C’era stato quello di settembre, poi quello del 3 ottobre. Due scioperi per protestare contro la guerra a Gaza che avevano paralizzato Roma e l’Italia. È quindi comprensibile la “rabbia” dei romani che venerdì 10 ottobre dovranno fare i conti con una nuova mobilitazione di 24 ore che riguarderà il personale dell’Atac. Un’intera giornata durante la quale saranno a rischio bus e metro (i tram sono sospesi per due mesi). Il sindacato Sul, che ha indetto la protesta, ha scritto una lunga lettera per spiegare come mai ci sarà un nuovo sciopero e, soprattutto, per scusarsi con gli utenti.
I problemi dei lavoratori in Atac
“Il Sindacato unitario lavoratori (Sul) chiede ancora una volta scusa per i disagi che inevitabilmente si ripeteranno il 10 ottobre prossimo, quando i lavoratori saranno costretti, loro malgrado, a incrociare le braccia per 24 ore”. Inizia così la nota inviata dal sindacato per spiegare le ragioni dello sciopero. “Non abbiamo alternative – si legge – Atac e i sindacati concertativi continuano a ignorare una vertenza seria e articolata, che nasce da problemi reali e quotidiani”.
E la lista dei problemi evidenziati è lunga. Si va dai cambi turno per conciliare meglio “i tempi di vita e di lavoro” alla sicurezza nelle rimesse e ai capolinea “che resta trascurata”. “È emblematico il caso di via di Portonaccio, dove da tempo si verificano gravi incidenti sulle strisce pedonali all’uscita del personale – si legge ancora – incidenti che potrebbero essere evitati se venisse installato un semaforo o attivato quello già esistente a pochi metri di distanza”.
I buoni pasto
Altro problema riguarda i buoni pasto: “È inaccettabile che gli autisti in servizio durante determinate fasce orarie non ricevano il buono pasto, dovendo sostenere spese quotidiane che, a fine mese, diventano cifre importanti. Intanto, il servizio mensa – da sempre giudicato inadeguato dai lavoratori – continua a essere mantenuto in vita senza trasparenza sulle reali motivazioni. In quasi tutte le aziende moderne, il buono pasto è la regola, non l’eccezione, ma Atac si sa non ha mai brillato in eccellenze” accusa il Sul.
Inoltre, secondo i rappresentanti dei lavoratori, l’Atac non applicherebbe correttamente la legge 104, “distinguendo impropriamente tra utilizzo personale e assistenza ai familiari. Una prassi che viola il diritto e la dignità dei dipendenti interessati”.
“Sconcertante è il silenzio di Roma Capitale e del mondo politico su questa vicenda. Durante la precedente consiliatura – ricorda il Sul – il Consiglio comunale – all’unanimità – approvò una “memoria di giunta” per invitare Atac a risolvere il problema degli inquadramenti. Oggi tutto è stato dimenticato, ma crediamo che sia giunta l’ora che la Corte dei Conti e gli enti preposti verifichino perché un’azienda pubblica continui a ignorare atti ufficiali e sentenze definitive sprecando economie utili per altre finalità”.
Smart working negato
Come se non bastasse, “per nascondere le proprie inefficienze l’azienda e i sindacati concertativi continuano a penalizzare e discriminare interi settori di lavoratori con accordi che li vedono esclusi dalle politiche premianti”, come i lavoratori della Roma/Giardinetti, del settore sosta e parcheggi, per non parlare “dei grandi esclusi gli impiegati a cui viene addirittura negato per più di un giorno a settimana lo smart working nonostante le direttive del sindaco che rappresenta la proprietà”.
Lo sciopero non è un capriccio
La nota si conclude evidenziando come lo sciopero del 10 ottobre non sia “un capriccio” ma una scelta “di responsabilità verso i lavoratori e verso i cittadini, perché un’azienda pubblica può e deve essere trasparente, efficiente e rispettosa dei diritti di chi vi lavora”.