MILANO – Al via le misure strutturali per ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera, ma la Lombardia si avvia alla stagione fredda con una ‘zavorra’ di giorni di superamento dei valori limiti che, in alcuni casi, ha già sforato il ‘bonus europeo’ dei 35 giorni. Dall’1 ottobre e fino al 31 marzo 2026, sono in vigore le disposizioni regionali, che prevedono misure strutturali come i limiti all’utilizzo del riscaldamento domestico e alla circolazione dei veicoli più inquinanti. Sono previste, poi misure emergenziali che quest’anno scatteranno dopo 2 giorni (non più quattro) consecutivi di Pm10 sopra la concentrazione media di 50 microgrammi per metro cubo; le misure emergenziali di livello 2 scatteranno dopo una settimana.

Secondo le stime di Arpa Lombardia, dall’8 ottobre inizieranno a registrarsi valori medi sopra i 20 microgrammi per metro cubo di Pm2,5, in particolare nelle province di Pavia, Milano e Cremona. Va ricordato che, ad oggi, la normativa non prevede un limite giornaliero di Pm2,5, bensì un limite annuale di 25 microgrammi/ metro cubo di media annua, mentre l’Oms ha indicato come limite cautelativo i 15 microgrammi/metro cubo al giorno (media annuale di 5).

Ma come si presenta, la Lombardia, all’appuntamento annuale con il ‘semestre nero’ delle polveri sottili? I dati delle centraline della rete di Arpa Lombardia evidenziano che ci sono già alcuni casi in cui è stato già bruciato il ‘bonus’ europeo dei 35 giorni annui di superamento delle concentrazioni limite di Pm10. È il caso di Soresina, nel Cremonese, dove il Pm10 ha superato la soglia dei 50 microgrammi per metro cubo per 38 giorni dal 1° gennaio; stesso dicasi per Rezzato, nel Bresciano, con 35 giorni di superi. Sopra il mese di Pm10 sopra i limiti anche Codogno (Lodi, 31 giorni) e Corte de Cortesi (Cremona, 34). Tra i capoluoghi, Lodi è a quota 28 giorni di superi, Cremona a 22, Pavia a 21. Questo quadro si aggiunge a quello già negativo dei mesi estivi, contrassegnati da livelli di ozono che Legambiente Lombardia definisce “fuori controllo”.

La relazione tra alti livelli di ozono ed eccessi di mortalità per patologie respiratorie ha spinto da tempo istituzioni internazionali come l’Oms a definire obiettivi per la riduzione delle concentrazioni di ozono. Alla data del 31 agosto la città che ha mostrato una situazione più grave è stata quella di Bergamo, con ben 77 giornate di superamento del valore obiettivo. Le situazioni più critiche hanno riguardato l’Ovest Lombardia (Bergamo, Lecco, Milano, Pavia e Cremona). Anche per quanto riguarda gli episodi più acuti, con superamento della soglia di informazione (180 mg/m3 come media oraria), Bergamo resta la città che ne ha subito in maggior numero (ben 72 fino al 31 agosto 2025), ma i capoluoghi colpiti con maggiore frequenza sono Bergamo, Lecco, Milano, Varese, Pavia, Monza, Cremona, Como e Lodi.