di
Marco Imarisio
Il 73esimo genetliaco del presidente ha mostrato come in Russia stia dilagando il culto della personalità
«Mnogaya leta», che poi è la traduzione quasi letterale del latino ad multos annos, insomma gli auguri di lunga vita e prosperità. Era questa la scritta in sottofascia che ha accompagnato gran parte della programmazione televisiva di una giornata solo in apparenza normale per la Russia.
Ieri, infatti, si celebrava il 73esimo compleanno del Caro Leader, e forse l’utilizzo del soprannome che accompagnava Kim Jong-il ha persino una sua giustificazione oggettiva. Perché se è vero che Vladimir Putin ha sempre festeggiato il proprio genetliaco in maniera sobria, in ossequio al riserbo che avvolge la sua famiglia, è altrettanto innegabile che in questi ultimi anni il culto della personalità sorto intorno alla sua figura ha assunto dimensioni quasi nordcoreane.
Sarà per la guerra che dura ormai da quattro anni, sarà perché il futuro è avvolto nelle nubi. Mai come questa volta il giubilo per la lieta ricorrenza ha assunto proporzioni così evidenti. Siccome l’augurio usato come canto liturgico è risuonato ieri nelle televisioni di tutto il Paese, proprio la Chiesa ortodossa è stata la prima a felicitare Putin. Alle nove del mattino, il patriarca Kirill ha fatto pubblicare un messaggio a «Sua Eccellenza, profondamente stimato Vladimir Vladimirovich», augurandogli tra le altre cose, «forze inesauribili, una generosa assistenza divina e successi benedetti», per poi addentrarsi in una analisi dell’operato di Putin tanto personale quanto spietata.

«È gratificante constatare come in tutti questi anni, sotto la Sua guida, la Russia si sia incamminata sulla strada dello sviluppo sociale ed economico, superando le sfide del tempo, rafforzando la propria sovranità, le proprie potenzialità scientifiche, tecniche e militari, garantendo così la sicurezza nazionale e costruendo relazioni internazionali eque».
Innumerevoli basiliche e parrocchie hanno seguito l’esempio del patriarca, celebrando messe speciali, e un altro prelato ortodosso, padre Ilia, ha creato una preghiera di nuovo conio. «Signore, Iddio, manda San Michele Arcangelo per assistere il Tuo servo Vladimir sottraendolo ai nemici visibili e invisibili…». Dal sacro al profano, nelle regioni di Belgorod, Voronezh, Samara e Ekaterinburg, in Siberia e nei territori ucraini annessi alla Russia, i bambini degli asili nido sono stati riuniti per ascoltare racconti sulla vita del festeggiato e prendere parte all’iniziativa «La mia Russia, il mio Presidente», disegnando cartoline di auguri, e mostrando cartelli con parole di saluto a lui dedicate.
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E poi, l’età è solo un numero. Più vivi, più diventi giovane, diceva lo scorso settembre Putin all’alleato di maggioranza Xi Jinping prima della parata militare a piazza Tienanmen. Citando quello scambio di battute, Konstantin Malofeev, l’oligarca religioso e imperialista, si è fatto avanti per finanziare eventuali studi sull’immortalità del presidente, motivando la gentile offerta con queste parole. «Gli anni del governo di Putin sono diventati un periodo di rinascita politica ed economica. Con lui abbiamo vinto la guerra nel Caucaso e ora riconquistiamo le terre perse sotto Eltsin nella guerra santa in Ucraina… Con Putin vinceremo sempre. L’essenziale è che sia sano e ci governi il più a lungo possibile: così ricorderemo la sua epoca come il Secolo d’Oro. Che non finisca mai!» La Russia ha i suoi problemi, sempre più pesanti ed evidenti. Ma come dicevano i compagni Fantozzi&Filini, Lui è pur sempre un bel presidente, un santo, un apostolo.
8 ottobre 2025 ( modifica il 8 ottobre 2025 | 08:04)
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