Le rappresentanze sindacali della Fondazione Teatro La Fenice “respingono con fermezza le accuse infondate e offensive di sessismo mosse dal sovrintendente Nicola Colabianchi” nella vertenza contro la nomina del maestro Beatrice Venezi a direttore musicale stabile. I sindacati, all’indomani della proclamazione di uno sciopero per il 17 ottobre, in modo da far saltare la prima rappresentazione di Wozzeck di Alban Berg, accusano Colabianchi di aver strumentalizzato il dibattito sulla nomina di Venezi per screditare il dissenso interno.
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a cura della redazione Spettacoli
05 Ottobre 2025
“Durante le oltre quattro ore di incontro tenutesi mercoledì 8 ottobre al Teatro La Fenice, alla presenza del sindaco di Venezia, non è mai stato fatto alcun riferimento né diretto né indiretto al sesso o alle posizioni politiche della neo nominata direttrice musicale Beatrice Venezi”, scrivono i sindacati in un comunicato unitario. “Il confronto si è svolto interamente su un piano professionale, fondato su elementi oggettivi e documentati relativi al curriculum artistico della persona designata – si legge nella nota – Le accuse di sessismo rappresentano un tentativo inaccettabile di delegittimare il dissenso interno, svilendo la legittimità delle istanze espresse dai lavoratori e oscurando il reale contenuto delle nostre critiche”.
“Alla luce di questo ultimo punto ci poniamo le seguenti domande: perché il sovrintendente sente il bisogno di spostare il dibattito su un piano politico anziché su quello tecnico e artistico? Perché questa nomina ha richiesto un vero e proprio blitz? Dov’è il sostegno da parte di musicisti o professionisti del settore? Leggiamo sempre e solo dichiarazioni politiche da parte di politici – concludono i sindacati – Per questi motivi, è ormai chiaro che la fiducia inizialmente accordata al sovrintendente è venuta meno. In queste condizioni, non sussistono più i presupposti per una futura collaborazione”.
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Intanto, sulle pagine di Gente, a commentare la vicenda è il violinista Uto Ughi. “Non c’entrano né il sessismo né la politica: è questione di curriculum e talento. Lei non ha la statura per quel ruolo”. Un giudizio tranchant, che prosegue così: “Ci sono tanti giovani di talento che non sono mai invitati a fare concerti perché non sono appoggiati da nessuno: devono espatriare per avere sbocchi di lavoro e costruirsi un curriculum. Se davanti gli si mette un direttore che al momento non ha la statura per farlo, è normale che si facciano sentire”. Il sessismo non c’entra, dice il maestro. “Molte altre direttrici sono venute prima di Beatrice Venezi, ma non hanno sollevato alcuna polemica. Nella musica classica non esiste uomo, donna, giovane, meno giovane. Esistono solo talento e curriculum”.