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Google lancia «Gemini for Home»: adesso si potrà dialogare con la domotica come fosse nostra amica - La Scelta Giusta
SScienza e tecnologia

Google lancia «Gemini for Home»: adesso si potrà dialogare con la domotica come fosse nostra amica – La Scelta Giusta

  • 4 Ottobre 2025

Il 1° ottobre 2025 Google ha chiuso un capitolo lungo quasi dieci anni: Google Assistant va in pensione. Quello che per milioni di utenti era “la voce” dei dispositivi Nest, degli smartphone Android e degli speaker domestici, diventa storia. Al suo posto arriva Gemini for Home, nuova incarnazione dell’intelligenza artificiale che l’azienda di Mountain View ha reso il perno di tutta la propria strategia.
Non è un cambio di etichetta. È una sostituzione radicale: un modello linguistico multimodale – lo stesso che alimenta Gemini, il rivale dichiarato di ChatGPT – diventa l’interfaccia principale per la casa connessa. Significa che i dispositivi domestici non si limiteranno più a rispondere a comandi, ma potranno dialogare, interpretare contesto e, in alcuni casi, anticipare bisogni.

Dal comando alla conversazione

Il salto promesso è quello dal linguaggio codificato alla conversazione naturale. Non più «Ok Google, accendi la luce in cucina», ma frasi come «Sto per cucinare, puoi accendere le luci vicino ai fornelli?». L’IA capisce, interpreta e agisce.
Sembra un dettaglio, ma segna la differenza tra un’interfaccia che imita un telecomando e un assistente che si adatta alle persone. L’obiettivo dichiarato di Google è quello di abbattere la barriera che negli anni ha limitato l’adozione della smart home: la necessità di imparare formule rigide e spesso frustranti.
Con Gemini, la casa diventa un luogo di dialogo: più persone possono parlare nello stesso spazio con comandi diversi, senza doversi adattare a un linguaggio artificiale. La promessa è che sarà l’assistente a capire il contesto, non l’utente a doverlo tradurre in una sequenza precisa.

La vera differenza non è soltanto la capacità di comprendere. Gemini for Home è stato presentato come proattivo: non aspetta solo istruzioni, ma può suggerire azioni, fare domande, combinare più attività.
Un esempio: dicendo «prepara la casa per una cena con amici», Gemini potrebbe abbassare le luci, impostare una playlist e regolare la temperatura. Non è più un’esecuzione passiva, ma un tentativo di comprensione del contesto.
È quello che nel settore chiamano IA agentica: software capaci di agire in autonomia entro confini definiti. Una prospettiva affascinante, ma anche un terreno scivoloso. Perché significa affidare alla macchina un grado di decisione che prima non aveva.

Gemini Live: dialogo continuo senza «Ehi Google»

Una delle novità più tangibili è Gemini Live, funzione già apparsa sugli smartphone e ora estesa a speaker e smart display. Con Live non serve più ripetere la parola chiave «Ehi Google»: basta avviare una conversazione e portarla avanti liberamente.
È possibile cambiare argomento, correggere, approfondire, senza ricominciare ogni volta. È l’equivalente, in versione domestica, di un dialogo con un chatbot vocale.
Dietro la promessa di naturalezza c’è un punto chiave: ridurre l’attrito nell’uso quotidiano. Google sa che gli utenti abbandonano la smart home quando la frizione tra domanda e risposta diventa troppo alta. Con Gemini Live punta a rendere la conversazione talmente fluida da sembrare inevitabile.

La parte più dirompente è probabilmente quella che riguarda le videocamere Nest. Finora gli avvisi erano basati su rilevamenti grezzi: movimento, rumore, presenza di una persona. Con Gemini la videocamera diventa un occhio intelligente, capace di descrivere eventi.
Un corriere che lascia un pacco non genera più una notifica impersonale, ma un messaggio: «Il corriere ha depositato un pacco davanti alla porta alle 15:42». Alla sera, la funzione Home Brief fornisce un riepilogo completo della giornata.
Con Ask Home, integrato nella nuova app Google Home, si può cercare nei filmati con domande naturali: “A che ora sono tornati i bambini?”, «Ho chiuso la porta del garage?».
Dal punto di vista tecnologico è impressionante. Dal punto di vista sociale, significa che la sorveglianza domestica diventa molto più granulare. La videocamera non registra soltanto: interpreta e racconta. Un salto che porta con sé inevitabili domande di privacy.

