di
Cesare Giuzzi

Il legale, a «Falsissimo», ha puntato il dito contro il procuratore aggiunto Stefano Civardi, apostrofato come «maledetto» e legato all’Opus Dei. Ora accusa Corona: «Mi ha fatto bere». La procura di Pavia lo smentisce

Oracolo, enigmatico, criptico, in questi mesi di inchiesta bis sul caso Garlasco, l’avvocato di Andrea Sempio, Massimo Lovati è stato spesso al centro di polemiche e colpi di scena. Ma le sue parole rilasciate all’ex re dei paparazzi Fabrizio Corona nella sua puntata di «Falsissimo» dedicata alle nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, hanno fatto indispettire anche l’irreprensibile procuratore di Pavia Fabio Napoleone. 

Lovati, infatti, parlando con Corona ha lasciato intendere che la riapertura del caso sia legata non ad una iniziativa della difesa di Alberto Stasi, ma alla volontà del procuratore aggiunto Stefano Civardi, apostrofato come «maledetto» e legato all’Opus Dei. «Napoleone, da quello che mi hanno riferito, qualche talpone che ho anch’io, voleva chiedere l’archiviazione. Quell’altro invece, quello lì dell’Opus Dei, quel maledetto… Civardi». 



















































Parole alle quali ha risposto nella mattinata di mercoledì 8 ottobre la procura di Pavia con un comunicato ufficiale, ricordando che le indagini sono state aperte ben prima dell’arrivo del magistrato in riva al Ticino. «Il procedimento penale ha avuto impulso con il deposito da parte della difesa della persona condannata di una consulenza in materia di genetica forense nel 2023, anno in cui il dottor Stefano Civardi svolgeva il proprio servizio presso la procura della Repubblica di Milano». In quel periodo, infatti, Civardi lavora lavorava come sostituto presso la direzione distrettuale antimafia

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«Nel 2023 questa procura della Repubblica di Pavia ha incaricato il dipartimento di genetica forense dell’Università di Pavia di svolgere accertamenti tecnici irripetibili (la consulenza sul dna attribuito ad Andrea Sempio, ndr). In data 14 febbraio 2024 è stata depositata richiesta di riapertura indagini a firma del procuratore Fabio Napoleone e dei sostituti assegnatari Andrea Zanoncelli e Valentina De Stefano – prosegue la nota firmata dal procuratore –. La coassegnazione del procedimento penale al procuratore aggiunto Stefano Civardi, insediatosi nell’ufficio nel febbraio 2024, è avvenuta successivamente». Sulla base di queste ragioni, il procuratore Napoleone è netto: «Quanto affermato dall’avvocato Massimo Lovati, risulta oggettivamente destituito di ogni fondamento». 

Lovati, dopo il comunicato della procura, ha cercato di chiarire l’episodio: «Corona è venuto lunedì, molto tardi, e mi ha proposto di fare un serial, un film. Mi ha detto: “Tu sei Gerry La Rana, perché hai questa pronuncia con la ‘r’ arrotata e sembri un personaggio dei cartoni animati”. Mi dice di parlare a ruota libera, intanto mi versa da bere. L’importante, mi dice, è che io inframmezzi tutto con volgarità, che poi lui avrebbe tagliato. Lui mi ha tradito perché poi lo ha diffuso con altre finalità. Che poi cos’ho detto? Ho detto che l’ex pm Mario Venditti giocava ai cavalli? In quel periodo andavo a San Siro, sono sempre stato appassionato di ippica, che problema c’è? Non so che cos’ho detto, a furia di bere». 

Ma le dichiarazioni dell’avvocato Lovati sono al centro di una seconda vicenda che lo vede indagato per diffamazione dal pm Fabio De Pasquale a Milano. L’avvocato di Sempio è stato infatti querelato dallo studio legale Giarda, che difese Stasi all’epoca delle indagini. Lovati, in una delle prime interviste, in particolare all’uscita dalla caserma dei carabinieri di Milano dopo il prelievo del tampone genetico a Sempio, definì la nuova inchiesta della procura di Pavia «una macchinazione della difesa Giarda». Per gli avvocati Enrico e Fabio Giarda si tratta di frasi «gravissime» che «incidono sulla reputazione professionale dello studio e degli avvocati che lo compongono» e che ne «minano fortemente la reputazione». Accuse che non tengono conto di due «fondamentali» elementi: l’attuale indagine è basata su un’iniziativa della Procura di Pavia e una vecchia archiviazione (su querela presentata da Sempio e da Lovati) definisce l’attività difensiva dei Giarda come «avvenuta ai soli fini di giustizia, in maniera non invasiva e non lesiva».


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8 ottobre 2025 ( modifica il 8 ottobre 2025 | 18:19)