“Non potrei vivere senza Champagne: nella vittoria lo merito, nella sconfitta ne ho bisogno”. Così disse (o almeno leggenda vuole avrebbe detto) un insospettabile Napoleone Bonaparte. Una citazione che gli adepti o estimatori del vino effervescente francese più esportato al mondo non avranno di certo difficoltà a far propria. Francesco Piccat la ricorda fin dalla prefazione di Champagne. Passato, presente e futuro di un vino leggendario edizioni Kellerman (144 pagine, 18 euro). Cominciamo dal dire che l’autore è più che esperto in materia: due anni fa, per la stessa collana, ha firmato Borgogna. Storie di grandi vini francesi. Di origini piemontesi, è oltralpe che Piccat si è specializzato in materia e a Parigi tiene corsi e seminari al Museo del Vino.
Lo champagne e la moda
Alla Paris Fashion Week, non c’è drink che gli tenga testa: lo champagne è il protagonista assoluto degli eventi, pronto ad accogliere gli invitati in calici tulipes (che ricordano la forma di un tulipano) fin dal lofo ingresso. Ma il legame tra moda e champagne non si limita a drink di accompagnamento: questo settembre è stato segnato dal lancio della collaborazione tra Jacquemus e Veuve Cliquot e della loro bottiglia in limited edition, La Grande Dame 2018 rivista attraverso la lente del talentuoso designer provenzale. Lo champagne, oltre che di momenti da celebrare, è ormai inscindibile sinonimo di glamour. Il brand newyorkese Judith Leiber è riuscito persino a trasformarlo in un’originalissima pochette tempestata di cristalli. Insidiato da cocktail in voga, come l’Espresso Martini o l’Aperol Spritz, e dalle sfide di un mercato in crisi, lo spumante per eccellenza riesce però a resistere e non passa di moda. Perché? Lo abbiamo chiesto a un intenditore.
Un po’ di storia
L’ottima reputazione dello champagne giunta ai giorni nostri, non ha in realtà accompagnato la produzione del vino delle campagne di Reims e Épernay dagli albori. Al contrario, per secoli le bollicine sono state considerate un difetto, incapaci di reggere il confronto con il “mostro sacro” dei vini di Borgogna. Nel libro di Francesco Piccat si scopre che è solo a partire dal Settecento che i vini di champagne diventano simbolo di libertinaggio e lussuria, ma anche di edonismo e raffinatezza. “Un vino aristocratico, esteta e illuminista”, scrive l’autore. Luigi XV fu il primo sovrano a interessarsi delle sorti dell’inebriante vino che finì per diventare anche il vin des philosophes e accomunare personaggi come Voltaire e Giacomo Casanova.
Scorrendo tra le pagine di Champagne. Passato, presente e futuro di un vino leggendario, si ripercorrono momenti cruciali per il destino dello spumante, come la nazionalizzazione dei beni ecclesiastici, ricchi di vigne e dei loro frutti, con la Rivoluzione Francese. Non dimentichiamo infatti che la vinificazione era stata a lungo appannaggio dei monaci. L’Abbazia di San Pietro di Hautvillers, quella di Dom Pérignon, considerato (a torto?) l’inventore dello champagne, fu acquistata nel 1823 dalla famiglia Chandon, che solo più tardi si legherà ai Moët. Il XIX secolo segna la definitiva affermazione dello champagne: i commercianti della regione investono negli strumenti per produrlo mentre i progressi scientifici conducono alla nascita delle più emblematiche maison.

La copertina di Champagne. Passato presente e futuro di un vino leggendario
Guida alla degustazione
Il libro di Francesco Piccat offre a chi si approccia al mondo dello champagne una serie di terminologie, sigle e basi utilissime per riconoscere le bottiglie più nobili. L’esperto ricorda anche che sono solo sette i vitigni autorizzati alla produzione di champagne, secondo il rigoroso metodo champenois, che comprende una numerosa serie di variabili che rendono unico lo stile di ogni champagne. Immancabile una sezione dedicata alla gastronomia e agli accostamenti che esaltino le degustazioni, nonché ad alcune specialità della regione dello Champagne, dai formaggi ai palets roses, gli iconici biscottini rosa di Reims. E se le visite alle cantine storiche delle maison – da Taittinger a Veuve Cliquot per nominarne davvero solo un paio- sono sempre un’ottima idea, Piccat fornisce una guida approfondita verso altre mete non lontane (e magari meno note) per una gita perfetta nella campagna francese più spumeggiante.