Nei pressi del Lago Maggiore un appartamento sospeso tra verde e azzurro racconta come uno spazio inutilizzato e con limiti strutturali possa rivelare dei punti di forza nascosti.
Chissà come sarebbe felice Cosimo Piovasco di Rondò, ovvero il protagonista de Il Barone Rampante di Italo Calvino, nel sapere che è stato di ispirazione per il progetto firmato dall’architetto Filippo Giano.
Ho immaginato che alla fine del romanzo, il protagonista, stanco dopo tanto pellegrinare tra i rami, si fosse effettivamente ritirato in una dimora più solida ma pur sempre a contatto visivo e fisico con la natura che amava
racconta Giano, che dal 2016 opera fra Milano e il Lago Maggiore occupandosi di progettazione, ristrutturazione e interni in ambito residenziale, ufficio e retail.
Eremo Cosimo consiste nel recupero di un ambiente sottotetto rimasto vuoto dagli anni Ottanta, affacciato tra gli alberi e la natura del giardino della casa famigliare su cui è costruito. L’appartamento si trova a Paruzzaro, nella provincia di Novara, in una zona collinare dell’alto Novarese al confine tra il Lago d’Orta e il Lago Maggiore. Quest’area è conosciuta come la Porta del Vergante, digradante verso la sponda occidentale del Lago Maggiore. Da qui si godono splendide vedute sullo specchio d’acqua e sulle Prealpi, in buona compagnia di un clima piacevole.
Le caratteristiche di partenza
Foto Davide Galli
Immaginiamo una sorta di scatola delimitata da pesanti solai e da una copertura in cemento armato, lasciata completamente vuota per anni. Senza partizioni o divisori, senza stanze né impianti. Si potrebbe pensare sia il paradiso del progettista, invece no: per quanto vuota, la planimetria dello spazio presentava degli importanti vincoli, come le finestrature in parte esistenti, la posizione dei volumi degli abbaini, le colonne portanti. Inoltre, materiali grezzi, mattoni, cemento e casseri in legno abbandonati caratterizzavano lo spazio. Cosa ha convinto riguardo il valore del recupero? Una fortunata esposizione al sole per l’intero arco della giornata e una vista straordinaria sugli alberi e sulla natura circostante sono stati due ottimi motivi per intraprendere la ristrutturazione con fiducia, nonostante le difficoltà iniziali.
Un’organizzazione ottimizzata
Foto Davide Galli
L’appartamento, di circa 160 metri quadrati, è composto da soggiorno e cucina, un angolo per il lavoro e lo studio, la camera da letto con cabina armadio e il bagno. La distribuzione degli spazi è stata progettata per trovare il giusto compromesso tra i vincoli dell’esistente e le nuove necessità funzionali. L’ingresso dà sulla zona giorno, ampia e luminosa, che si apre sul balcone panoramico. Le aree sociali sono ariose, aperte e fluide, mentre le aree della zona notte offrono una maggiore intimità. Sfruttando angoli, pendenze e vuoti, gli arredi fissi progettati su misura delimitano gli spazi e completano le funzioni d’uso, con particolare attenzione ai locali di servizio, che occupano la restante superficie.
Scorci di luce scenografici
Foto Davide Galli
Di giorno, la luce naturale ruota libera per tutto il suo arco dall’alba al tramonto, illuminando in modo sempre diverso le superfici come una meridiana. Mentre la sera, la luce artificiale sfrutta il riflesso e le ombre dei volumi, gli angoli, le pareti. L’illuminazione, e in particolare i corpi illuminanti, sono stati progettati specificamente per il progetto e costruiti da artigiani locali.
Il living, tempio domestico
Foto Davide Galli
Incorniciato dal soffitto spiovente, il soggiorno ha un’atmosfera solenne e accogliente al tempo stesso. Spicca la vista sul panorama circostante, mentre all’interno l’arredo è ridotto all’essenziale per lasciare parlare texture e luce. Qui emergono due esemplari della poltrona Vasilij, nota anche come sedia Modello B3, disegnata da Marcel Breuer, tra il 1925 e il 1926, mentre era direttore del laboratorio del legno presso il Bauhaus di Dessau. Ora è prodotta da Knoll.
Una parete divisoria che si fa notare
Foto Davide Galli
La separazione fra il living e le altre stanze è delegata a una parete in mattoni a vista che si distacca fortemente dallo stile neutro e pacato dell’appartamento. Una memoria del passato trasformata in elemento connotante che cromaticamente media fra il calore del parquet e il grigio ghiaccio delle pareti.
Volumi teatrali
Foto Davide Galli
Le altre stanze sono più contenute rispetto all’ampio soggiorno, tutte sfruttano i giochi di chiaro scuro e pieno-vuoto presenti. Interessante la prospettiva in cucina, quasi un obiettivo fotografico proiettato verso l’esterno, o quella che sorprende in bagno, dove la doccia è ricavata in una nicchia a spiovente. Lo studio è ricavato in un angolo del living utilizzando una libreria a giorno come divisorio, proprio sotto un lucernario.
Sul tavolo, della stessa essenza del parquet, la lampada Tolomeo disegnata per Artemide da Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina (1987), mentre a terra spunta la divertente Mayday di Konstantin Grcic per Flos (2000). La seduta è Nenè, design Paolo Vernier (2013), prodotta da Midj, la stessa che è abbinata al tavolo della cucina. Analogo criterio anche per la camera da letto, dove il grigio ghiaccio viene sostituito da una tonalità di porpora più calda e adatta a un ambiente notturno. L’abbinamento con il legno – scelto per la porta, il parquet e anche la testata del letto – mantiene un’atmosfera elegante ed essenziale.
Da un sottotetto abbandonato nasce un loft vista lago dall’atmosfera minimale e rarefatta: foto e immagini