Renate Brianza (Monza), 7 Ottobre 2025 – Non esiste un nesso di causa tra l’iniezione di antinfiammatorio nel gomito e l’infezione che gli ha “mangiato” l’osso dell’avambraccio sinistro, obbligandolo a subire una decina di interventi chirurgici e a mettere una placca in titanio in attesa di una protesi che probabilmente non potrà neanche essere applicata.  

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A processo per lesioni colpose gravi 

Lo ha stabilito la perizia medico legale sul cinquantenne di Renate Brianza che accusa il farmacista del paese di essersi offerto nel 2019 di fargli le infiltrazioni al braccio dolorante, portandolo nel retrobottega dove, sostiene la vittima, gli ha fatto l a pun tura, senza sterilizzare o disinfettare. La perizia è stata disposta dalla giudice del Tribunale di Monza Giulia Marie Nahmias al processo che vede Marco S., 46 anni, imputato di lesioni colpose gravi ed esercizio abusivo della professione medica.  

L'inserimento di una protesi non servirà purtroppo a restituire alla vittima la piena funzionalità del braccio

L’inserimento di una protesi non servirà purtroppo a restituire alla vittima la piena funzionalità del braccio

“Non ho mai fatto quella puntura” 

Il cinquantenne, al quale di recente è stato detto che non sarà possibile applicare una protesi al braccio, si è costituito parte civile al processo nei confronti del farmacista, già salito alla ribalta delle cronache nel gennaio 2022 come no vax per le accuse di non essersi sottoposto correttamente ai vaccini Covid e di avere rilasciato anche ai clienti tamponi negativi in realtà mai esaminati. L’imputato nega tutto. Persino che il fatto raccontato dalla presunta vittima sia proprio avvenuto. Si torna in aula a novembre.