L’assessore toscano alla Salute e candidato alle regionali chiede al Governo un impegno concreto per rafforzare il Fondo Sanitario Nazionale e garantire un sistema pubblico equo e universalistico.

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«I dati resi noti dalla Fondazione Gimbe confermano purtroppo quanto le Regioni, in prima linea nella gestione quotidiana del Servizio sanitario, denunciano da tempo: il nostro Sistema sanitario nazionale sta subendo un definanziamento strutturale e silenzioso». È con queste parole che Simone Bezzini, assessore al Diritto alla salute della Regione Toscana e candidato alle elezioni regionali del 12 e 13 ottobre, ha commentato l’ottavo rapporto Gimbe sulla sanità pubblica.

Secondo Bezzini, le risorse stanziate dal Governo «non tengono conto dell’inflazione, dell’aumento della spesa farmaceutica e dei costi energetici», elementi che incidono pesantemente sui bilanci regionali e sulla capacità di garantire servizi efficienti ai cittadini.

«La Toscana – ha proseguito – ha sempre difeso un modello sanitario pubblico, universalistico e di qualità, ma oggi più che mai abbiamo bisogno che il Governo assuma un impegno concreto: serve un piano per portare il finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale al pari della media europea, a partire già dalla prossima Legge di Bilancio.»

Bezzini ha inoltre evidenziato la necessità di rivedere i criteri di riparto del Fondo, giudicati ormai superati: «Come sottolineato anche da Gimbe, il sistema attuale rischia di penalizzare Regioni come la Toscana, che mantengono alti standard di qualità e accessibilità, ma devono fare i conti con nuovi bisogni di salute, differenze demografiche e disuguaglianze sociali. Servono criteri più equi, trasparenti e coerenti con i principi costituzionali di uguaglianza e tutela della salute.»

L’assessore ha concluso ribadendo l’impegno della Toscana nel difendere la sanità pubblica: «La nostra Regione continuerà a essere capofila nella battaglia nazionale per un Sistema sanitario universalistico ed equo, che garantisca a ogni cittadino il diritto alla salute, indipendentemente dal reddito o dal luogo di residenza.»