hardware accelerato, utile nei giochi e nelle applicazioni grafiche più avanzate.
Il tutto è completato da un Neural Engine a 16 core, che rappresenta la spina dorsale per Apple Intelligence e tutte le funzioni di intelligenza artificiale, dalla fotografia computazionale fino alle elaborazioni generative in tempo reale.
Rispetto all’A18 e allo stesso A19 montato sui modelli non Pro, l’A19 Pro introduce anche un sostanzioso salto nella memoria. Entrambi i modelli, Pro e Pro Max, integrano 12 GB di RAM LPDDR5X a 8.533 MHz, contro gli 8 GB della generazione precedente, e partono da 256 GB di archiviazione NVMe, con varianti da 512 GB e 1 TB, mentre il Pro Max arriva fino a 2 TB.
Per la prima volta, Apple affianca a questo chip una camera di vapore che, combinata alla scocca unibody in alluminio, migliora la dissipazione del calore e garantisce un incremento, dice Apple, fino al 40% delle prestazioni sostenute rispetto al passato.
Grazie alla camera di vapore, il calore viene distribuito meglio lungo la superficie, sfruttando anche la conduttività dell’alluminio, con effetti sulla stabilità. Giochi complessi, editing video 4K in ProRes o funzioni AI possono essere eseguiti più a lungo senza cali di frame o rallentamenti.
Una immagina della camera di vapore di iPhone 17 Pro
Così disperde il calore la camera di vapore di iPhone 17 Pro
Le prestazioni di 17 Pro
Nei test che vedete in queste pagine l’A19 Pro mostra punteggi molto elevati, o meglio, non sorprendentemente, i più elevati mai visti nel mondo iPhone. Li trovate esplicitati sia nei numeri di GeekBench (da notare il mostruoso +40% in prestazioni nel metal score) che in quelli di 3DMark (+10 frames al secondo di media in WildLife Extreme).
Ma l’aspetto più interessante e ciò che più conta è la consistenza delle performance grafiche: sotto carichi prolungati, l’iPhone 17 Pro, come si nota dallo stress test con 3D Mark, ha una stabilità superiore sia a quella di iPhone 16 Pro che rispetto ad iPhone Air.
Questo significa che riesce ad esprimere meglio la potenza del processore A19 Pro e a garantire un carico di lavoro più costante. Questo si traduce in un utilizzo più confortevole e in un’efficienza energetica migliore, dato che il sistema non deve abbassare le frequenze operative per gestire i picchi termici.
Apsi Bench, misura la riduzione di prestazioni sotto stress della CPU e ci dice cose simili. Quelle di iPhone 17 Pro vengono tagliate, sul ciclo di 20 minuti, all’87% più o meno quanto quelle di iPhone 16 Pro. Ma qui parliamo di una CPU che offre prestazioni largamente migliori.
Le prestazioni di iPhone 19 Pro nella quotidianità
A questo punto servirebbero le impressioni d’uso. Chi è più esperto di noi in giochi, sottolinea che titoli Resident Evil Village, No Man’s Sky, Genshin Impact, e Call of Duty: Warzone Mobile traggono vantaggi in termini di velocità di esecuzione e fluidità.
Noi possiamo dire, invece, che iPhone 17 Pro usato nella quotidianità per lanciare applicazioni, navigare in Internet, telefonare, usare programmi di messaggistica, usare programmi per la navigazione, è impossibile da mettere in difficoltà in qualunque situazione.
Ma dire che effettivamente in questo mondo dell’utente comune, ci sia un salto epico rispetto ad iPhone 16 Pro o anche iPhone 15 Pro non sarebbe corretto. I due modelli precedenti erano già sufficientemente veloci per ogni bisogno che vi fosse venuto in mente.
Quel che è chiarissimo è che iPhone 17 Pro scalda meno di tutti e due i modelli precedenti. Per testarlo senza benchmarks basta mettersi a scattare un po’ di foto in ProRAW e in HEIF Max oppure usare FaceTime, WhatsApp, Zoom, Teams o Meet, funzioni che caricano il processore nella quotidianità, il nuovo telefono resta decisamente più gradevole da tenere in mano.
