Vale circa 6 miliardi di euro il mercato dedicato a energia, servizi tecnici, manutenzioni fabbricati e impianti per gli ospedali pubblici in Italia. Una cifra che fotografa il peso strategico di un comparto che va ben oltre la logistica sanitaria: si tratta infatti di servizi energetici, manutenzione impiantistica, illuminazione, riscaldamento, raffrescamento, sterilizzazione e alimentazione di apparecchiature che garantiscono la continuità operativa delle strutture sanitarie.
Sono strutture al servizio di migliaia di pazienti, dipendenti e visitatori, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, determinando un alto consumo di energia: sanità e assistenza sociale, rappresentano più del 25% delle maggiori utenze di energia del settore pubblico italiano. Per lo più ci riferiamo a costruzioni avvenute principalmente nel periodo compreso tra il 1919 e il 1980, ben prima dell’introduzione della normativa relativa all’efficienza energetica degli edifici. Complessivamente il patrimonio del comparto della sanità e assistenza sociale è costituito – dati RSE – da circa 40 milioni di m2 per un totale di circa 9.700 unità catastali. La voce preponderante, in termini di superficie, è quella relativa alle strutture ospedaliere che in media registrano all’anno un consumo termico di 311 kWh/m2 e consumo elettrico di 246 kWh/m2; vale a dire l’equivalente di 2 mila abitazioni.
Un ruolo centrale è giocato dai Contratti di Servizio Energia, strumenti che affidano a società specializzate (ESCo) la gestione degli impianti termici ed elettrici, incluse manutenzioni ordinarie e straordinarie. Gli investimenti – dalla sostituzione di caldaie e generatori di vapore alla riqualificazione dell’illuminazione, fino ai sistemi di automazione – vengono finanziati direttamente dalle ESCo e ripagati nel tempo con i risparmi energetici conseguiti. Un modello virtuoso che consente agli ospedali di contenere i costi senza gravare subito sui bilanci.
Per il comparto delle forniture ospedaliere il nodo resta la capacità di conciliare sostenibilità economica e ambientale. «Gli ospedali sono il cuore pulsante del nostro Servizio sanitario nazionale – osserva Roberto Rossi, presidente di Assistal, l’Associazione di Confindustria che rappresenta le ESCo, le imprese di servizi energetici, di facility management e di manutenzione e gestione di impianti tecnologici – i servizi energetici integrati e gli interventi di efficientamento sono strumenti indispensabili per ridurre i costi e liberare risorse da destinare alla qualità dell’assistenza. Serve una strategia di sistema che metta insieme competenze, innovazione e investimenti. E scelte coerenti con le reali possibilità del Paese, quando ad esempio nel recepimento delle direttive europee, ci si attende un incremento notevole delle fonti rinnovabili nella fornitura di energia termica».
Dal punto di vista impiantistico, la sostituzione del vettore energetico fossile – principalmente gas metano – con fonti rinnovabili come biometano, solare termico o pompe di calore, presuppone l’esistenza di infrastrutture oggi quasi totalmente assenti. La strada è tracciata: razionalizzare i consumi, diffondere le buone pratiche, potenziare i contratti di servizio energia e programmare investimenti coordinati (favorendo l’utilizzo dei PPP). Ma il tempo stringe: senza risposte sistemiche, l’energia rischia di diventare la variabile che erode la capacità stessa del servizio sanitario di garantire prestazioni adeguate.
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