Sul pianeta calcio, soprattutto nell’ambiente delle tifoserie, la presa di posizione ha di sicuro fatto più rumore del risultato sul campo: un 3-0 piuttosto impietoso per la squadra ospite, la Lazio, su quella di casa, il Genoa.
Allo stadio di Marassi, sugli spalti del posticipo serale dell’ultima giornata del campionato di Serie A, il tifo organizzato del club rossoblù ha infatti deciso di scioperare per “sostenere la causa palestinese e sensibilizzare sul dramma in corso a Gaza”. Per i primi cinque minuti di partita, il Ferraris non ha cantato, né tifato, né sbandierato “come segno di solidarietà verso il popolo palestinese e per dire chiaro e forte: stop al genocidio”.
“Quando si tratta del nostro Genoa, non ci limitiamo a tifarlo: abbiamo sostenuto e aiutato chi aveva bisogno, abbiamo dimostrato solidarietà ai lavoratori e sempre lo faremo – si spiega nel comunicato della Gradinata Nord, quella del tifo più acceso, così come altre tifoserie storiche del Paese in realtà non nuova a prese di posizione di questo tipo – la nostra intenzione non è quella di “politicizzare” la Gradinata, dove le uniche bandiere che entrano sono quelle legate al Grifone e i colori rossoblu.Tuttavia, ci sono situazioni che vanno oltre il calcio, che toccano nel profondo la coscienza di ciascuno di noi”.
“Non possiamo restare indifferenti davanti a ciò che accade in Palestina – continuano i tifosi rossoblù – lo sterminio di donne e bambini, di civili inermi ridotti allo stremo e la privazione di ogni libertà. Alcuni di noi sono padri, altre sono madri, ma ciò che ci accomuna è la nostra umanità. Dentro lo stadio, come nella vita di tutti i giorni, restiamo esseri umani. Ed è per questo che oggi, di fronte a migliaia di vittime a Gaza, abbiamo deciso di restare in silenzio”.
A parlare per i club dei tifosi genoani, anche uno striscione. Una citazione della “Canzone del maggio” di Fabrizio di De Andrè, tra i pezzi che sono stati più riproposti in queste settimane di mobilitazione per la Palestina nelle piazze italiane. “E se la paura di guardare Gaza vi ha fatto chinare il mento, sarà sempre complicità il vostro infame silenzio”.