di
Redazione Online

Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, ospite di Cinque minuti, in onda questa sera su Rai1

«Io ho grande rispetto delle manifestazioni, ne ho organizzate una infinità. Le violenze erano organizzate e preordinate, non da chi organizzava, ma sono fenomeno un po’ più ampio», così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ospite di Cinque minuti e di Porta a Porta, in onda questa sera su Rai1, riferendosi alle manifestazione pro-Pal durante lo sciopero organizzato dalla Cgil.

«Uno degli striscioni di testa inneggiava al terrore del 7 ottobre, quando si consente a chi inneggia al terrorismo di Hamas di stare in testa al corteo – ha proseguito la premier – forse la tesi dei semplici infiltrati è un po’ riduttiva. Ma ho grande rispetto per le persone scese in piazza per una questione sentita».



















































Poi ha aggiunto: «Io, il ministro Crosetto, il ministro Tajani e credo l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, siamo stati denunciati alla Corte Penale Internazionale per concorso in genocidio. Ora io credo che non esista un altro caso al mondo e nella storia di una denuncia del genere».

«Alla Cgil interessa più la difesa della sinistra che dei lavoratori»

«Non sono stata particolarmente dura sullo sciopero, ho detto quello che penso, cioè che era pretestuoso. Nei 10 anni» in cui ha governato al sinistra la Cgil ha indetto «6 scioperi generali, nei tre anni» del suo governo «4 scioperi generali, lo fa mentre aumentano occupazione e salari e diminuisce la precarietà, e lo fa sulla politica estera, un unicum nella storia del sindacato», ha continuato la premier. Si è trattato, ribadisce Meloni, di uno sciopero «pretestuoso» perché si vede che la Cgil «è molto più interessata a difendere la sinistra più che i lavoratori». «Dobbiamo richiamare tutti al senso di responsabilità – afferma la premier -, chi ha pensato di fomentare la piazza sta sottovalutando quello che sta accadendo. Attenzione che poi le cose sfuggono di mano». 

«Flotilla? Il blocco navale c’è dal 2009»

«Abbiamo prestato assistenza e la prestiamo sempre agli italiani anche quando non siamo d’accordo. Penso che in un momento nel quale c’è un percorso che può portare alla pace esasperare gli animi rischi di andare contro gli interessi di chi si dice di voler aiutare i palestinesi. Davvero devo fare un richiamo alla responsabilità, anche perché non serve se l’obiettivo è umanitario. Sulle navi della Flotilla c’erano, da quello che abbiamo ricostruito, circa 40 tonnellate di aiuti. Il governo italiano ha consegnato 2.300 tonnellate di aiuti. Quaranta tonnellate di aiuti le nostre istituzioni le consegnano in una mattinata con due aerei», ha affermato Meloni. «Quindi non serve rischiare, mettersi in pericolo, creare problemi alla propria nazione e non serve magari rischiare di dare un alibi a quelli che la pace dovessero non volerla». Il blocco navale? «C’è dal 2009, non se ne era accorto Conte? Perché non ha e non hanno posto il problema? Altrimenti rischia di diventare tutto strumentale e non aiuta le possibilità che oggi ci sono di avere una pace», conclude.

Manovra, riforma della Giustizia, elezioni

In vista della manovra «dovremmo darci l’obiettivo di dare anche un segnale al ceto medio, che pure è molto importante. Noi ci siamo concentrati finora sui redditi più bassi e io credo che sia importante adesso cercare di allargare la platea. Dipende sempre dalle risorse che si hanno complessivamente, ma ci sono diverse possibilità» per un taglio delle tasse «per la fascia che arriva ai 50mila euro».  «Nella nuova legge di bilancio ci saranno risorse per incentivare l’occupazione».

Meloni ha poi affermato di «non essere contraria» alla legge elettorale, «che compete al Parlamento e non al governo»: «Se si facesse sarei per fare una legge che vada bene anche per il premierato e quindi con l’indicazione del premier sulla scheda. Il premierato va avanti per questo non val la pena fare una legge elettorale e poi farne un’altra dopo il referendum sul premierato».

Per quanta riguarda il tema della Giustizia, Meloni sostiene che il governo sta dando «l’occasione storica per liberare la magistratura da correnti politicizzate»: «Le nostre norme sono di consenso, credo siano condivise dalla maggioranza degli italiani e da diversi esponenti politici dell’opposizione. Vedremo. Noi ci siamo impegnati sulla riforma, sarà il popolo italiano a dire come la pensa», con il referendum sulla separazione delle carriere, «io spero che gli italiani votino in base al merito della riforma. Non ci saranno conseguenze per il governo, i governi passano ma le norme costituzionali rimangono, bisogna votare nel merito». 

