Un agguato in piena notte, proprio sotto l’abitazione. Un uomo incappucciato che attende al buio, poi l’aggressione violenta a colpi di bastone. Ivano Perego, 52 anni, ex titolare della Perego Strade di Cassago Brianza, è stato pestato brutalmente nella notte tra domenica e lunedì scorsi a Bosisio Parini, dove risiede da alcuni anni. L’uomo si trova tuttora ricoverato nel reparto di Medicina dell’ospedale Manzoni di Lecco per i traumi riportati, soprattutto agli arti inferiori.
La dinamica dell’aggressione
Secondo quanto ricostruito finora, Perego stava rientrando a casa quando è stato sorpreso dall’aggressore, che lo attendeva nei pressi dell’abitazione. L’uomo incappucciato lo ha colpito ripetutamente con un bastone, concentrando i colpi principalmente sulle gambe, con una violenza che lascia pensare a un’azione premeditata. A dare l’allarme sono stati i vicini di casa, richiamati dalle urla disperate della vittima. Affacciandosi alle finestre, alcuni residenti hanno visto un uomo incappucciato darsi alla fuga. Immediato l’intervento dei soccorsi, che hanno trasportato Perego al pronto soccorso del Manzoni, dove i sanitari lo stanno curando per i traumi e le ferite riportate nell’agguato.
Chi è Ivano Perego
Ivano Perego, classe 1972, è stato il patron della Perego Strade (successivamente Perego General Contractor) di Cassago Brianza, azienda che agli inizi degli anni Duemila finì al centro di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano. Le indagini, coordinate dalla DDA, accertarono l’infiltrazione della ndrangheta nella società cassaghese, che venne utilizzata dall’organizzazione criminale e portata al fallimento.
L’imprenditore brianzolo venne arrestato e condannato in via definitiva a dieci anni e undici mesi, nell’ambito dell’inchiesta Tenacia, collegata all’operazione Crimine-Infinito che portò alla condanna di oltre 200 persone tra Lombardia e Calabria. A questa pena si aggiunsero altri due anni per violazione della normativa sui rifiuti speciali, irrogati dal tribunale di Lecco.
Perego ha scontato la sua pena alternando periodi di carcerazione e arresti domiciliari, ed è tornato in libertà dalla fine del 2019, con liberazione anticipata concessa dal giudice dell’esecuzione per l’ineccepibile comportamento tenuto durante la detenzione. Oggi lavora per un’azienda che si occupa di demolizioni e bonifica per rigenerazioni urbane, con sede operativa nel Milanese, e da qualche anno si è trasferito da Cassago a Bosisio Parini.
Le indagini
Le indagini sull’aggressione sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Lecco e affidate ai carabinieri della compagnia di Merate, supportati dagli investigatori del comando provinciale lecchese. Gli inquirenti stanno lavorando a 360 gradi per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e, soprattutto, individuare il movente dell’agguato.
Al momento, nessuna ipotesi viene esclusa: gli investigatori dovranno stabilire se l’aggressione sia legata a vicende recenti o a situazioni del passato, considerando anche i precedenti giudiziari della vittima. Appare però improbabile, per la distanza temporale, un collegamento diretto con i fatti dell’inchiesta Tenacia, risalenti ormai a oltre vent’anni fa. Le indagini si concentrano quindi su rapporti e situazioni più vicini nel tempo, nel tentativo di risalire all’identità dell’aggressore incappucciato e al movente che ha spinto a un’azione così violenta e apparentemente pianificata.