di
Silvia Icardi
Ordine ed efficienza da Christine Seidl, Sales director Europe di Colefax and Fowler, storico marchio di tessuti d’arredamento inglese. Nel suo appartamento un mix di suggestioni, colori e arredi recuperati in giro
L’atteggiamento di chi sceglie in diverse dottrine ciò che è affine e cerca di armonizzarlo in una nuova sintesi», è questa la definizione di eclettismo dell’enciclopedia Treccani. Una definizione che ben si addice a Christine Seidl, nata a Salisburgo, giovinezza a Vienna e Roma e infine da più di trent’anni milanese d’adozione («è la città italiana che più si avvicina al concetto di ordine ed efficienza del mio dna austraico»). A Christine, Sales Director Europe di Colefax and Fowler storico marchio di tessuti d’arredamento inglese, piace mischiare suggestioni, colori, arredi per lo più recuperati in giro per mercatini. «Come quello parigino di Saint-Ouen oggi con prezzi inavvicinabili o quello di Corsico dove per anni sono andata ogni domenica mattina accompagnata da un caro amico. Partivamo animati dai migliori propositi: non spendere più di 30 euro. Inutile dire che tornavamo con il bagagliaio dell’auto stracarico di oggetti di ogni tipo felici come bambini». L’appartamento dove ci troviamo è al piano rialzato di un bel palazzo anni 20 vicino a Largo Marinai d’Italia. «Era il 2017, poco prima di Natale. Vedo questa casa e me ne innamoro pazzamente. La mia offerta però non viene presa in considerazione surclassata da quella di un avvocato. Passano diversi mesi, poi a maggio ricevo una telefonata dall’agenzia. L’avvocato non ha rogitato perché mancano dei documenti. La casa è di nuovo sul mercato. Neanche 24 ore ed è mia».
L’appartamento mezzo soppalcato aveva molte pareti divisorie. Christine le fa demolire, rinuncia al soppalco per ottenere una cucina dal soffitto altissimo illuminata da una vetrata a tutta altezza («d’inverno qui ci sono 5 gradi in meno rispetto al resto della casa ma l’infisso originale è splendido e guai a chi mi chiede di sostituirlo. Se vuoi le cose belle devi soffrire!»), mantiene le cementine in sala e sostituisce una parte del pavimento meno pregiato, «una brutta graniglia», con un parquet neutro che non interagisce con gli arredi eccentrici come la grande applique con oblò a parete e il divanetto foderato di lino rosa di Manuel Canovas.
La passione di «vestire» le case ha origini lontane. «Da bambina mi incantavo a guardare mia nonna, che era sarta, mentre con mani dava forma ad abiti e accessori. Intorno ai 15 anni anch’io mi cimentavo a cucire i vestiti che poi indossavo. Poi per alcuni anni ho lavorato all’Ambasciata d’Austria a Roma e riversavo la mia creatività nella casa: rivestendo divani e poltrone, accumulando tende e tappeti, collezionando oggetti come i vasi che costellano l’appartamento». Le esperienze professionali da Etro prima e Colefax and Fowler poi sono palestre di gusto e sensibilità. Christine non ha mai un approccio statico, le piace cambiare posizione ai mobili, tinteggiare di nuove nuances le pareti. L’ultima passione? Lo studio Pictalab «Sono delle professioniste bravissime, decorano a mano pareti e soffitti con tecniche antiche creando ambienti unici ricchi di poesia». Superfluo dire che in Christine hanno trovato un’impareggiabile estimatrice.
Vai a tutte le notizie di Milano
Iscriviti alla newsletter di Corriere Milano
4 ottobre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA