Il portoghese, complice un infortunio, è indietro e lo si è visto con la Juve. Tocca a Max pungolarlo con la sua “solita” ricetta: urla e carezze. Proprio come in passato gli è capitato con altri suoi top…


Carlo Laudisa

Collaboratore

8 ottobre 2025 (modifica il 9 ottobre 2025 | 01:00) – MILANO

Ci risiamo. Rafa Leao va in letargo e Max Allegri si ritrova di fronte all’ennesima stella da mettere in riga… Gli alti e bassi del portoghese sono ormai un rituale nelle sue 6 stagioni in rossonero. Da Pioli in poi l’attaccante non ha mai brillato per continuità e fatalmente le sorti della squadra sono state legate al suo rendimento. Ma stavolta le situazioni appaiono più nette che in passato. Di mezzo c’è l’allenatore livornese che nella sua lunga carriera ha già avuto dei rapporti dialettici contrastati con i suoi attaccanti più in vista. 

PRECEDENTI—  

Già nella sua prima esperienza milanista aveva duellato con Ronaldinho e non solo: sempre per mettere le esigenze della squadra davanti a tutto. E tutti. Figuriamoci, anche con Ibra ci furono degli screzi. La storia si è ripetuta alla Juventus. In particolare con Federico Chiesa e anche con Dušan Vlahović, due suoi allievi di riguardo a cui è rimasto affezionato, nonostante i siparietti del periodo vissuto insieme a Torino. E proprio questo paradosso permette di capire come mai Allegri sia così esigente con i suoi attaccanti, alternando i metodi spicci e bruschi alle necessarie carezze nel rapporto umano. La classica miscela tra bastone e carota per gestire i giocatori più in vista. E (anche per questo) quelli più sotto pressione. 

con rafa—  

È esattamente quello che sta accadendo con Rafa. Certo, l’infortunio del 17 agosto contro il Bari lo ha condizionato non poco. Ora come ora il suo recupero atletico stenta a produrre gli effetti sperati. Aggiungiamoci la sua indole svagata. Il risultato è quella mezz’oretta allo Stadium con due occasioni clamorose fallite. Gli strepiti di Allegri in panchina sono solo il contorno di un percorso di “riabilitazione” contrassegnato dalle urla a Milanello. Sì, perché i testimoni oculari raccontano di allenamenti all’insegna delle esortazioni dell’allenatore verso il suo gioiello in rodaggio. Max gli chiede di spingere sull’acceleratore, lui non è sempre all’altezza delle aspettative. E da qui le ramanzine più o meno pubbliche che stanno caratterizzando questo momento rossonero. Insomma, Leão è entrato in una fase delicata. 

nuova quadra—  

Anche perché nel frattempo il tecnico livornese ha trovato una nuova quadra tattica che impone al portoghese un radicale cambio di rotta per garantirsi una maglia da titolare. Con il passaggio al 3-5-2, infatti, Rafa ha posto solo come attaccante puro, se non proprio centravanti insieme a Pulisic o Gimenez. A leggere le scelte attuali è dura rivederlo dal primo minuto in campo, anche perché senza altri impegni in Europa non c’è bisogno neanche del turnover. Dunque, il Milan si aspetta una brusca inversione del giocatore, anche in estate al centro del mercato. Rafa saprà reagire in fretta? Il rischio per lui è di uscire dai radar del tecnico, ma soprattutto di perdere la fiducia dell’ambiente. Un’eclissi inaspettata da scongiurare a tutti i costi. Per tornare al passato sia Chiesa che Vlahović in più occasioni hanno risposto in maniera anche polemica ad Allegri, soprattutto quando venivano sostituiti in maniera metodica o venivano lasciati sistematicamente in panchina. In queste sue scelte c’è evidentemente anche una chiave psicologica, la volontà di mettere alla prova il carattere dei suoi giocatori. 

film diverso—  

E sotto questo profilo Leao deve confrontarsi con una realtà nuova. Nelle precedenti stagioni, ad esempio, gli è capitato anche di subire delle esclusioni punitive. Ma alla lunga l’ha sempre avuta vinta. Ora è un film diverso. Allegri ha uno spartito tattico da rispettare e l’onda vincente di un inizio di stagione promettente. E comunque, il livornese sa sempre mediare, se non proprio ondeggiare, al momento giusto. Prova ne sia che in estate sia Vlahovic che Chiesa sarebbero tornati volentieri sotto la sua guida. Una ragione ci sarà.