VENEZIA – «È stato un compagno di vita fantastico. La quotidianità, accanto a lui, era più “leggera”». Silvia Dainese affida a queste parole il ricordo del marito e collega, l’architetto Stefano Gris, dopo sette mesi di ospedalizzazione venuto a mancare venerdì a causa di complicazioni post operatorie. Nato a Cortina d’Ampezzo e classe 1959, Venezia è diventata sua città d’adozione, dove ha iniziato a vivere stabilmente, con la moglie, dal 2010. Nel 2008 hanno fondato lo studio Gris+Dainese Architetti, unendo le rispettive carriere in un unico percorso, fatto di soddisfazioni e progetti importanti in via di realizzazione e già portati a conclusione, sia in Italia che all’estero. 

APPROFONDIMENTI







I SUCCESSI PROFESSIONALI

Tra i più rilevanti degli ultimi anni, il Museo M9 di Mestre, l’hotel Impero, il resort Il Caminetto e il motel Agip – Hotel Dolomiti a Cortina, il Centro ricerche D-Airlab di Vicenza e il complesso di Castel San Pietro a Verona. Uno studio approdato nel 2018 anche in Laguna, a San Basilio, attento al rispetto dell’ambiente e che ad oggi raggruppa 17 fra architetti e graphic designer. «Eravamo sposati da trent’anni», racconta Dainese, spiegando come le figlie Benedetta e Carolina – di 25 e 30 anni – abbiano intrapreso strade professionali diverse rispetto ai genitori. «Lavoravamo tanto, forse un po’ troppo – commenta con un sorriso –. Ci è sempre piaciuto progettare e inventare nuovi scenari: abbiamo avuto anche una cantina vinicola sui Colli Euganei. Stefano era una persona spiritosa, ironica ed estroversa, che dava tanta fiducia a clienti e amici. Aveva una grazia e un’empatia speciali con le persone che incontrava». Residenti a Dorsoduro, Gris e Dainese hanno scelto di vivere a Venezia «per amore». Una città in cui aveva trascorso già i suoi anni universitari, frequentando lo Iuav. «Venezia ci ha portato molta fortuna: abbiamo lavorato anche con le Gallerie dell’Accademia. La sede lagunare è stata strategica anche nella gestione dei rapporti internazionali con i nostri clienti, oltre che vera fonte d’ispirazione». 

IL RICORDO DELLA MOGLIE

Una vita piena, quella di Stefano Gris, che la moglie definisce «un vero montanaro, alto un metro e novanta e molto forte. L’amore per le sue montagne? Lo ha maturato più avanti, quando nel 2015 ha ristrutturato a Cortina un tabià: da lì sono partiti alcuni progetti, sette quelli all’attivo. Ma da giovane la sua voglia era di essere altrove, di intraprendere la propria strada». Nel 1985 ha avviato lo studio a Padova, iniziando una serie di importanti collaborazioni, come con Piaggio e Ferrovie dello Stato. Dal 1995 al 1999 è stato nominato architetto responsabile del complesso basilicale di Padova ed è stato presidente della Veneranda Arca di Sant’Antonio. «Nella fase dell’ospedalizzazione ha dimostrato sempre una grande forza d’animo, tanto che i medici lo consideravano un esempio positivo per tutti i pazienti». Lo ricorda con affetto anche Giovanni Salmistrari, presidente Ance Venezia, che con Gris ha condiviso, in amicizia, gli ultimi due anni delle superiori a Cortina. «Era una persona squisita, perbene», dice di lui Salmistrari. I funerali saranno celebrati nella chiesa dei Carmini domani, 8 ottobre, alle 15.