Ha ventun anni, prima della guerra era una promessa del calcio locale e ora non vuole arrendersi. E il Sibilla Bacoli, in Eccellenza Campana, si è già mossa per aprire un corridoio umanitario e ospitare lui e la sua famiglia

Oscar Maresca

9 ottobre – 00:01 – MILANO

Yousef riceve a fatica i messaggi su WhatsApp, la connessione nel sud della Striscia di Gaza è limitatissima. Vive in una tendopoli insieme al resto della famiglia, la loro casa è stata distrutta da un bombardamento. Ha 21 anni, prima della guerra era una giovane promessa del calcio: “Ho sempre giocato. A 10 anni ero nell’Academy dell’Al-Hilal, poi sono stato promosso in prima squadra. Abbiamo anche partecipato a un torneo in Irlanda. Con lo Shabab Jabalia ho esordito in Premier League palestinese. Ero pure entrato nel giro delle nazionali giovanili. Adesso non ho più neanche un pallone”. Il ragazzo racconta la sua storia con profonda tristezza. Nel Paese il campionato è fermo da tre anni. Prima si divertiva a palleggiare in spiaggia con gli amici, ora tanti dei suoi ex compagni di squadra sono morti. Yousef non si è arreso e sui social ha lanciato un appello: “A Gaza non c’è più nulla, ci rimane soltanto la speranza. La mia è quella di giocare. So di avere potenziale e una buona attitudine. Se avete bisogno di un calciatore scegliete me. È la mia unica opportunità per scappare dalla guerra”.

la risposta di bacoli—  

Yousef sui social è seguitissimo. Conta oltre 11mila follower, sebbene i suoi post siano fermi a oltre un anno fa. L’unico ricordo che gli è rimasto del calcio sono alcune magliette del Bayern Monaco che ha ricevuto dai volontari a Gaza. Il video in cui chiede aiuto per giocare all’estero ha fatto il giro del web: “Sono contento che si parli di me – ha ammesso -. Viviamo giornate difficili, io e i miei fratelli ogni mattina cerchiamo acqua e cibo per sopravvivere. Passiamo il pomeriggio a raccogliere ciò che troviamo tra le macerie per accendere il fuoco durante la notte”. L’appello di Yousef è stato accolto dalla città di Bacoli, in provincia di Napoli, e dal Sibilla: club neopromosso in Eccellenza Campania. “Dopo un confronto con il sindaco Josi Della Ragione – racconta Luigi Illiano, presidente della squadra -, abbiamo deciso di offrire piena ospitalità al ragazzo. Vogliamo tesserarlo e offrirgli la possibilità di indossare la nostra maglia. Abbiamo già avviato i primi contatti con la Farnesina e il Ministero degli Esteri per aprire un corridoio umanitario. La situazione è complicata, ma ci auguriamo di poter raggiungere questo obiettivo attraverso il calcio e accogliere Yousef nel nostro gruppo”.

la speranza di yousef—  

Nel 2025 il Bacoli Sibilla ha festeggiato 100 anni dalla sua fondazione, nella passata stagione la squadra ha anche vinto il campionato di Promozione. Adesso grazie al sostegno del Comune è pronta a ospitare Yousef Jendeya: “Abbiamo già predisposto un alloggio per lui e per tutta la sua famiglia – conferma il presidente Illiano -. Come gli altri giocatori percepirà anche uno stipendio. Finalmente potrà dedicarsi soltanto al calcio”. Quando il ragazzo ha saputo della possibilità si è commosso: “Non vedo l’ora di arrivare in Italia. Ringrazio la città e il Sibilla per quello che stanno facendo”. Yousef non ha perso la speranza. Lotta ogni giorno per sopravvivere e sogna di tornare a fare ciò che più ama: “Prima della guerra vivevo una vita normale. Mi allenavo, nel weekend andavo in campo. Tutto questo ci ha tolto il sorriso, non possiamo più giocare e divertirci. Era il nostro unico modo per essere felici”.