di
Federica Gabrieli
Un giorno il direttore artistico Mauro Tonello le affidò una trasmissione il sabato mattina: nacque così “Non chiamatemi Donatella”: «Grazie agli ascoltatori ho meno paura del microfono»
Quando Donatella Dazzo entrò in Radio Company, nessuno la conosceva. Non era una speaker, né una tecnica, né una giornalista. La sua mansione era semplice, eppure essenziale: puliva, sistemava, riordinava. Si prendeva cura degli ambienti e delle persone. C’era chi la vedeva passare con lo straccio in mano e chi la salutava con un sorriso, sapendo che senza di lei nulla sarebbe stato davvero pronto. Ma lei c’era, sempre, con il sorriso gentile e la disponibilità infinita. E da quel momento, non se ne è mai più andata.
La prima ad arrivare
Ogni mattina, alle 6.30, era lei ad andare a prendere i giornali, perché le notizie fossero pronte per la redazione. Se qualcuno stava male, Donatella passava in farmacia. Sistemava le sale, lavava, riordinava e accudiva. Perché sì, la sua vera mansione era questa: prendersi cura. Delle cose, dei luoghi, delle persone. Era nata il 29 luglio del 1958 a Saonara (Padova). In Radio Company ha passato più di trent’anni, e lentamente, con pazienza e dedizione, è diventata molto di più di ciò che faceva. È diventata parte della famiglia. Vent’anni fa, in un momento in cui la radio contava ancora solo 7-8 persone, il direttore artistico Mauro Tonello decise di fare una scelta che avrebbe cambiato tutto: le affidò una trasmissione tutta sua, il sabato mattina. Nacque così «Non chiamatemi Donatella», una rubrica semplice, umana, fatta di consigli pratici, aneddoti, battute e tanto cuore. Dony, come la chiamavano tutti, conquistò subito il pubblico.
La lunga lotta con la malattia
«Era la nostra sorella maggiore, il nostro angelo custode» – la ricorda con emozione Tonello– «Non si è mai risparmiata, ha dato tutta se stessa. Anche negli ultimi anni, durante la malattia, non ha mai mollato. Fino all’ultimo».
Donatella se n’è andata lunedì pomeriggio, a 67 anni, dopo aver combattuto con coraggio una lunga battaglia contro un tumore alla colonna vertebrale, diagnosticato quando ormai era troppo tardi. In un’intervista del 2023, raccontò con lucidità e umiltà la sua odissea tra analisi sbagliate e medici incerti, finché un giovane dottore non capì tutto e la mandò a fare esami specifici. Dopo l’intervento, riuscì persino a tornare a camminare. «Voglio solo ringraziarlo», aveva detto, «mi ha restituito un pezzo di vita».
«Una persona semplice»
Viveva a Padova e lascia il figlio Paolo e il nipote Nicolas, suo grande orgoglio. Il suo modo di raccontarsi, semplice e diretto, aveva conquistato migliaia di ascoltatori. Lei stessa, sul sito della radio, scriveva: «Sono Donatella, meglio conosciuta come Dony. Faccio parte della famiglia Company da tanti anni. Grazie all’appoggio degli ascoltatori ho meno paura del microfono e spero che la semplicità dei miei consigli sia davvero utile. Questo mi fa sentire importante e più vicina a voi». Oggi, che quella voce si è spenta, rimane il suono indelebile della sua umanità. Quella che non si costruisce davanti a un microfono, ma dietro le quinte, passando il mocio o preparando il caffè, con l’anima piena d’amore e il cuore aperto agli altri. Donatella Dazzo era tutto questo. E molto di più. Una donna che ha vissuto la radio prima con le mani, poi con la voce. E sempre con il cuore.
Il funerale avrà luogo venerdì 10 ottobre 2025 alle ore 10.30 nella chiesa del Cristo Risorto, partendo dalla Casa Funeraria Brogio (via Matteotti 67, Cadoneghe) alle ore 10.10.
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7 ottobre 2025 ( modifica il 7 ottobre 2025 | 19:29)
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