Le quote dei bookmaker la dicono lunga su chi é il principale indiziato come vincitore del Giro di Lombardia. L’ennesimo trionfo di Tadej Pogacar oscilla tra 1,25 ed 1,10. Il più vicino al campione del mondo é Remco Evenepoel, dato 7,5 volte la posta. E gli italiani? Assente Giulio Ciccone, per gli altri sono disponibili solo ruoli da comprimari.
L’ultimo ‘Monumento’ del 2025 – 241 chilometri da Como a Bergamo, incastonato tra i laghi e le montagne lombarde – ha una splendida location, ma difetta d’incertezza, visto che il 27enne Tadej ha fatto della “classica delle foglie morte” il suo terreno di caccia preferito. Quattro partecipazioni, altrettanti successi. Con il quinto eguaglierebbe Fausto Coppi, il “Campionissimo”, che trionfò nel 1946, 1947, 1948, 1949 e 1954.
Sarebbe però il primo a vincere per cinque anni di fila. Il messicano Isaac Del Toro, suo ipotetico erede, Evenepoel – che correrà la sua ultima corsa con i colori della Soudal Quick-Step prima di unirsi alla Red Bull-Bora -, Tom Pidcock, Primoz Roglic o Ben Healy tenteranno di sbarrargli la strada.
Ma le speranze di battere il fuoriclasse della UAE, dominatore delle ultime tre corse – Mondiale su strada, Europeo e Tre Valli Varesine – sono scarse, sia in volata che al termine di una fuga. Su un percorso che sembra una tappa di montagna, si può intuire che Pogacar attaccherà sulle salite finali, molto ripide, del Passo di Ganda, la cui cima é a 31 km dal traguardo di Bergamo.
“Sono super motivato, in buona forma, le gambe girano bene e la squadra è forte”, avverte lo sloveno, alla guida di un gruppo che vanta già 92 vittorie in questa stagione. “Il Lombardia é uno dei miei grandi obiettivi in ;;questo ultimo blocco di gare” aggiunge. Gli avversari provano a scherzarci sopra. “La tattica? Sarà lottare per il secondo posto” aveva previsto il francese Victor Lafay alla partenza della Tre Valli Varesine, dove l’aveva brevemente accompagnato, prima di arrendersi ai ritmi di ‘Pogi’, che con le sue imprese solitarie trasforma l’ultima ora di gara in una cronometro.
“Pogacar è allo stesso tempo la bellezza e la brutalità del ciclismo moderno”, ha riassunto Alberto Bettiol al sito web cyclingnews. “Rende il ciclismo bello da guardare perché è forte come Eddy Merckx e infrange tutti i record. Il lato brutto è che inizi una gara sapendo che è quasi impossibile batterlo”. E non da oggi, visto che la scorsa stagione ha vinto 25 gare, rispetto alle 19 di quest’anno e alle 17 del 2023. Qualcuno comincia a stancarsi di tanta straripante superiorità. Ma finché Pogacar non sarà sazio, la concorrenza dovrà rassegnarsi a considerare un successo giungere alle sue spalle.
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