Acqualagna (Pesaro), 4 ottobre 2025 –  A quasi un anno dalla scomparsa di Riccardo Branchini, il 19enne di Acqualagna di cui si sono perse le tracce il 13 ottobre del 2024 alla diga del Furlo, trapela una inquietante segnalazione. Il ragazzo sarebbe stato ucciso e gettato in un lago, stando a quanto riferito da un uomo, che durante l’estate ha chiamato in anonimo Federica Pambianchi, la mamma del giovane. La donna ha denunciato l’episodio, su cui ci sono indagini in corso, e si dice sconcertata, ritenendo comunque la segnalazione poco credibile.

La pista più probabile

Difatti l’anonimo interlocutore non ha fornito dettagli, né sul luogo né sulle circostanze, tantomeno sui tempi. Probabile quindi che si tratti di un mitomane, anche se gli investigatori vogliono vederci chiaro. Tutte le ipotesi sono ancora aperte, compresa la fuga pianificata, che rappresenta al momento quella più probabile secondo i familiari e il legale, Elena Fabbri. L’avvocatessa è convinta che il ragazzo sia vivo, ma che abbia avuto a che fare con persone che lo avrebbero messo in pericolo.

La traccia al Nord

A conforto di tale ipotesi, i tanti presunti avvistamenti nel nord Europa, dove il giovane aveva soggiornato nei mesi prima della scomparsa. A quasi un anno dalla sparizione diventa tuttavia sempre più difficile restare ottimisti. Una pur esile traccia avrebbe dovuto lasciarla, osserva uno dei volontari che ha partecipato alle ricerche, tra telecamente di sorveglianza di stazioni e luoghi pubblici. Ma per rilevare eventuali passaggi e movimenti servirebbero ricerche mirate e costanti, come avviene per i ricercati e gli evasi.

La manifestazione per gli scomparsi

Intanto, ieri si è tenuta a Roma una manifestazione per mantenere viva l’attenzione sugli scomparsi di tutta Italia, a cui ha partecipato Federica Pambianchi, che si dice soddisfatta della buona riuscita dell’iniziativa, sebbene poco partecipata data la concomitanza con le manifestazioni per Gaza.

Nel corso della kermesse è stata sollecitata una maggiore attenzione e l’uso di tutti i mezzi tecnologici utili a rintracciare gli scomparsi. “Chiedo che non cali mai il silenzio – ha detto la mamma di Riccardo prendendo la parola alla testa del corteo – su tutti i ragazzi e le persone scomparse. Che si continui a cercare, a indagare, a lottare. E chi ha il potere e la responsabilità di agire, si ricordi che dietro a ogni nome, a ogni volto scomparso, c’è una famiglia che non smetterà mai di aspettare. Io non smetterò mai di cercare mio figlio. Ma so che da sola non basta. Ho bisogno di tutti voi: delle istituzioni, dei cittadini, dei media. Ho bisogno che Riccardo resti vivo nella memoria collettiva, perché solo così la speranza può continuare a respirare”.