Come fotografa iPhone 17 Pro
Con la serie iPhone 17 Apple ha introdotto alcune novità importanti nel campo fotografico. Le più rilevanti sono però due: la nuova fotocamera frontale e il sensore più grande con ingrandimento 4X dello zoom.
Grandangolo (principale)
Focali intermedie
Teleobiettivo
Ultra-grandangolo
200 mm (8x digitale da 12 MP)
Fotocamera selfie
Cominciamo dalla novità più significativa degli ultimi anni sul fronte dei selfie: un nuovo sensore quadrato da 24 megapixel che equipaggia tutti i modelli, incluso il 17 Pro.
La sua particolarità è quella di lavorare in combinazione con Center Stage, tecnologia che fino ad oggi conoscevamo su iPad e Mac e che qui trova un’applicazione forse ancora più interessante.
Ne abbiamo parlato diffusamente nella nostra recensione di iPhone Air e qui funziona allo stesso modo perché la componente è esattamente la stessa.
Grazie alla sue particolari proporzioni, il sensore quadrato, oltre al classico scatto zoomato, svolge un ritaglio sull’inquadratura in 16:9, 4:3 o 1:1 senza vincolarci nel ruotare fisicamente il telefono.
In pratica, si può tenere l’iPhone in verticale e lasciare che il software scelga autonomamente l’inquadratura più adatta: si allarga quando entrano più persone, si stringe sul primo piano quando si è da soli. È anche possibile intervenire manualmente e bloccare l’inquadratura, con la possibilità di riattivare in ogni momento la gestione automatica.
Il crop necessario per ottenere i diversi formati riduce la risoluzione a 18 megapixel, ma i risultati sono convincenti: selfie, vlog e videochiamate appaiono più naturali e dinamici con una migliore inquadratura e anche colori più convincenti e vividi.
Dal punto di vista ottico, la lente è più grandangolare rispetto al passato (20 mm contro i 23 mm delle generazioni precedenti), così il soggetto risulta meglio collocato e il contesto circostante entra più facilmente nella scena.

È una funzione che arricchisce il racconto personale, utile per vlog, riprese di viaggio o momenti in compagnia, trasformando chi filma da semplice voce fuori campo a parte integrante della scena.

La qualità e le differenze nelle foto
Apple fa evolvere in maniera progressiva il comparto fotografico di iPhone anche se ogni tanto c’è qualche salto più tangibile. Avviene quest’anno con lo zoom che cambia radicalmente.
Lo zoom 4X
Questa lente è nuova su due elementi che potremmo definire come complementari: si abbandona, a beneficio della dimensione delle batterie, la tecnologia periscopica, in auge solo per due anni (salvo “reprise” futura) cosa che “downgrada” lo zoom ottico da 5X a 4X. Nel contempo arriva un sensore molto più grande (+56%) e da 48 megapixel al posto del precedente e ormai anacronistico 12 megapixel.
La stessa lente 4X scatta anche con zoom da 8X, ritagliando la parte centrale del sensore e produce un’immagine da 12 megapixel, esattamente come quella da 5 megapixel dell’iPhone 16 Pro.
Ragionando per semplificazione quindi, dovremmo dire che si aggiunge uno zoom ottico a 4X e viene sostituito lo scatto 5X da 12 megapixel viene sostituito da uno scatto 8X a 12 megapixel.
Tecnicamente non sarebbe proprio così perché lo scatto nativo, pixel per pixel, del 5X dovrebbe essere superiore a quello da 8X per luminosità e dettaglio, ma le foto sono di qualità eccellente, impossibili da distinguere al 100% di ingrandimento da quelle 5X del 16 Pro rispetto alle quali aggiungono una visione più ravvicinata.
In compenso iPhone 16 Pro a 8X scatta con una qualità inferiore (anche se non clamorosamente inferiore) a quella di iPhone 17 Pro.
Qui sotto un esempio di come si comportano le varie lenti a confronto con quelle di iPhone 16 Pro.
Il nuovo iPhone, in sostanza, offre foto leggermente meno ravvicinate ma più definite e più luminose. Essendo anche da 48 megapixel sono più flessibili e potenzialmente tecnicamente migliori delle precedenti perché dall’iPhone escono scatti sui quali si può fare un lavoro in post che in precedenza non era possibile.
