di
Claudio Bozza
Il presidente M5S non ha previsto un palco con il candidato del Campo largo. Poi lo spiraglio: non escluso un saluto. Previsti comizi separati di tutti i leader, evento unitario per Meloni, Salvini, Tajani e Lupi
Da «Campo largo» a «Campo sparso». Dopo la batosta in Calabria del candidato M5S Pasquale Tridico, durissima rispetto alla sconfitta nelle Marche del dem Matteo Ricci, a poche ore dal voto per le Regionali in Toscana l’alleanza Pd-M5S-Avs continua a evidenziare forti imbarazzi. A tal punto che, venerdì, il presidente del M5S Giuseppe Conte sarà in tour nella terra del candidato Eugenio Giani (Pd), senza però farsi vedere sul palco al fianco del governatore uscente. Dai Cinque stelle fanno poi sapere che il partito non ha organizzato un palco finale, ma non è escluso che Conte e Giani si vedano per un saluto.
Il candidato del centrosinistra chiuderà infatti oggi la campagna con Avs, mentre domani sarà a Firenze con la segretaria Elly Schlein e il presidente del Pd Stefano Bonaccini. Venerdì, Matteo Renzi sosterrà il governatore con un evento in centro a Firenze. Tutti in ordine sparso, insomma. E niente schieramento unitario dei leader, come invece farà il centrodestra, che per la prima volta sbarcherà in blocco nel capoluogo toscano per sostenere Alessandro Tomasi. Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi puntano a portare almeno tremila persone in piazza San Lorenzo, cuore popolare di Firenze, con l’obiettivo di «detoscanizzare l’Italia», slogan sul quale Silvio Berlusconi ha battuto per anni. La missione, anche stavolta, risulta «impossible», ma il centrodestra, nonostante le divisioni interne, darà un messaggio unitario agli elettori.
Mentre le liti nel centrosinistra hanno portato ad una spaccatura, proprio nella «regione rossa» dove è attesa la prima vittoria dopo due tornate negative. Il risultato? Quattro alleati e quattro chiusure di campagna distinte, come nelle Marche del resto. Ma stavolta Conte ha scelto di snobbare Giani. Sono calcoli politici, che continuano a mettere a dura prova il Campo largo, che ambisce a battere Meloni alle Politiche del 2027. Conte, in estate, aveva molto faticato per far digerire la candidatura del riformista Giani, da sempre inviso alla base M5S, perché strenuo sostenitore del potenziamento dell’aeroporto e favorevole ai termovalorizzatori.
L’unico incontro pubblico tra Conte e Giani è stato registrato lo scorso 25 settembre a un convegno dell’Acli, con stretta di mano sfuggente e (sofferta) foto di rito: «Si è messo in discussione per un nuovo progetto», le parole dell’ex premier. La scelta di non essere al fianco di Giani ha sollevato diversi malumori nel Pd, tutti da registrare a taccuini chiusi, perché nessuno vuole esporsi in un momento così delicato: «Se Conte è così imbarazzato, perché ha sostenuto Giani? Forse perché in Toscana andremo decisamente meglio che in Calabria e puntiamo a una grande vittoria con un candidato non suo?», è il refrain nel Pd toscano (e non). Mentre i Cinque stelle provano a gettare acqua sul fuoco. La posta in gioco è altissima, ma ognuno sta giocando la propria partita.
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8 ottobre 2025 ( modifica il 8 ottobre 2025 | 18:15)
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