Una mattina il signor Porsche si è svegliato nella villa in cima alla collina con un’idea meravigliosa: costruire un tunnel che collegasse il suo garage al centro di Salisburgo. La strada attuale è piena di tornanti che non gli consentono di sguinzagliare tutti i cavalli delle fuoriserie omonime. Quando ha appreso che la collina di Salisburgo non apparteneva a lui, ma a Salisburgo, sulle prime ci dev’essere rimasto male. Però, essendo un uomo comprensivo, ha accettato di venire a patti con questa entità sconosciuta: migliaia di esseri umani che aveva sempre visto dall’alto e forse scambiato per insetti. Così si è recato dai loro rappresentanti, i politici seduti in consiglio comunale, ha aperto il portafogli e ha chiesto: «Quanto fa?». 

Già, quanto costa sforacchiare il patrimonio di una comunità per i comodi di un singolo individuo? Quarantottomila euro, gli hanno risposto i politici: tutti, da destra a sinistra. Quarantottomila euro, meno di un monolocale. Il nuovo sindaco socialdemocratico, qualunque cosa voglia ancora dire questa parola, ha avallato l’affarone con un allargar di braccia: avendo lavorato tutta la vita alla Porsche da sindacalista, non se l’è sentita di dire di no.



















































Rimasti soli — senza politici, senza sindacalisti e fra un po’ anche senza collina — gli abitanti di Salisburgo si sono uniti in un’arrabbiatura solenne, raccogliendo ventimila firme per bloccare gli scavi. Immagino il signor Porsche, lassù in villa, che si domanda: «Perché ce l’hanno con me?».

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9 ottobre 2025, 07:02 – modifica il 9 ottobre 2025 | 08:18