Arezzo, 06 ottobre 2025 – “I nostri borghi non sono fatti solo di pietre e panorami, ma di persone, di storie e di futuro. Un futuro che, purtroppo, stiamo perdendo.” Così Francesco Carbini, valdarnese di San Giovanni, candidato per Casa Riformista nel collegio di Arezzo alle elezioni regionali della Toscana, lancia la sua riflessione sul destino dei piccoli centri e sulle politiche necessarie per contrastarne l’abbandono. Per Carbini “non basta richiamarsi al turismo per spezzare l’isolamento dei borghi. È necessario trasformare la Legge Toscana Diffusa in un piano d’azione concreto e integrato, capace di creare vere opportunità per chi vive e lavora in queste aree”. Secondo il candidato, la riqualificazione dei piccoli centri deve partire “dalla rottura delle barriere che ne alimentano l’isolamento”, attraverso investimenti in infrastrutture, sicurezza, trasporto pubblico e banda ultralarga. “A questo – aggiunge – si deve affiancare il recupero del patrimonio edilizio esistente, coinvolgendo soggetti privati e cooperative di comunità per generare nuova economia e coesione sociale”.

Un punto centrale del programma riguarda la sanità territoriale. “L’assistenza sanitaria e socio-sanitaria deve essere diffusa: la sanità deve arrivare ai cittadini. Occorre qualificare e potenziare i servizi territoriali, collaborando con le associazioni e il mondo del volontariato che rappresentano una risorsa insostituibile per le nostre comunità”. Carbini sottolinea anche la necessità di “dare ossigeno e prospettive a chi investe o vorrebbe investire nelle zone più remote, incentivando la presenza di esercizi commerciali e attività artigianali”. In questo senso, propone l’introduzione di una fiscalità di vantaggio, a partire da “una significativa riduzione delle aliquote IRAP, per alleggerire il carico su chi decide di restare o di avviare un’attività nei piccoli centri”. Un’attenzione particolare è riservata ai giovani: “Dobbiamo ridare vita ai borghi favorendo la riapertura e il mantenimento delle scuole e degli impianti sportivi, perché dove c’è una scuola, c’è una comunità che cresce.” “Solo investendo in infrastrutture, sanità, economia e comunità – conclude Carbini – possiamo garantire che i nostri borghi non restino solo un ricordo da cartolina, ma tornino a essere luoghi in cui vivere, crescere e costruire il futuro.”