«Siamo più di un milione per Gaza», rilanciano più volte gli organizzatori a Roma dagli altoparlanti. Musica, slogan per la Palestina e contro il Governo. Spunta pure qualche vessillo di Hamas e uno striscione che alza le polemiche: «7 ottobre la resistenza palestinese».

Per terra la Stella di David viene calpestata. Per la Questura a fine serata i partecipanti al maxi corteo proPal di ieri nella Capitale saranno 250mila, ma al di là delle cifre, impressionante è stato il colpo d’occhio del fiume ininterrotto di persone che ha sfilato dalle due fino alle sette del pomeriggio dal piazzale di Porta San Paolo fino a San Giovanni passando per il Colosseo. Appena chiusa la “festa”, però, con il buio, ecco arrivare altre immagini impressionati: quelle di scontri, cariche, bombe carta, idranti in azione, auto e cassonetti in fiamme, tra i romani e i turisti spaventati.

GUERRIGLIA
Tutto inizia quando gli antagonisti in coda al corteo si sono improvvisamente incappucciati nascondendosi dal denso fumo dei petardi colorati per uscire dal serpentone all’altezza di via Labicana intenzionati a raggiungere il Centro e i palazzi del potere. Il primo gruppo ha deviato per Santa Maria Maggiore, qui le prime scintille con la polizia: gli agenti in tenuta antisommossa sono intervenuti con gli idranti, fermandone un centinaio. Circondati sulle scalinate dietro la Basilica invocano «l’avvocato». Intorno amici e compagni a urlare: «Liberi, liberi». Altrettanti hanno proseguito e sono stati intercettati e fermati dalla Digos e dal Reparto mobile in via Lanza. Non basta. 

Altri tafferugli, poco prima delle 20, sono scoppiati sempre davanti alla Basilica che accoglie le spoglie di Papa Francesco, con un manipolo di ragazzi che si sono divincolati mentre gli agenti provavano a identificarli. Un’ora dopo su via Merulana, di fronte al teatro Brancaccio altri manifestanti, come riportato dalla Questura, hanno iniziato un fitto lancio di fumogeni, bottiglie e petardi. Qui una vettura è stata danneggiata e un’altra ha preso fuoco. Vandalizzata anche una volante della polizia, a cui hanno spaccato i finestrini; in frantumi la vetrina di un Carrefour. In piazza Vittorio, i cassonetti sono stati usati mo’ di barricate, alcuni dati alle fiamme. Momenti di tensione anche davanti al palazzo occupato da CasaPound: quando un gruppo è passato lì sotto, dalle finestre hanno lanciato oggetti contro i manifestanti i quali hanno risposto tirando bottiglie di vetro. Una ha colpito un minorenne, rimasto ferito. Anche un altro manifestante sarebbe rimasto ferito. Una giornalista dell’Adnkronos, invece, è stata minacciata e costretta a cancellare una foto fatta ai “black bloc” che si stavano “vestendo” in piazza San Giovanni. In totale 41 feriti tra le forze dell’ordine (35 poliziotti, 3 della finanza, 2 carabinieri e un agente penitenziario). Due le persone arrestate, provenienti da fuori provincia, 10 quelle fermate tutte appartenenti alla frangia antagonista, ben 262 quelle identificate e che saranno deferite all’autorità giudiziaria sempre per resistenza, danneggiamento e adunata sediziosa. In cinque sono state bloccate a Porta Maggiore. In zona san Giovanni, sempre la polizia ha arrestato fermato un giovane che aveva appena aggredito un agente. Tra i fermati alcuni ventenni romani e altri giovani di altre province e regioni.

AVVISAGLIE E ADESIVI
Le avvisaglie non erano mancate. Col supporto della polizia stradale, gli agenti nel corso della mattinata avevano fermato ai caselli autostradali tra i numerosi mezzi in viaggio per la Capitale in partenza soprattutto dalla Toscana e dalla Campania, due pullman e una macchina all’interno dei quali sono state trovate maschere antigas, indumenti usa e getta di quelli utilizzati per aggirare il rischio di identificazione, nonché aste metalliche e in legno. Una sessantina le persone controllate e che avranno il foglio di via da Roma. Mentre il corteo sfilava, nel parco del Colle Oppio, sopra il Colosseo, invece, erano stati fermati 5 giovanissimi, tutti minorenni, provenienti da Pisa a cui sono stati sequestrati caschi, fumogeni, bottiglie in vetro e bombolette spray. In giornata su alcune pietre di inciampo degli ebrei a Trastevere erano comparsi adesivi con i nomi dei morti a Gaza.

Canti, cori, studenti dei licei e delle università, operai, anche anziani e famiglie: hanno camminato composti per ore ieri pomeriggio sotto il sole, ma le informative elaborate dalla Questura e dai carabinieri da giorni ipotizzavano la possibile presenza di infiltrati nella manifestazione provenienti da fuori Roma, in prevalenza da Napoli, Torino, Padova e Firenze intenzionati a creare caos. Ragazzi dei collettivi e dei centri sociali, molti anarchici, organizzati per la guerriglia urbana. In via Labicana i primi segnali: un petardo lanciato verso i finanzieri schierati. Poi l’improvvisa comparsa degli incappucciati.

«ISOLATELI»
Tra i primi a capire che qualcosa stava per accadere, sono stati alcuni dei manifestanti pacifici, più vicini ai black bloc. «Hanno acceso i fumogeni, quindi hanno cominciato a travisarsi». Nelle chat delle organizzazioni è stato lanciato anche un tam tam: «Fotografateli, fate video, vanno isolati, perché la polizia non interviene?». C’è chi i fischia: «Andate via». Qualcuno si chiede: «Chi sono? Rovinano tutto, parleranno solo di loro». Altri ribadiscono: «Ma il nostro messaggio è arrivato, l’Italia sa da che parte stare».

I primi duecento vengono fermati poco dopo e neutralizzati. Ma altri gruppetti si sparpagliano in serata per il reticolo di strade tra il Colle Oppio e Santa Maria Maggiore. Se all’inizio della manifestazione, i tanti clienti ancora seduti ai tavoli dei ristoranti lungo viale Aventino assistevano al corteo, tranquilli, alcuni plaudendo, in serata, lo scenario all’Esquilino cambia: via di corsa i tavoli, bar e locali sono costretti ad abbassare le saracinesche, tra i turisti invitati a mettersi in sicurezza. Per il prefetto di Roma Lamberto Giannini «nonostante la presenza di persone intenzionate solo a fare disordini, è stato garantito il regolare svolgimento della manifestazione». Dalla premier Giorgia Meloni un «sentito ringraziamento alle forze dell’ordine per il lavoro straordinario svolto» e «vicinanza agli agenti feriti». 
 


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