di
Elisabetta Andreis
Alessandro Negrini e Fabio Pisani: «È stato un maestro generoso, sempre presente, sempre curioso. Il suo pensiero continuerà a guidarci ogni giorno»
Avrebbe compiuto 92 anni il prossimo 27 gennaio. Figura centrale e rivoluzionaria nella storia della gastronomia italiana, Aimo Moroni, insieme alla moglie Nadia, ha saputo segnare un’epoca. Fin dagli anni Sessanta, nella periferia milanese, ha dato vita a una cucina autentica, innovativa e profondamente radicata nella cultura e nei prodotti del territorio italiano.
In un periodo in cui la cucina d’autore era fortemente influenzata dai modelli francesi, Aimo ha tracciato una nuova via: quella di una cucina italiana contemporanea, fatta di identità, etica, materia prima e cultura.
Il suo approccio, fondato sulla valorizzazione del prodotto, sul rispetto delle tradizioni locali e su una ricerca incessante del gusto vero, ha aperto la strada a un pensiero gastronomico nuovo, libero da mode e imposizioni, ma profondamente legato alla verità del territorio.
«Mio padre è stato un uomo profondamente libero, curioso e di grande avanguardia. Ha sempre creduto che la cucina fosse uno strumento per raccontare il mondo, per difendere la bellezza, per far stare bene le persone.
Ma, prima ancora, è stato un uomo capace di un affetto straordinario: generoso, attento, presente. Sapeva ascoltare, incoraggiare, prendersi cura.
Amava la vita in ogni sua forma e sapeva trasmettere questo amore con gesti semplici, con una parola gentile, con un sorriso. Non era solo un cuoco, era un custode di memorie e un costruttore di futuro. La sua umanità resterà la sua lezione più grande», ha affermato la figlia Stefania Moroni.
Aimo lascia la sua città natale nel 1946 per trasferirsi a Milano, dove inizia a lavorare nelle cucine di diversi locali, apprendendo i segreti del mestiere con curiosità e umiltà. Nel 1962, insieme a Nadia, apre il suo ristorante in via Montecuccoli, alla periferia sud-ovest della città. Da quel piccolo locale inizia un percorso straordinario: una cucina che parte dalla memoria toscana per abbracciare l’Italia intera, reinterpretando ingredienti, saperi e culture con una sensibilità moderna e personale.
Sono anni di ricerca e sperimentazione, in cui Aimo e Nadia gettano le basi di un linguaggio gastronomico nuovo. Alla fine degli anni Settanta, Il Luogo viene riconosciuto dalla critica come uno dei punti di riferimento della cucina italiana per aver compiuto una vera e propria rivoluzione culturale: mettere al centro la materia prima, la sua origine, la sua stagione e la sua dignità. Una rivoluzione gentile, fatta di pensiero, consapevolezza e rispetto.
Negli anni Ottanta e Novanta, Aimo e Nadia consolidano il loro stile, rendendolo sempre più riconoscibile e coerente. Partecipano a eventi, conferenze e incontri internazionali che contribuiscono a diffondere il loro messaggio: la cucina come atto culturale e sociale, come dialogo tra artigianato, territorio e futuro.
Una visione che ha ispirato generazioni di cuochi e che ha contribuito a definire i fondamenti della cucina italiana contemporanea.
Nel 2005, per il suo contributo straordinario alla cultura gastronomica e alla città di Milano, Aimo Moroni riceve l’Ambrogino d’Oro, la massima onorificenza civica conferita dal Comune. Un riconoscimento che celebra non solo il cuoco, ma l’uomo, il cittadino e il testimone di valori etici e umani profondi. La sua autorevolezza e la sua visione lo hanno portato a collaborare con università, istituzioni e centri di cultura – tra cui EPAM, l’Università Cattolica, il Politecnico di Milano e l’Accademia di Brera – contribuendo a costruire un dialogo concreto tra cucina, arte, ricerca e società.
Ma la sua più grande eredità resta l’impegno verso i giovani: Aimo ha sempre creduto nella trasmissione del sapere come atto d’amore e di responsabilità, lasciando una traccia viva in chi ha avuto il privilegio di lavorare al suo fianco. Oggi, quel testimone è raccolto da Stefania Moroni, sua figlia, e dagli chef Alessandro Negrini e Fabio Pisani, che da oltre un decennio portano avanti l’identità de Il Luogo di Aimo e Nadia, onorando ogni giorno il pensiero e la visione di Aimo.
«Aimo ci ha accompagnato attraverso l’onestà nei confronti del piatto, il rispetto per la materia prima, l’ascolto del territorio e delle persone. È stato un maestro generoso, sempre presente, sempre curioso. Il suo pensiero continuerà a guidarci ogni giorno. Oggi ci sentiamo più che mai responsabili di custodire e portare avanti la sua visione», hanno dichiarato Alessandro Negrini e Fabio Pisani.
Aimo Moroni ha saputo trasformare un piccolo ristorante di periferia in un luogo di pensiero gastronomico e culturale. Ha lasciato un segno profondo, destinato a vivere nei piatti, nelle parole, nei gesti e nella coscienza di chi vede nella cucina non solo un mestiere, ma un modo di guardare il mondo. I funerali si svolgeranno nei prossimi giorni e saranno aperti a colleghi, amici, appassionati e a tutti coloro che hanno condiviso il suo cammino.
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6 ottobre 2025 ( modifica il 6 ottobre 2025 | 16:22)
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