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Andrea Pasqualetto
Trieste, la superperizia di 2mila pagine disposta dal gip: risultati negativi. La soddisfazione del legale di Zornitta: «Archiviazione scontata» Deluse le vittime dell’attentatore
Nessuna pistola fumante. Nè contro l’ingegnere Elvo Zornitta né contro gli altri dieci indagati. La nuova perizia sul caso Unabomber, disposta oltre due anni e mezzo fa dal gip di Trieste, non ha individuato l’imprendibile attentatore che piazzò trappole esplosive fra Veneto e Friuli negli anni compresi fra il 1994 e il 2006. Si tratta di un documento di circa duemila pagine, firmato dall’ex comandante del Ris di Parma oggi in pensione Giampietro Lago e dall’antropologa molecolare forense Elena Pilli, che sarà consegnato alle parti nei prossimi giorni in vista dell’udienza di incidente probatorio fissata per il prossimo 20 ottobre.
Le comparazioni e l’archiviazione
I periti hanno comparato vecchi e nuovi reperti degli ordigni, ripescati dagli archivi del tribunale, con il Dna delle undici persone che all’epoca erano state sospettate. Tutti uomini di una certa età, pensionati, che si sono ritrovati sotto inchiesta dopo essere stati all’epoca sospettati e archiviati. Gli inquirenti speravano nelle nuove tecniche di biologia forense ma la ricerca del cosiddetto match ha dato esito negativo. Sono state fatte centinaia di analisi, nelle quali sono finiti anche i profili genetici di altre 39 persone, soprattutto investigatori e tecnici di laboratorio, che avrebbero potuto contaminare i reperti. Dopo il deposito e il confronto in aula sui dati, la parola passerà alla Procura. A meno di sorprese Unabomber resterà dunque un mistero e il fascicolo destinato a una nuova, definitiva archiviazione.
Triste epilogo per le sue vittime.
«Non è stato trovato nulla»
«La situazione rattrista un po’ perché non è stato trovato assolutamente nulla», ha commentato una delusa Marina Baldi, il consulente nominato dall’avvocato Serena Gasperini, presente ieri all’incontro con i periti. Gasperini assiste Francesca Girardi che oggi ha 31 anni e ne aveva nove quando perse la mano destra e la funzionalità di un occhio per aver raccolto un evidenziatore esplosivo sul greto del Piave. L’inchiesta bis è partita anche grazie a lei e a Greta Momesso, che a sei anni restò mutilata della mano sinistra per lo scoppio di un cero elettrico. Entrambe, con il giornalista Marco Maisano, hanno dato impulso alle indagini.
«Analisi complicatissime»
Diverso l’umore dalle parti degli indagati. «Siamo soddisfatti per aver avuto la conferma che il mio assistito non c’entra nulla e che anche rispetto agli altri non siano state trovate tracce. Si chiudono così due anni e mezzo di analisi complicatissime e costosissime, archiviazione scontata», ha ricordato Maurizio Paniz, difensore di Elvo Zornitta, l’ingegnere di Azzano Decimo (Pordenone) che più a lungo è stato sotto accusa. «Non ne posso più», aveva detto Zornitta al Corriere la scorsa settimana.
Degli altri, ricordiamo le preoccupazioni di Fausto Muccin, pensionato di Casarsa della Delizia: «Per me questa vicenda è sconvolgente perché non mi fido più di nessuno: se vogliono incastrarti t’incastrano anche se sei innocente».
Le contaminazioni
Va detto che, quali che fossero le conclusioni dei periti, la nuova indagine su Unabomber nasceva con un paio di vizi: la vicina prescrizione e la contaminazione dei reperti, rispetto alla quale le difese degli indagati avrebbero buon gioco a dare battaglia .
6 ottobre 2025 ( modifica il 6 ottobre 2025 | 21:57)
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