Condividi










“Non mi sono inventato niente, cerco di spiegare fenomeni affinché vengano compresi da tutti. Le regole in questo senso sono due: ciò che dici deve essere vero e deve essere capito”. Parlava così Paolo Sottocorona, molto più di un semplice meteorologo, morto improvvisamente mercoledì all’età di 77 anni.

Era stato in onda fino a poche ore prima, apparendo attorno alle 8 prima di “Omnibus” e alle 13, all’interno de “L’Aria che tira”. Circostanze che amplificano ulteriormente lo choc e la percezione di spaesamento.

Un simbolo della rete

A La7 dal 2002 e precedentemente a Telemontecarlo, era diventato un simbolo della rete, capace di identificarla addirittura più di Enrico Mentana. Sottocorona era un fenomeno, in tutti i sensi, con il suo appuntamento quotidiano di otto minuti che spesso e volentieri totalizzava il record di share dell’intera giornata. “L’orario influisce, se facessi il meteo alle 11 totalizzerebbe meno, è normale. A inizio giornata è un momento atteso”.

Classe 1947, dopo gli studi classici si iscrisse inizialmente alla facoltà di ingegneria. La passione per la meteorologia giunse solo in seguito. “Dovevo fare il militare e da lì cominciai l’esperienza nel servizio meteorologico. Per un po’ di tempo riuscii a lavorare e a dare esami, l’equilibrio però si ruppe. Rallentai con gli esami e giunsi al bivio, o facevo l’ingegnere o il meteorologo. Scelsi la seconda strada. Alla laurea mi mancavano 6-7 esami, ma due percorsi contemporaneamente non riuscivo a seguirli. A quel punto feci il concorso per passare di ruolo e diventai Ufficiale in servizio permanente e non più temporaneo. Rimasi nel servizio meteo per 25 anni, per lasciare e continuare come free lance”.

Se la Rai si affida da sempre all’Aeronautica Militare e Mediaset a Meteo.it, La7 dal 2018 porta avanti un accordo commerciale con 3BMeteo. Eppure Sottocorona non se n’era mai andato, costruendosi un suo orticello invalicabile e riconoscibile. Un vero e proprio mondo a parte.

Sapeva di essere un unicum

Interpellato lo scorso luglio da Today, non rinunciò all’ironia: “Chiesero a Einstein come mai andasse spesso a trovare il bambino della vicina e rispose che a lui piacevano le sue merende e che al piccolo piaceva come svolgeva i compiti di matematica. Va da sé che io non sono Einstein, ma evidentemente a qualcuno piace come faccio i compiti”.

Sapeva di essere un unicum: “Credo che più che delle previsioni di Sottocorona, si possa parlare delle previsioni secondo Sottocorona. Forse cambia il modo di condividerle con chi mi segue, rispetto agli altri colleghi. Sicuramente ci metto del mio, aggiungo informazioni, commenti, qualche riflessione sul tempo e sulla vita, non è la previsione nuda e cruda. E poi ci sono le apprezzatissime foto meteorologiche che mi mandano”. Sì perché oltre alle previsioni, Paolo aveva attivato una fitta corrispondenza con il pubblico, tra suggerimenti, curiosità e immagini trasmesse nel corso del suo piccolo spazio. Un rapporto diretto, confidenziale, che generava una inevitabile empatia: “Svolgo questo lavoro nel modo che penso che sia tecnicamente migliore, ci metto tutto l’impegno. Sono contento quando le persone mi fermano per strada dicendomi che capiscono ciò che dico”.

Il rapporto di affetto (e rispetto) con il pubblico

D’estate, periodo in cui si scatenavano gli allarmisti, Sottocorona metteva la corazza e si lanciava in battaglia. “Una delle mode che non sopporto è quella dei nomi dati alle ondate di calore: Caronte, Lucifero e così via. Si scimmiottano i meccanismi degli uragani in America. Ma là hanno normative ben precise, non puoi attribuire i primi nomi che ti vengono in mente. Qua invece un sito si inventa un nome e tutti gli vanno dietro a ruota”.

Profondamente rispettoso del suo pubblico, nelle sue analisi non oltrepassava mai le settantadue ore: “Le previsioni a tre giorni sono una linea di tendenza. Oltre i cinque giorni si entra nella nebbia, a sette già si sballa, soprattutto nella cronologia. Se il lunedì vuoi sapere se la domenica successiva piove perché devi sposarti, non posso fornirti certezze”. Già, i matrimoni. La gente lo consultava davvero in vista delle nozze: “E non solo: anche per comunioni, gite, fiere e per le tappe del Giro d’Italia!”.

Il meteo continuerà certamente ad esistere. Di Sottocorona, al contrario, non ne nasceranno più.