Ad esempio è possibile ritagliare l’immagine ottenendone una a più grande anche per la stampa rispetto a quanto che era possibile con iPhone 16 Pro. Si deve però sottolineare che a 48 megapixel (8064X6048) non c’è Pixel Binning, quindi l’immagine è meno processata e potenzialmente di minor qualità. A quella risoluzione sempre meglio evitare il JPEG e rivolgersi dal RAW.
Qui sotto una galleria permette di avere un esempio pratico che compara le due lenti e l’effetto a piena risoluzione
Accanto all’hardware, Apple ha infatti introdotto in Smart HDR 5 un aggiornamento della pipeline di elaborazione che lavora su gamma dinamica, pulizia dello zoom digitale e gestione più naturale delle alte luci e delle ombre.
Per questo l’8× digitale (come il 2X digitale anche questo da 12 MP che ritaglia la parte centrale del sensore principale) dà risultati nitidi e meno artefatti anche su ingrandimenti molto spinti.
Qui sotto l’ingrandimento digitale a 25X sia di iPhone 17 Pro che di iPhone 16 Pro, si nota la miglior qualità del processo di iPhone 17 Pro anche se buona parte del merito è certamente del sensore da 48 megapixel su cui opera l’ingrandimento. In precedenza lo zoom digitale era applicato su un sensore molto più piccolo.
Fotocamera principale
Messo alla prova iPhone sul sensore principale le differenze tra iPhone 16 Pro e iPhone 17 Pro sono modeste. Il sensore quad-Bayer da 48 MP con iPhone 17 Pro Apple mostra la classica ampia gamma dinamica; cieli e nuvole conservano dettagli le ombre mantengono texture senza appiattirsi. Rispetto al 16 Pro la differenza resta appunto minore anche se forse possiamo notare tonalità leggermente più calde al sole e carnagioni scure che tendono al rossastro, un limite già visto in passato.
Il sensore, come detto sopra, supporta uno zoom in-sensor 2× convincente: i 12 MP derivati dal ritaglio centrale risultano ben definiti, con poca perdita di qualità, rendendo questa focale quasi indistinguibile da una lente dedicata.
Sottolineiamo il parere autorevole di Austin Mann che nelle sue prove sulle Dolomiti, ha evidenziato due aspetti: la coerenza cromatica e la profondità di campo naturale, che permette di avere uno sfocato realistico anche senza attivare il Ritratto. Secondo lui, è proprio questa prevedibilità dei risultati a rendere il sensore principale ancora il più affidabile sul mercato.
Ultra-grandangolare
L’ultra-grandangolare di iPhone 17 Pro non porta nulla di nuovo nell’hardware, ma perfeziona quanto visto con il 16 Pro. Il sensore resta infatti lo stesso da 48 MP con apertura f/2.2 e focale equivalente a 13 mm, ma cambia l’approccio di default: ora le immagini vengono generate automaticamente a 24 MP grazie al pixel binning, mentre sul 16 Pro era necessario selezionare manualmente la modalità HEIF o Jpeg Max per sfruttare tutta la risoluzione.
Questa scelta si traduce in foto più dettagliate anche senza interventi dell’utente che in fase di elaborazione portano immediatamente un vantaggio in caso di crop o ingrandimenti.
Restano i limiti tipici degli ultra-wide, come la morbidezza ai bordi e un leggero rumore in condizioni critiche, mentre la modalità macro continua a fermarsi a 12 MP effettivi.
Fotografia notturna
La foto notturna su iPhone 17 Pro non è cambiata moltissimo, salvo un’ottimizzazione sulle focali più lunghe. Sono stati ridotti i tempi di esposizione, limitando mosso e sfocature che spesso affliggono le foto in ambienti bui, garantendo al contempo immagini più nitide e colori naturali, senza l’effetto sovra-elaborato tipico di molte altre fotocamere smartphone.
L’algoritmo di fusione dei pixel, insieme a una migliore stabilizzazione ottica e digitale, permette di ottenere foto equilibrate anche in ambienti molto bui, con un’ottima gestione delle luci e ombre e senza rumore.
Sottolineiamo che il teleobiettivo con zoom ottico 4x si comporta particolarmente bene anche di notte, offrendo scatti (come sempre da 12 MP quando si attiva la modalità notte) con poco rumore e più nitidi rispetto al passato. Anche a 8× la qualità con modalità Notte abbiamo ottimi risultati come potete verificare qui sotto.