E sui risultati delle ultime elezioni Regionali Meloni pensa che «gli italiani dimostrano di guardare ai risultati di governo, che sia in Calabria che nelle Marche erano buoni risultati, e mi pare che sia anche quello che accade con il governo nazionale»: «Mi pare che gli italiani capiscono quando si tenta di trattarli da scemi, come si fa quando il giorno prima del voto si propone la sospensione del bollo auto per i calabresi o come si fa addirittura quando, come è accaduto nelle Marche, si dice “vota per me nelle Marche e avrai lo Stato di Palestina”».

«Prime intese sull’Autonomia entro fine anno»

L’Autonomia differenziata «è una delle principali riforme del governo che vogliamo portare a termine», dice la premier, sottolineando che in attesa della definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, rispondendo alle prescrizioni della Corte Costituzionale, «sulle materie non Lep, con le regioni che ne hanno fatto richiesta, penso che per la fine di quest’anno qualcosa vedremo».

«1 milione in più di prestazioni»

«Nei primi sette mesi di quest’anno – afferma la presidente del Consiglio -, da gennaio a luglio, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono state fatte 1 mln in più di prestazioni. Se continuiamo con questo ritmo significa che le cose stanno cominciando a funzionare meglio». 

Quello degli esami specialistici indebiti «è un grandissimo tema su cui si deve coinvolgere i medici di base, ci serve una mano. È un tema che coinvolge anche la responsabilità dei medici, perché più corri rischi e più, nel dubbio, prescrivi tutto. Dopo il Covid – aggiunge – c’è stata un’esplosione che non ci aiuta. Per questo abbiamo imposto che ci si dicesse anche la tempistica con le priorità degli esami da fare».

«Colle? Mi basta fare la presidente del Consiglio»

La presidente del Consiglio ha poi risposto all’accusa di puntare alla presidenza della Repubblica mossa da Matteo Renzi, leader di Italia Viva: «Il problema di quelli che hanno passato tutta la vita a pensare a che incarico dovessero ricoprire pensano che tutti siano come loro: io ragiono in modo diverso, sto facendo il presidente del Consiglio, le posso garantire che mi basta e mi avanza».

«Europa, Nato e Usa insieme per Kiev»

Meloni ha poi parlato di temi internazionali, a partire dalla guerra in Ucraina: «Io credo che sia abbastanza evidente anche a Trump e gli americani che tra le due parti in causa quella che non è disponibile a fare passi in avanti è la Russia. Europa, Stati Uniti, Nato, devono continuare a insistere così insieme. Quando Putin provoca sui cieli europei sta testando la Nato e anche gli Stati Uniti, questa è una garanzia che possiamo avere su un eventuale disimpegno Usa in Ucraina. Dobbiamo continuare con le pressioni». 

«Quando spendiamo in difesa il messaggio che passa è che siamo guerrafondai – dice Meloni -. Ma è il contrario perché si spende in difesa per garantire la pace, che non si costruisce decantandola o sventolando le bandiere, si costruisce con la deterrenza».

«Non c’è alcuna intenzione, da parte mia, di avvicinarmi al Ppe. Penso sia più il Ppe che si avvicini alle nostre posizioni». 

«Dazi? Spero ci sia margine di trattativa»

«La telenovela dei dazi non ci riguarda – sostiene la premier a Porta a Porta -, ad esempio per il settore farmaceutico. Che in questo quadro credo si possa cercare di spiegare agli americani che ci sono alcuni prodotti che non possono coprire con le produzioni interne questo si può fare» e che quindi i dazi creano problemi a loro, «spero che dei margini sulla media distanza possano esserci».

«Anche quest’anno si può chiedere una mano alle banche»

«L’abbiamo già fatto lo scorso anno, non ho intenti punitivi verso il sistema bancario, che è un asset della nazione. Confido si possa trovare soluzione anche quest’anno, perché c’è chi ha potuto contare su uno scenario migliore, anche generato da quello che la politica ha fatto. Ci invece sono degli italiani che però ancora vanno messi in sicurezza, e penso che si possa chiedere una mano», alle banche «come l’anno scorso».

Articolo in aggiornamento…

La newsletter Diario Politico

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di politica iscriviti alla newsletter “Diario Politico”. E’ dedicata agli abbonati al Corriere della Sera e arriva due volte alla settimana alle 12. Basta cliccare qui.

7 ottobre 2025 ( modifica il 7 ottobre 2025 | 20:05)