Roma, 6 ottobre 2025 – Greta Thunberg è libera. Atterrata ad Atene dopo l’espulsione da Israele, è tornata a parlare del genocidio di Gaza, “trasmesso in streaming in tutti i nostri telefoni”. “Nessuno ha il privilegio di dire che non sapeva quello che stava accadendo – ha detto Thunberg, acclamata dalla folla greca –. La Flotilla ha agito mentre i nostri governi non l’hanno fatto”.
E’ stato il ministero degli Esteri israeliano a comunicare stamani il rilascio di Thunberg, lo stesso ministero che aveva annunciato mercoledì sera l’abbordaggio di Alma, la nave ammiraglia della spedizione su cui viaggiava la svedese. “Greta e i suoi amici stanno bene”, aveva rassicurato Tel Aviv in una nota dai toni sarcastici. Oggi il ministero ha fatto sapere che “altri 171 provocatori della flottiglia […], tra cui Greta Thunberg, sono stati espulsi oggi da Israele verso Grecia e Slovacchia”, allegando un foto della giovane svedese e di altre due donne all’aeroporto internazionale Ben Gurion vicino a Tel Aviv. Le attiviste vestono le tute grigie che vengono comunemente fatte indossare ai detenuti israeliani. Un’immagine che intende etichettare anche visivamente la giovane svedese e le altre con lei come criminali.
Greta Thunberg accolta all’aeroporto di Atene ( Afp)
Secondo le testimonianze di chi era con lei, Greta Thunberg sarebbe stata particolarmente presa di mira dalle Forza Armate Israeliane al momento della sua cattura e durante la detenzione. Due giorni fa il giornalista turco Ersin Celik, che era a bordo della Flotilla, aveva raccontato di come la 22enne sia stata costretta all’umiliazione di baciare la bandiera israeliana.
“Greta maltrattata e umiliata. Il suo sorrisetto li ha fatti sbroccare”
“Ero a cinque metri metri da Greta – conferma oggi José Nivoi, il portuale genovese già tornato da Israele – lei è quella maggiormente maltrattata, è stata umiliata, le hanno messo la bandiera israeliana addosso, la insultavano in ebraico, sputavano a terra vicino a lei, ma lei aveva un sorrisetto che li faceva sbroccare. Abbiamo toccato con mano una minima parte di quello che accade al popolo palestinese”.
“Il console italiano succube”
Nivoi ha poi accusato il consolato italiano di aver fatto poco per i connazionali. “E’ evidente che il onsole fosse sotto pressione del governo israeliano: un atteggiamento succube“.
Il sindacalista ha raccontato la detenzione: “Siamo stati messi in un piazzale in porto, in ginocchio, obbligati a guardare a terra per cinque ore. Poi ci hanno spostati in un magazzino, dove le telecamere non potevano vedere. Siamo entrati con il passaporto in mano, ci hanno tolto lo zaino, ci hanno perquisiti e spogliati”. Nivoi aveva con sè un libro, ‘Pensando ad Anna’, “mi hanno fatto domande politiche, quando hanno capito che il libro non fosse un semplice romanzo me l’hanno preso e buttato nella spazzatura, mi hanno buttato le cose personali a parte il passaporto”. Nivoi racconta di un “magazzino fatto di check point al cui interno vi era un poliziotto e un militare. Poi siamo stati spostati in un check point dove dovevo firmare un foglio in ebraico, ma mi sono rifiutato”.
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