Qualità del video
Sul fronte video l’iPhone 17 Pro conferma una leadership che già apparteneva al suo predecessore. Le specifiche restano sostanzialmente invariate rispetto al 16 Pro: registrazione in 4K fino a 60 fps, supporto a ProRes, profilo Apple Log 2 e possibilità di girare in ProRes RAW con registrazione su memoria esterna tramite USB-C.
Per l’utente medio, dire che iPhone 17 Pro “fa buoni video” non rende affatto l’idea. Da generazioni, Apple ha creato dispositivi che vanno oltre necessità di chiunque non abbia esigenze cinematografiche di alto livello. Probabilmente per un non professionista, fin da iPhone 13 quando fu introdotta la modalità cinematica aveva già tutto quello che poteva in qualche modo essere utile e divertente, salvo, forse Modalità Azione (Action Mode), arrivata con iPhone 14 nel 2022.
Quest’anno le novità continuano a concentrarsi in dettagli che interessano solo chi lavora in ambito professionale. Tra questi c’è il supporto a Genlock, utile per sincronizzare più camere sullo stesso timecode, e la possibilità di registrare in open-gate, sfruttando l’intero sensore 4:3 e lasciando maggiore margine in post-produzione per crop e adattamenti di formato.
Sono strumenti che vanno ben oltre l’uso quotidiano e il succo è che persino chi produce regolarmente contenuti per YouTube, Instagram o TikTok, o chi lavora in ambiti creativi, si trova con uno strumento che eccede le necessità reali.
I limiti potrebbero essere sfidati soltanto in produzioni professionali con workflow avanzati e attrezzature dedicate, là dove ci si deve cominciare a chiedere se valga la pena di usare un iPhone oppure una videocamera da cinema digitale come una RED Komodo o una Blackmagic URSA.
In pratica, come già avveniva con iPhone 16 Pro, anche l’iPhone 17 Pro rimane il miglior telefono disponibile per qualità video — e con un margine ampio rispetto a qualsiasi concorrente. Non ci sono però novità particolarmente utili, almeno per le fotocamere posteriori, per il pubblico consumer.
Autonomia e ricarica di iPhone 17 Pro
Con la gamma 17 Pro Apple ha compiuto un salto generazionale nella gestione dell’energia passi avanti che Apple non ha sottolineato con enfasi come sarebbe stato forse giustificato dai fatti. Lo facciamo noi perché davvero iPhone 17 Pro da questo punto di vista cambia la vita.
L’autonomia
Apple ha lavorato su più piani per aumentare l’autonomia in primo luogo sulla capacità della batteria. Il modello eSIM-only raggiunge 4.252 mAh, con un incremento vicino al 19% rispetto al 16 Pro. Secondo le tabelle energetiche Europee che sono un indicatore oggettivo elaborato sulla base di cicli uguali per tutti i dispositivi, si passa così dalle 37 ore ufficiali del 16 Pro alle 47 ore dichiarate per il nuovo modello.
Le versioni europee con carrellino SIM, come quelle vendute in Italia, hanno capacità leggermente ridotta (3.988 mAh, il 5-7% in meno) il che comporta la riduzione di qualche ora di utilizzo. Anche ipotizzando un’autonomia di 44 ore saremmo sempre a ben sette in più della versione precedente.
Questo significa che se in precedenza il Pro Max dominava con un netto distacco in fatto di autonomia, ora la distanza si accorcia. L’anno scorso c’erano 11 ore di differenza, quest’anno solo 6.
Va precisato che il miglioramento non è però dovuto solo alla batteria più grande. Il nuovo chip A19 Pro porta maggiore efficienza e la camera di vapore aiuta a distribuire meglio il calore.
Questo evita i picchi di temperatura che sul 16 Pro causavano throttling e sprechi energetici. Una gestione più stabile delle prestazioni, riduce generalmente i consumi anche in scenari impegnativi come il gaming 3D o la registrazione di video 4K ProRes.
