Per l’esimia giurista Francesca Albanese, a cui va la nostra gratitudine per tutto il tempo che trascorre quotidianamente in tv nel tentativo davvero improbo di istruirci, la senatrice Liliana Segre non è autorizzata a intervenire su Gaza. Se hai un tumore, spiega l’esimia, chiedi la diagnosi a un oncologo, non a qualcuno che è sopravvissuto alla malattia. Un paragone di buon gusto, non c’è dubbio, e dalle applicazioni sorprendenti. Nel mondo della marchesa del Grillo (“io sò io e voi…” con quel che segue), solo gli psicologi e i criminologi potrebbero discutere di femminicidi, non le vittime scampate alla morte, troppo coinvolte emotivamente per riuscire credibili. In uno slancio di generosità, Albanese si dichiara disponibile a parlare di genocidio con “accademici sionisti” (esisterà un albo apposito?), ma non con Segre e men meno con giornalisti, politici e cittadini in genere, che soffrono, dice, di “analfabetismo funzionale”.

A forza di studiare la democrazia di Hamas, può darsi che Albanese abbia finito per ridisegnare i contorni di un concetto che noi analfabeti funzionali ci ricordavano un po’meno elitario. Una volta la democrazia non consisteva infatti nel parlare con tutti e, soprattutto, nell’ascoltarli? O almeno nel fingere di farlo, invece di alzarsi di scatto dalla poltrona di uno studio televisivo, come ha fatto lei, piantando in asso gli altri ospiti per punirli del grave torto di non volerle dare sempre ragione.



















































Il Caffè di Gramellini vi aspetta qui, da martedì a sabato. Chi è abbonato al Corriere ha a disposizione anche «PrimaOra», la newsletter che permette di iniziare al meglio la giornata. Chi non è ancora abbonato può trovare qui le modalità per farlo e avere accesso a tutti i contenuti del sito, tutte le newsletter e i podcast, e all’archivio storico del giornale.

7 ottobre 2025, 06:52 – modifica il 7 ottobre 2025 | 08:00