Nel pomeriggio del 3 ottobre 2025, la Squadra Mobile di Modena ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Modena, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un ventenne italiano di origine marocchina, gravemente indiziato dei reati di violenza sessuale pluriaggravata, rapina aggravata e lesioni personali aggravate.

I fatti risalgono al 19 agosto scorso, quando una donna, mentre percorreva in bicicletta il tracciato “Vivi Natura” nella zona delle Casse di espansione del fiume Panaro a San Damaso, è stata improvvisamente spintonata e aggredita dal giovane. L’uomo l’ha trascinata in un punto isolato, legandole prima le mani e poi il collo con una corda, per costringerla a subire una violenza sessuale. Dopo l’aggressione, si è dato alla fuga portando via la bicicletta della vittima, del valore di circa 4.500 euro, e abbandonando poco più avanti gli effetti personali, tra cui il telefono cellulare.

La donna, sotto shock, ha chiesto subito aiuto contattando il 118 e il 112. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Squadra Volante, della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica di Modena. Dopo le cure ricevute in ospedale, la vittima ha sporto denuncia fornendo una descrizione dettagliata dell’aggressore, che ha permesso agli investigatori di elaborare un identikit.

Le indagini, condotte con un’accurata analisi delle celle telefoniche attive nella zona al momento del fatto, hanno permesso di individuare l’utenza cellulare riconducibile al sospettato, compatibile con la sua presenza sul luogo e nell’orario dell’aggressione.

Sulla base di questi elementi, la Procura ha disposto il 30 settembre una perquisizione domiciliare e il fotosegnalamento dell’indagato. L’operazione ha avuto esito positivo: nell’abitazione del giovane sono stati trovati la forcella della bicicletta rubata e gli indumenti indossati durante la violenza. Su indicazione del sospettato, i Carabinieri e i Vigili del Fuoco hanno poi recuperato anche il telaio della bici, rinvenuto in un canale a Castelfranco Emilia.

La vittima, convocata negli uffici della Squadra Mobile, ha riconosciuto senza esitazione i pezzi della propria bicicletta.

Le impronte digitali del ventenne, analizzate dal Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Bologna, sono risultate compatibili con quelle trovate sullo schermo del telefono e su una lente degli occhiali della donna, sequestrati sul luogo dell’aggressione.

Grazie alle prove raccolte, la Procura ha potuto richiedere rapidamente la misura cautelare, che il Giudice per le Indagini Preliminari ha accolto, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari indicate. La Squadra Mobile ha quindi eseguito l’arresto, accompagnando l’indagato alla Casa circondariale di Modena.