La batteria nella pratica
Esaurita la parte geek del discorso, passiamo alla pratica: che cosa significa avere un iPhone 17 Pro oggi in termini di autonomia? Per dare una idea, possiamo portare il nostro esempio: messo in tasca il telefono intorno alle otto del mattino, in una giornata con un uso misto connessione di rete cellulare e Wi-Fi, tra navigazione, un paio di telefonate, uso intensivo di Whatsapp, diverse foto scattate per questa recensione, un’ora di podcast, 6 ore e 8 minuti di schermo attivo, alle 22 l’iPhone era al 35% di batteria.
Con l’iPhone 16 Pro l’indicatore sarebbe stato sul rosso, qui tecnicamente è possibile iniziare la giornata successiva ed essere costretti alla ricarica solo a mezzogiorno. Anche se naturalmente l’esperienza varia molto in base all’utilizzo, si tratta di un miglioramento enorme che per altro è soggetto ad ulteriori miglioramenti se andranno a segno la promesse sulla funzione Potenza Adattiva.
Il sistema, come abbiamo spiegato, impara dalle abitudini d’uso e quando serve, può abbassare la luminosità del display, ridurre la velocità della CPU o limitare alcune attività in background, fino ad attivare la modalità risparmio energetico. Il processo di apprendimento richiede circa una settimana: al momento non ci siamo ancora arrivati e quindi presumibilmente non abbiamo ancora visto un beneficio tangibile.
Per questo diciamo che sussiste la prospettiva che l’autonomia migliori ulteriormente quando entrerà in azione Potenza Adattiva.
Già da oggi possiamo comunque testimoniare che per la prima volta il “Pro” riesce a garantire una giornata piena di utilizzo senza ansia da ricarica, con un margine residuo del 20-30% anche in giornate intense.
È un cambio di passo che da solo potrebbe giustificare l’aggiornamento da modelli precedenti.
La velocità di ricarica di iPhone 17 Pro
Un’altra novità significativa in termini di fruibilità di l’iPhone 17 Pro è la ricarica. Apple ha portato la potenza fino a 40W, abbandonando i vecchi limiti che collocavano da qualche anno la soglia tra i 25 e i 30W (a seconda dei modelli).
Il risultato è che anche i tempi per la ricarica completa sono migliorati: poco più di un’ora e un quarto, circa venti minuti in meno rispetto alla generazione precedente. Questo passo avanti unito all’aumento dell’autonomia, mezz’ora di carica bastano per affrontare tranquillamente una giornata intera di utilizzo, un salto di qualità notevole.
Ricarica con cavo
Per avere queste prestazioni non serve, al contrario di quello che era stato scritto nei giorni scorsi e contrariamente anche a quanto ripetono ancora oggi alcuni siti, un caricabatterie speciale come il nuovo caricabatterie “Dynamic Power Adapter” lanciato da Apple.
Questo accessorio che ora è venduto solo in pochi paesi del mondo probabilmente in attesa di una versione con spina internazionale, implementa il nuovo protocollo AVS che permette di regolare in maniera più flessibile e stabile la tensione erogata al telefono durante la carica, ma non è diverso nella sostanza rispetto a un buon caricatore terzo.
Anche Apple ci ha confermato che le prestazioni di ricarica pubblicizzate durante i recenti eventi sono conseguibili con qualunque caricabatterie di qualità.
In effetti noi con il caricabatterie Anker 737 GaNPrime che usiamo per ricaricare il nostro MacBook Pro abbiamo avuto picchi di 38W nella primissima parte della carica, tra lo 1 e il 15% di batteria. Successivamente la carica si è assestata intorno a 32W fino a circa il 50%, scendendo lentamente, ma al 60% era ancora intorno ai 28W. Al 75% la potenza assorbita da iPhone 17 Pro è ancora di 12W.

L’iPhone 16 Pro, a termine di confronto, dopo un picco iniziale di 30W, scende molto più rapidamente. A 60W la potenza in ricarica segnava solo 18W. Al 75% iPhone 16 Pro resta sotto i 10W. Quindi più del picco iniziale, a dare un vantaggio ad iPhone 17 Pro è la costanza delle prestazioni in ricarica.
Conferme che basta un buon caricabatterie per ottenere queste prestazioni sono giunte dalla prova svolta con il caricabatterie originale da 96W dello stesso MacBook Pro che ha conseguito dati del tutto simili a quelli del caricabatterie Anker.
