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Redazione Scuola
Corsa contro il tempo per avere le graduatorie pronte entro l’estate come richiesto dal Pnrr. I sindacati: posti banditi su dati previsionali, rischio liste d’attesa
Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato i due attesissimi bandi per il terzo e ultimo concorso docenti previsto dal Pnrr. In palio ci sono 58.135 posti, così ripartiti: 27.376 per la scuola primaria e dell’infanzia e 30.759 per le scuole medie e superiori. I posti comuni sono 50.866 e i posti di sostegno 7.269. Le istanze potranno essere presentate dalle ore 14.00 del 10 ottobre fino alle ore 23.59 del 29 ottobre 2025. Le commissioni d’esame dovranno correre perché, per centrare l’obiettivo previsto dal Pnrr, la graduatoria con i nomi dei vincitori dovrà essere pronta entro il 30 giugno 2026. Il governo ha le mani legate: si è impegnato con Bruxelles ad assumere in tutto 70 mila nuovi docenti. Con le prime due tornate concorsuali sono entrati in ruolo già circa 40-45 mila insegnanti, ne mancano ancora circa 30 mila.
Corsa contro il tempo
La forzatura dei tempi imposta dagli accordi presi con la Commissione europea ha sollevato un coro di critiche da parte dei sindacati. In particolare viene fatto notare che il Ministero ha bandito i posti del «Pnrr 3» senza che siano ancora noti i numeri effettivi delle immissioni in ruolo di quest’anno. Secondo gli ultimi dati resi noti dalla Cisl, finora sarebbero state effettuate poco meno di 30 mila assunzioni sulle 48.500 autorizzate dal Mef a luglio, a cui dovrebbero aggiungersi entro la fine dell’anno altre 4.00o assunzioni prese dalle graduatorie tardive del «Pnrr 2». Ma al momento non è ancora dato sapere con esattezza quanti posti, di quali materie e dove, sono rimasti vacanti e quanti invece hanno già una lunga lista di precari in attesa. Oltre ai vincitori dei precedenti concorsi non ancora saliti in cattedra, bisogna tener conto infatti anche di quella riserva del 30 per cento di idonei che hanno diritto comunque all’assunzione in subordine ai vincitori. Lo stesso Ministero ha spiegato che i numeri di quest’ultima tornata sono stati calcolati in maniera diversa rispetto agli altri concorsi, tenendo conto anche dei pensionamenti previsti da qui al 2027-28, e che le assunzioni andranno spalmate su tre anni. «Il rischio – ha spiegato detto la Flc Cgil – è quello di bandire un concorso dove ci sono graduatorie già capienti e idonei da assumere, per i quali il calvario della precarietà rischia di allungarsi ulteriormente».
Chi può partecipare al concorso
Per la scuola primaria e dell’infanzia possono partecipare tutti coloro che sono in possesso della laurea in Scienze della Formazione primaria o del diploma magistrale conseguito entro il 2001/2. Per chi vuole insegnare alle medie e alle superiori, invece, dal 2022 (riforma Bianchi), oltre alla laurea è richiesto un titolo abilitante, che si ottiene sostenendo un certo numero di esami (l’equivalente di 60 crediti formativi universitari) in discipline psicopedagogiche e didattiche o, nel caso del sostegno, frequentando un corso di specializzazione (universitario o tenuto dall’Indire). Sono ammessi con riserva anche coloro che conseguiranno il titolo entro il 31 gennaio del 2026, ma non sarà più possibile partecipare a chi ha soltanto 24 o 30 Cfu in tasca. Fanno eccezione i precari che negli ultimi 5 anni hanno insegnato per almeno tre anni consecutivi di cui almeno uno sulla specifica classe di concorso: a loro non è richiesta l’abilitazione.
Come funziona la prova concorsuale
Le prove sono uguali a quelle degli altri concorsi Pnrr. Si comincia con la prova scritta, che viene svolta al computer: 50 quesiti a risposta multipla, da svolgere in 100 minuti, su argomenti di ambito pedagogico, psicopedagogico e didattico-metodologico; la prova comprende inoltre quesiti volti ad accertare la conoscenza della lingua inglese e le competenze digitali.
La prova orale, invece, è volta all’accertamento delle conoscenze e delle competenze del candidato sulla disciplina per la quale partecipa (italiano, matematica, eccetera), oltre che sulle competenze didattiche generali e specifiche della singola materia che verranno messe alla prova attraverso la simulazione di una lezione. Alla prova orale è ammesso un numero massimo di docenti pari a tre volte i posti messi a bando nella regione per la singola classe di concorso o tipologia di posto. Sia per la prova scritta che per l’orale il punteggio minimo per il superamento della prova è di 70/100. Ai titoli accademici, scientifici e professionali è assegnato un punteggio massimo di 50 punti.
È possibile presentare domanda in un’unica regione, per una sola classe di concorso distintamente per la scuola secondaria di primo e secondo grado e per le relative procedure sul sostegno.
10 ottobre 2025 ( modifica il 10 ottobre 2025 | 14:18)
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