Il punto e gli obiettivi della trattativa
Nelle ultime ore, il gruppo di mediatori ha discusso le mappe preliminari per il ritiro israeliano e il calendario per lo scambio di ostaggi e prigionieri. L’emittente egiziana «Al-Kahera Al-Akhbariya» ha riferito, secondo alcune fonti, che il gruppo palestinese chiederebbe il rilascio di Marwan Barghouti, Ahmad Saadat, Hassan Salameh, Abbas a-Sayed e di altri prigionieri condannati all’ergastolo. Un alto dirigente di Hamas, Fawzi Barhoum, secondo quanto riporta Al Jazeera, ha sottolineato come i negoziatori del movimento puntino alla fine della guerra e al «ritiro completo dell’esercito di occupazione» da Gaza.
Tuttavia, il piano di Trump è vago sul calendario del ritiro israeliano: non prevede date precise e lo colloca solo dopo la restituzione dei 48 ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, di cui 20 si ritiene possano essere ancora vivi. Un altro alto esponente di Hamas, che ha parlato sempre ad Al Jazeera a condizione di anonimato, ha fatto sapere che il movimento intende rilasciare gli ostaggi in fasi progressive, collegate al ritiro delle forze israeliane da Gaza. Nonostante le persistenti divergenze, i colloqui sul Mar Rosso sembrano rappresentare il segnale più promettente per porre fine alla guerra, con Israele e Hamas che hanno approvato molti punti del piano proposto dalla Casa Bianca.
Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, ha dichiarato che i mediatori – Qatar, Egitto e Turchia – mantengono un approccio flessibile, elaborando proposte man mano che i negoziati avanzano. «Non arriviamo ai colloqui con idee predefinite – ha spiegato -. Le sviluppiamo durante le discussioni stesse, che sono in corso». Ma anche se si dovesse raggiungere un compromesso, resterebbero aperti gli interrogativi su chi governerà Gaza, su come sarà ricostruita e su chi sosterrà i costi enormi del processo di rinascita. Le trattative si svolgono mentre Israele ha commemorato il secondo anniversario dell’attacco del 7 ottobre 2023, che causò 1.219 morti in Israele e 251 ostaggi complessivi portati a Gaza. Nella serata di ieri oltre 30mila persone si sono riversate in piazza a Tel Aviv per ricordare le persone uccise. L’offensiva israeliana, lanciata in risposta, ha provocato finora almeno 67.000 morti a Gaza, secondo il ministero della Sanità della Striscia, dati ritenuti credibili dall’ONU e che indicano che oltre la metà delle vittime sono donne e bambini.