La Ferrari non è all’altezza. Nella terza pista che sulla carta doveva rendere merito alle doti della SF-25, la Scuderia è naufragata, almeno in qualifica. Lewis Hamilton, sesto, e Charles Leclerc, settimo. Le due rosse sono a mezzo secondo dalla Mercedes di George Russell che è in pole position. Un’eternità per questa F1 che definisce i suoi valori per pochi millesimi.  

Nelle prime prove libere era sembrato che la Ferrari potesse stare nel pacchetto di mischia di chi puntava al vertice, alimentando qualche speranza. Poi è emerso il solito problema: il consumo del plank. La maledizione che si porta dietro la SF-25 fi dai primi test invernali. I tecnici del Cavallino sono stati costretti ad alzare la macchina e la rossa ha perso il carico aerodinamico necessario a lottare in modo onorevole. 

Charles Leclerc, Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari

Foto di: Rudy Carezzevoli / Getty Images

Un Charles Leclerc affranto ha spiegato con chiarezza la situazione dopo la qualifica: “La macchina era veramente difficile da guidare. Finora è stato un fine settimana difficilissimo. Nelle FP1 siamo andati bene, eravamo anche abbastanza veloci: non eravamo nemmeno al limite. Anzi, avevamo margine. Poi, però, abbiamo dovuto fare delle modifiche forzate alla macchina e dalle FP2 abbiamo faticato tanto, quindi…”. 
 
Il monegasco parla chiaro: mette il dito nella piaga senza dover specificare cosa gli ingegneri sono stati costretti a fare. Ormai lo sanno tutti: la Ferrari è stata progettata per correre in modo radente alla pista, ma per essere legale è costretta a sollevare il fondo di qualche millimetro da terra, perdendo la spinta verticale necessaria a dare la giusta energia alle gomme. E così addio alle prestazioni… 

Ferrari SF-25: dettaglio della sospensione posteriore che non ha cambiato il comportamento della rossa

Ferrari SF-25: dettaglio della sospensione posteriore che non ha cambiato il comportamento della rossa

Foto di: AG Galli

 
La SF-25 è nata male, ma i correttivi portati prima della sosta estiva non hanno cambiato la situazione: la Ferrari ha fatto un grosso investimento per rifare la sospensione posteriore che doveva essere la panacea di tutti i guai. Una modifica arrivata tardi che, alla resa dei conti, non ha cambiato il comportamento della monoposto che resta critica anche in frenata.

Fred Vasseur aveva (ingiustamente) attribuito le colpe della vettura sbagliata a Enrico Cardile, oggi apprezzato interfaccia del “genio” Adrian Newey all’Aston Martin, ma non si può dimenticare il “buco nell’acqua” fatto dello staff di Loic Serra nello sviluppo della rossa, quando era stata promessa una seconda parte di campionato in crescita, come era accaduto con successo l’anno scorso. 
 
La Scuderia aveva concluso il 2024 a 14 lunghezze dalla McLaren, lottando per il Costruttori fino all’ultimo GP. Ora le monoposto papaya sono lontane 337 punti. Un’enormità. Ma anche la Mercedes ha messo il naso avanti, lasciando intendere che anche il secondo posto nella classifica a squadre è solo un’illusione. 

Lewis Hamilton, Ferrari SF-25

Lewis Hamilton, Ferrari SF-25

Foto di: Shameem Fahath / Motorsport Network

 
Leclerc a Marina Bay se l’è presa con la macchina, mentre Hamilton ha recriminato sulla gestione della squadra. Lewis si è rassegnato: non pretende che la SF-25 venga cucita al suo modo di guidare, ma dopo le vacanze estive ha cambiato atteggiamento: l’inglese ha provato ad adattarsi alla rossa, riducendo sensibilmente il suo gap da Charles, ma il sette volte campione del mondo si è lamentato delle “… attese in pit lane, dell’abbassamento della temperatura delle gomme, tutte queste cose non permettono di ottimizzare le sessioni per come si sviluppano. Tutti stanno cercando di lavorare nel miglior modo possibile e dovremmo guardare anche ciò che fanno gli altri”. 
 
Insomma, non funziona la macchina e non funziona la squadra. I piloti auspicano dei cambiamenti. Non tanto per sperare ancora in una vittoria, quanto per guardare al campionato 2026, quando sarà importante voltare pagina… 

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