Le stesse prestazioni dovrebbero essere quindi raggiungibili con caricabatterie economici ma di quliatà come l’UGREEN Nexode 65W o l’Anker 737 GaNPrime che si trovano spesso in sconto e costano intorno ai 25€.
Sto caricando altre schede…
Sto caricando altre schede…
Sto caricando altre schede…
Ricarica wireless a 25W
Naturalmente resta anche la ricarica wireless MagSafe, che arriva a 25W: meno rapida del cavo, ma comunque più efficiente e comoda e rispetto al passato anche compatibile con accessori di terze parti e non più solo con il MagSafe 2 che lo scorso anno era l’unico modo di ricaricare con queste prestazioni un iPhone.
Per avere una rapida ricarica si può usare un nuovo caricabatterie Qi 2.2, un standard che è stato solo di recente approvato dal Wireless Power Consortium e con il quale i nuovi iPhone 17 sono compatibili.
Attualmente sono in fase di approvazione una lunga serie di caricabatterie wireless Qi 2.2. Belkin, uno dei maggiori produttori al mondo, ne ha presentati recentemente una serie (gli Ultracharge) che stanno arrivando anche su Amazon. Ci attendiamo una rapida diffusione nelle prossime settimane, ma al momento di questa recensione, quelli realmente in vendita sono pochi.
Noi abbiamo svolto i nostri test con l’Ugreen Magflow 3-in-1 che è pronta spedizione su Amazon. Ricarica iPhone, Airpods e anche Apple Watch, tutti alla loro massima velocità (Apple Watch 11 in mezzora va dallo 0 all’80%), costa circa 100€ caricabatterie incluso.
Sto caricando altre schede…
Non è un prezzo economico ma è un prodotto di qualità e al momento anche in sostanza uno dei pochissimi modi di arrivare a caricare i nuovi dispositivi sfruttando a fondo le loro capacità. Ugreen propone anche diversi altri prodotti MagFlow che offrono le stesse prestazioni li trovate qui.

I risultati di ricarica sono coerenti con le promesse di Apple. In mezz’ora siamo arrivati a poco meno del 50% della carica della batteria con picchi ben oltre 30W nella parte iniziale della carica. Con iPhone 15 Pro questo dato non si conseguiva neppure con un cavo.
In sintesi, la ricarica dell’iPhone 17 Pro è finalmente al passo con le esigenze moderne: nonostante non raggiunga i picchi estremi di alcuni concorrenti Android (che usano però protocolli proprietari), per la prima volta possiamo parlare di un iPhone che si ricarica velocemente in modo affidabile e compatibile con un’ampia gamma di accessori.
Connettività, audio e microfoni
Accanto alle grandi novità — dal design alle fotocamere — iPhone 17 Pro introduce anche aggiornamenti più piccoli ma interessanti sul piano della multimedialità e della connettività.
Il cuore della sezione radio è il nuovo chip N1, progettato da Apple per sostituire i controller wireless delle generazioni precedenti. Non è facile (anzi è molto difficile) verificare che cosa cambia nella pratica rispetto al passato. Possiamo solo dire che il supporto al Wi-Fi 7 porta l’iPhone al passo con i router di ultima generazione: la velocità teorica può superare i 40 Gbps, ma nell’uso quotidiano la differenza la dovrebbe fare soprattutto la stabilità della banda e la prontezza nella risposta, utile tanto nel gaming quanto nelle videochiamate.
Il nuovo Bluetooth 6 apre la strada a una generazione di accessori che richiede maggiore banda e affidabilità e precisione (utile per i prossimi Airtag 2?), dagli auricolari ai visori AR, con un’esperienza più stabile e meno interferenze.
Sul fronte audio, Apple affina ulteriormente i doppi speaker stereo: la resa è più corposa nei medi e la spazialità rimane eccellente, tanto che guardando film o giocando sembra di avere davanti una scena più ampia di quanto lo chassis lasci immaginare. Restano il supporto a Dolby Atmos e Audio Spaziale, che si esprimono solo con gli AirPods compatibili.
iPhone 15 Pro, iPhone 16 Pro e iPhone 17 Pro a confronto
Qui sotto, andando verso la conclusione, pubblichiamo una tabella con le principali differenze tra le ultime tre generazioni di iPhone Pro, utile a dare uno sguardo rapido sulle novità introdotte anno su anno
iPhone 15 Pro
iPhone 16 Pro
iPhone 17 Pro
Riduzione del rumore del vento
Audio Mix
Riduzione del rumore del vento
Audio Mix
In conclusione
In conclusione per capire quanto vale iPhone 17 Pro si deve riflettere su che cosa chiede la gente ad uno smartphone. La risposta non potrà che essere almeno una, se non ciascuna, di queste cose: maggior autonomia, una fotocamera migliore, un design distintivo. Ebbene: iPhone 17 Pro segna tutte queste caselle.