L’app Google Home si rifà il look

Il software che tiene insieme il tutto è l’app Google Home, completamente riprogettata. Con Ask Home si possono trovare dispositivi, creare automazioni o cercare registrazioni senza passare da menu complicati.
L’utente scrive o pronuncia descrizioni naturali: «Quando torno a casa dopo le 20, accendi le luci esterne e abbassa le tapparelle». Il sistema traduce la frase in un’automazione concreta.
È un approccio che punta a semplificare, ma è anche il tentativo di Google di recuperare terreno. Apple con HomeKit e Amazon con Alexa+ hanno già mosso passi simili. Google risponde giocando la carta del suo modello linguistico, considerato uno dei più avanzati.

Gemini for Home arriverà su tutti i dispositivi Nest lanciati negli ultimi dieci anni, dagli speaker agli smart display, fino alle videocamere e ai campanelli. Ma ci sono anche novità hardware. In Italia debuttano:

  • Nest Cam Indoor (terza generazione) a 99,99 euro
  • Nest Cam Outdoor (seconda generazione) a 149,99 euro

Entrambe registrano in 2K HDR, con miglioramenti nella visione notturna e nel campo visivo. Negli Stati Uniti arriva anche il nuovo Nest Doorbell a 179,99 dollari.
Nel 2026, atteso anche in Italia, sarà lanciato un nuovo Google Home Speaker, pensato per Gemini e con audio a 360 gradi. Prezzo: 99,99 dollari.

Google Home Premium: il prezzo della casa intelligente

C’è però un dettaglio che cambia la prospettiva: le funzioni più avanzate non sono gratuite. Gemini for Home porta con sé Google Home Premium, un abbonamento che sostituisce Nest Aware. Due piani:

  • Standard – 10 euro al mese o 100 l’anno: include Gemini Live, Ask Home, 30 giorni di cronologia video e notifiche smart.
  • Advanced – 18 euro al mese o 180 l’anno: aggiunge Home Brief e la ricerca avanzata nei video.

Gli abbonati ai pacchetti Google One AI Pro e Ultra li avranno inclusi. Il messaggio è chiaro: chi vuole davvero sfruttare il nuovo sistema deve pagare un canone mensile. Una scelta che rischia di frenare gli utenti meno propensi agli abbonamenti ricorrenti, ma che ormai è lo standard nell’economia digitale.

Concorrenza: Apple e Amazon osservano

Il lancio di Gemini for Home va letto nel contesto di una guerra a tre. Amazon ha presentato Alexa+, più conversazionale e multimodale, ma non ancora disponibile in Italia. Apple ha potenziato Siri con le funzioni di «Apple Intelligence», ma resta defilata nel settore domotico.
Google sceglie di puntare tutto sulla casa, trasformandola nel terreno privilegiato per mostrare la forza del suo modello linguistico. È un tentativo di rilanciare un settore che, nonostante anni di promesse, non ha mai davvero conquistato il grande pubblico.
La vera domanda non è tecnologica ma culturale: una casa conversazionale ci serve davvero?
Per alcuni la risposta è sì: interagire in linguaggio naturale, avere riepiloghi della giornata, coordinare la famiglia è un salto in avanti concreto. Per altri resta un lusso superfluo, un gadget costoso che non risolve problemi reali.
È la stessa dinamica che ha accompagnato gli assistenti vocali fin dalla nascita: curiosità, entusiasmo, rapido abbandono. Gemini for Home prova a spezzare questo ciclo, ma il rischio di restare un giocattolo per appassionati è ancora alto.

Ogni recensione è curata dalla redazione in modo indipendente. Se fate un acquisto attraverso i nostri link, Corriere della Sera potrebbe ricevere una commissione. Leggi di più

3 ottobre 2025

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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