Annunciato a conclusione del corteo di venerdì 3 ottobre, il questore di Torino, Paolo Sirna, ha deciso nella serata di lunedì, 6 ottobre, di emettere prescrizioni sulla nuova mobilitazione cittadina che, da piazza Castello, alle 19.30, propone di partire ancora una volta a sostengo del popolo palestinese e della Global Sumud Flotilla. Una decisione analoga a quella presa dal questore di Bologna. Prescrizioni che riguardano il differimento di data, in luce a un mancato preavviso, e sulle modalità della manifestazione nella sua forma statica, in piazza Castello, escludendo dunque la possibilità di marciare in corteo.
Blocchi e blitz, pacifismo, antagonismo e maranza: tutte le anime della protesta pro Pal a TorinoOltre duemila persone in piazza Castello per la Palestina
Ore 23,00: Il corteo raggiunge e si conclude in piazza Vittorio, disperdendosi su tutta l’area, in un clima di festa. Musica, balli e al megafono un nuovo appuntamento, per la giornata di domani, alle 18.30. Anche sul finale non sono mancati i cori contro la premier, Giorgia Meloni. “Giorgia Meloni devi andartene, vattene”, e ancora contro il ministro Salvini: “Salvini, Salvini, vaffanculo”. Alle 23,45 ancora centinaia permangono in piazza.
Ore 22,39: Una vera marea umana sfila per corso Novara soltanto in corso Regio Parco, poi corso Regina Margherita e risale verso il centro per via Rossini e via Po. Accesi i fumogeni nelle vicinanze della sede Rai, con cori contro la polizia all’angolo con via Verdi, dove erano schierate le forze dell’ordine in tenuta antisommossa a presidio del Commissariato Centro.
Ore 21,40: Il corteo, formato da oltre 6mila persone, attraversa la città. Prima corso Giulio Cesare, poi la svolta in corso Novara. Intanto dalla Questura di Torino arriva una precisione relativa alle prescrizioni infrante. Non essendo stata autorizzata alcuna manifestazione, né statica né dinamica nella giornata di martedì, 7 ottobre, i responsabili delle violazioni saranno denunciati all’autorità giudiziaria.
Ore 20,00: Il corteo, nonostante le prescrizioni del Questore, si è mosso da piazza Castello percorrendo via XX Settembre, confluendo in corso Regina Margherita, in direzione presumibilmente Torino Nord.
Ore 19,53: sono già oltre duemila i manifestanti che questa sera, 7 ottobre, hanno deciso di scendere in piazza Castello per ribadite il proprio sostegno alla Palestina e alla Global Sumud Flotilla. Una manifestazione statica, come da prescrizione del Questore di Torino, che aveva chiesto anche di rinviare la mobilitazione a una data diversa da quella del 7 ottobre, anniversario dell’attentato di Hamas. “Scendiamo in piazza per ribaltare la narrazione che vede il 7 ottobre come inizio e giustificazione di tutto”. Già schierate in piazza Castello le forze dell’ordine, in tenuta antisommossa, così come alla stazione di Torino Porta Nuova e Torino Porta Susa, dove sono stati chiusi gli ingressi principali. Aperte invece le uscite di via Sacchi e corso Bolzano. Saltano in concomitanza delle stazioni anche le fermate della metropolitana. Tra le tante bandiere della Palestina che sventolano ai piedi di Palazzo Madama si scorgono anche le bandiere dei sindacati come Usb e di comitati e collettivi studenteschi come Cambiare Rotta.
Il corteo del 7 ottobre e le prescrizioni del Questore
La mobilitazione, confermata sui canali ufficiali degli organizzatori, conferma tuttavia la volontà di “bloccare” la città in una data che non passa inosservata: martedì 7 ottobre. Risale infatti al 7 ottobre 2023 l’attentato di Hamas, l’operazione ‘Diluvio di Al-Aqsa’. Una data storica e simbolica per la causa palestinese, ma che divide anche chi in questi giorni è sceso in piazza a sostegno della Palestina e della Global Sumud Flotilla. Hanno infatti deciso di non prendere parte al corteo il Partito Democratico, Avs e il Movimento Cinque Stelle così come diversi sindacati, tra cui Usb, che in questi giorni si è fatto promotore e organizzatore di importanti scioperi generali nazionali per Gaza. Nonostante le prescrizioni del Questore, però, l’appuntamento non è stato rinviato così come accaduto, sempre a Torino, nel 2024. Oltre un migliaio di persone l’anno scorso aveva deciso di scendere in piazza nonostante la mancata autorizzazione. Anche in quel caso la manifestazione aveva preso il via da piazza Castello, percorrendo prima via Po e poi piazza Vittorio. Erano registrati momenti di tensione con lancio di uova, frutta, petardi e bombe carta contro le forze dell’ordine e il corteo si era concluso, senza ulteriori scontri, in piazza Vittorio con la bandiera israeliana data alle fiamme.