ANCONA «Per prima cosa metteremo mano alla riforma sanitaria dell’emergenza-urgenza e a una legge per favorire il ritorno dei giovani nelle Marche e il loro inserimento nel tessuto produttivo della nostra regione». Dopo aver stracciato la concorrenza, vincendo di 8 punti percentuali la sfida con Matteo Ricci, il rieletto Francesco Acquaroli ha declinato così, a urne da poco svuotate, le due priorità del suo secondo mandato da governatore delle Marche.

In cima ai buoni propositi, insieme alla riforma dei pronto soccorso e della prima assistenza sanitaria, c’è un tema che negli ultimi anni s’è preso con la forza dei numeri le prima pagine dell’agenda di chi amministra la nostra regione: riuscire a trattenere i giovani, soprattutto quelli laureati, che sempre più se ne vanno altrove.

Regione attrattiva

Perché le Marche sono una regione attrattiva, non solo nei confronti dell’estero, visto che nel 2024 il saldo con altre regioni segna un +1.148 residenti, oltre 150 in più del 2023. Ma l’anno scorso (ultimi dati Istat disponibili) ha continuato a salire, con un’impennata, la curva che traccia l’esodo in altri Paesi dei giovani laureati. Nel 2023 le Marche avevano fatto segnare 203 arrivi di giovani laureati dall’estero e 641 partenze (saldo di -438) mentre il dato 2024 registra una flessione degli arrivi dall’estero (154) e un’impennata delle cancellazioni all’anagrafe di laureati marchigiani tra 25 e 40 anni espatriati (930). Non è un fenomeno degli ultimi anni, visto che una crescita degli esodi di giovani laureati si registra a partire almeno dal 2013. Ma la situazione richiede interventi.

Nel 2024 le Marche hanno avuto un saldo negativo anche negli interscambi di giovani laureati con altre regioni italiane, una perdita che però nell’ultimo anno completo è calata: -472 contro il -595 dell’anno prima. Sommando i saldi con l’estero e quelli con altre regioni le Marche nel 2024 hanno perso 1.248 giovani laureati, mentre nel 2023 il saldo negativo era stato di 1.033 under 40.

I motivi

Dunque non è semplice la sfida che attende Acquaroli per trattenere nelle Marche (o farli rientrare) i giovani, specie quelli laureati. Ma perché se ne vanno in cerca di fortuna (e lavoro) in altre regioni o all’estero? Uno dei motivi è la scarsa offerta di impieghi qualificati che arriva dal sistema imprese, come testimoniano da tempo ormai gli aggiornamenti mensili dell’indagine Excelsior, realizzata da Unioncamere e Ministero del Lavoro monitorando le intenzioni delle aziende private di procedere ad assunzioni e analizzando i profili professionali richiesti.

Nell’ultimo report mensile, relativo allo scorso settembre, su 13.060 contratti di lavoro da attivare nel settore privato (industria, servizi e settore primario) le opportunità a disposizione dei giovani fino a 29 anni nelle Marche sono il 26,2% del totale, 343 posti. E le entrate programmate per cui si richiede un’istruzione universitaria sono l’11,4% del totale (149) mentre il 2,2% dei nuovi contratti in programma (29 in tutto) è riservato a candidati usciti dalle Its Academy con qualifica di istruzione tecnologica superiore.

Le medie annue

Quote per altro, quelle di settembre, che per i contratti riservati ad under 30 sono sotto il trend dei primi nove mesi del 2025 (30,6% di media), mentre per i laureati si registra un’impennata, con un 11,4% decisamente sopra la media annua, che per ora è del 9%. C’è poi il tema della qualità del lavoro offerto. Le entrate previste più numerose, nel report Excelsior di settembre, si confermano quelle di esercenti e addetti nella ristorazione (1.750) seguite da addetti alle vendite (870) e personale non qualificato nei servizi di pulizia (830). Non proprio il massimo, per un giovane che deve decidere dove spendere la sua laurea.