Il Liceo Statale “Lombardo Radice” di Catania segna un importante traguardo nel panorama scolastico siciliano. A partire dallo scorso anno, con la preside Concetta Tumminia, l’istituto ha introdotto il congedo mestruale, iniziativa di grande rilevanza sociale e sanitaria, promossa con determinazione dalla rappresentante di istituto, Emma Stramondo.
Una scelta confermata
Un segnale forte di continuità e impegno è arrivato quest’anno con la riapprovazione nei giorni scorsi del congedo da parte del neo dirigente scolastico Gianluca Rapisarda e del Consiglio d’Istituto, consolidando l’iniziativa all’interno del regolamento scolastico. Dichiara il presidente del Consiglio d’Istituto Filippo Parisi: “Questo risultato pone il ‘Lombardo Radice’ di Catania come la terza scuola in tutta la Sicilia ad adottare una misura di tale sensibilità”.
Il preside: “Progetto lungimirante”
“Data la natura dell’istituto, che vede una prevalenza di popolazione studentesca femminile“, prosegue il preside Rapisarda, “la proposta della nostra rappresentante d’Istituto di proseguire con lungimiranza con questo progetto le fa onore ed è stata una risposta diretta e concreta del Consiglio d’Istituto alle esigenze delle sue compagne”.
Come funziona il congedo mestruale
Il regolamento del congedo mestruale è stato pensato per offrire supporto e sollievo alle studentesse che soffrono di dismenorrea, ovvero i forti dolori legati al ciclo mestruale. Il sistema prevede la possibilità di usufruire di due giorni di assenza al mese che costituiranno una deroga rispetto al limite massimo di assenze annuali.
Nessun impatto sull’anno scolastico
Per accedere a questo diritto, le studentesse dovranno presentare un certificato medico rilasciato dal proprio medico di base che attesti la condizione di dismenorrea. Una volta presentato il certificato, le alunne avranno la possibilità di assentarsi per i due giorni previsti ogni mese, senza che l’assenza incida negativamente sul loro anno scolastico.
“Atto di civiltà e segnale per le donne”
“Questa iniziativa non è solo un atto di civiltà e di attenzione alla salute femminile”, conclude la rappresentante degli studenti, Emma Stramondo, “ma invia anche un forte messaggio di inclusività e riconoscimento del benessere delle studentesse all’interno dell’ambiente scolastico”.