Ha una batteria che fa in salto di qualità che è impossibile non definire storico, ha una fotocamera più flessibile e per diversi aspetti migliore, si presenta come diverso, più moderno e attuale, dal punto di vista del design e dei materiali. Per di più c’è una velocità di carica finalmente al passo dei tempi e un processore straordinariamente veloce.
Se dicessimo che troviamo anche uno schermo più brillante e un prezzo leggermente inferiore (anche su un taglio di memoria maggiore) ci sarebbe da chiedersi che si vuole di più per spingere gli appassionati della piattaforma ad aggiornare.
Noi, per la prima volta da anni a questa parte, consiglieremmo di valutare un passaggio al nuovo modello, portafogli permettendo, persino a chi ha iPhone 15 Pro

Certo, restano alcuni punti deboli, spessore e peso aumentati e un prezzo di ingresso che è salito (anche se a parità di taglio di memoria è sceso). Ma il difetto principale sta nel fatto che, una volta messa da parte il desiderio di avere tutto e una scelta basata sull’emotività, non si può non vedere che nella gamma degli iPhone c’è anche iPhone 17, un telefono che costa 379 euro meno è migliorato in ambiti strategici e sfida il Pro con la forza tranquilla della razionalità. Ma di questo parleremo presto altrove.
Pro
- Design piacevole
- Fotocamera più flessibile
- Autonomia enormemente aumentata
- Ricarica finalmente rapida
Contro
- Prezzo di ingresso importante
- Peso e spessore aumentati
- Nessuna novità per l’utente medio nel video
iPhone 17 Pro Max
E iPhone 17 Pro Max? In pratica tutto quel che abbiamo scritto vale anche per iPhone 17 Pro Max. Il nuovo modello quest’anno non porta con sé alcuna differenza tecnica rispetto all’iPhone 17 Pro. Stesso processore, A19 Pro, stessa dotazione fotografica, identica velocità di ricarica e ovviamente anche la medesima piattaforma software. A cambiare sono essenzialmente il display e l’autonomia.
Questione di comodità
Il pannello da 6,9 pollici, offre una superficie ampia e molto comoda per lavorare, guardare film o semplicemente per chi preferisce un’interfaccia più ariosa. Questo vantaggio perdura ma quello sulla batteria si è notevolmente attenuato.
In passato infatti la differenza era importantissima — 48 ore contro 37 ore secondo le specifiche Eprel — e per molti valeva lo scalino di prezzo, mentre oggi il Max è certificato per 53 ore, mentre il 17 Pro si ferma non molto distante a 47 ore. Il margine quindi c’è ancora, ma passa da 11 a 6 ore, un livello che potrebbe non essere determinante a fronte della scomodità in dimensioni e peso che si è costretti a sopportare scegliendo iPhone 17 Pro Max.
In sostanza comprare oggi iPhone 17 Pro Max al posto di iPhone Pro ha un senso quasi esclusivamente legato alla necessità di uno schermo grande senza altri reali vantaggi tecnici e funzionali. Ma si deve essere anche pronti ad un importante svantaggio: mettersi in tasca un telefono pesante, che non si maneggia mai con una mano e che quindi in alcune occasioni è eccessivo.

Prezzi e disponbilità
iPhone 17 Pro e iPhone 17 Pro Max sono disponibili in tre colori: arancio cosmico, blu profondo e argento. I tagli di memoria sono di 256 GB, 512 GB e 1 TB. iPhone 17 Pro Max arriva a 2 TB. I prezzi partono da 1339 euro per la versione da 256 GB di iPhone 17 Pro e arrivano a 2489 euro per la versione da 2 TB di iPhone 17 Pro Max
iPhone 17 Pro
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