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L’Ucraina amplia il suo raggio di azione in Russia. Droni di Kiev a lungo raggio sembrano aver stabilito un nuovo record di autonomia di volo colpendo con successo una raffineria di petrolio a Tjumen, a quasi 2.000 km dall’attuale linea del fronte. Attualmente si sa che almeno diversi droni sono riusciti a raggiungere la stessa Tjumen e che uno di essi è esploso sul territorio dell’impianto.
APPROFONDIMENTI
La Russia sorpresa dal drone ucraino
L’attacco del drone è stato confermato anche dalle autorità locali che hanno riferito che tutti i velivoli stati neutralizzati e che non si erano verificate esplosioni o vittime.
I media locali hanno però riferito che un corteo di ambulanze è stato avvistato nella zona della raffineria. Allo stesso tempo, è da sottolineare come Tjumen non fosse affatto preparata a un simile attacco. In città, infatti, non era stata dichiarata alcuna allerta aerea. Ad oggi, gli attacchi a più lungo raggio dell’Ucraina sono stati l’attacco di 1.700 km alla raffineria Lukoil-Ukhtaneftepererabotka a Komi, il 10 agosto 2025, e quello di 1.500 km alla raffineria di Orsk, il 3 ottobre 2025. Allo stesso tempo, la gittata di 2.000 km implica che la zona d’impatto includa una vasta porzione della Federazione Russa e, soprattutto, la regione industriale di Nižnij Tagil, Ekaterinburg e Čeljabinsk. Queste, trovandosi oltre gli Urali, sono sempre state considerate le retrovie più remote della Federazione Russa. Va anche notato che il precedente attacco a lungo raggio contro le strutture russe oltre gli Urali – la raffineria di petrolio di Orsk a 1.500 km di distanza – è stato effettuato da droni Lyuty e non da droni basati su velivoli leggeri. Allo stesso tempo, non è ancora noto cosa sia stato utilizzato esattamente questa volta.Colpita anche la raffineria di Kirishi
La grande raffineria di petrolio russa di Kirishi, nell’oblast di Leningrado, ha dovuto fermare la più potente unità di distillazione del greggio del complesso, come conseguenza dell’attacco di droni ucraini del 4 ottobre che ha provocato un vasto incendio all’impianto. Lo scrivono i media ucraini, citando fonti del settore. Secondo le fonti, l’unità chiusa, la Cdu-6, ha una capacità di 8 milioni di tonnellate all’anno, ovvero 160.000 barili al giorno, circa il 40% della capacità di lavorazione totale della raffineria.
La crisi del carburante
La chiusura – scrive Rbc-Ukraine – potrebbe portare a una ulteriore leggera riduzione della produzione di carburante, nel contesto dell’attuale crisi energetica russa, poiché il Paese si trova ad affrontare carenze di benzina di qualità comune a causa dei continui attacchi dei droni ucraini alle sue infrastrutture energetiche. Sempre secondo le fonti, la raffineria di Kirishi ha processato 17,5 milioni di tonnellate di petrolio greggio nel 2024, pari al 6,6% del volume totale di raffinazione della Russia. Lo scorso anno ha prodotto 2 milioni di tonnellate di benzina, 7,1 milioni di tonnellate di gasolio, 6,1 milioni di tonnellate di olio combustibile e 600.000 tonnellate di bitume.
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