Pallacanestro CantùFoto Sergio Mazza / Ciamillo-Castoria

Dopo la pesante sconfitta subita a Trento nella prima giornata di campionato, in casa Pallacanestro Cantù è tempo di riflessioni. Due ex simboli della squadra, Salvatore Parrillo e Roberto Di Giuliomaria, raccontano a La Provincia come si affrontano giornate così difficili e come da questi momenti si possa ripartire più forti di prima.

Parrillo: «Serve onestà, la Serie A è un altro sport rispetto all’A2»

L’ex capitano Salvatore “Sasà” Parrillo, oggi convalescente dopo un intervento alla schiena, conosce bene cosa significhi vivere sconfitte pesanti.
«Fu una giornata complicata – ricorda – quando perdemmo di 43 punti a Capo d’Orlando. In quei momenti serve solo rimboccarsi le maniche e reagire. È un dispiacere per sé stessi, per i compagni e per i tifosi. Ma bisogna essere onesti: la Serie A è un altro sport rispetto all’A2».

Parrillo sottolinea come la massima serie richieda una preparazione diversa:
«In A la fisicità e l’intensità sono molto più alte. Non basta l’impegno, serve tempo per adattarsi. Anche noi, dopo quella sconfitta, trovammo forza dal nostro pubblico e migliorammo partita dopo partita».

«Lavoro e compattezza: la strada giusta per rialzarsi»

Parrillo invita la squadra a mantenere compattezza e fiducia:

«Conosco Cantù e i suoi tifosi: non mollano mai. Sono certo che il gruppo ritroverà equilibrio e spirito. I canturini non meritano sconfitte così, ma hanno la pazienza e la passione per vedere una reazione».

Di Giuliomaria: «L’importante è reagire e riallinearsi con l’intensità della categoria»

A condividere la stessa visione è Christian Di Giuliomaria, oggi dirigente ma un tempo protagonista in campo:

«Nel 1999 subimmo un pesante -38 a Bologna contro la Virtus – racconta – ma quella batosta ci servì. In settimana lavorammo duramente e alla fine riuscimmo a invertire la rotta. È nei momenti più difficili che si costruiscono le squadre forti».

Di Giuliomaria invita la Pallacanestro Cantù a prendere esempio:

«Serve reagire con intensità, riallinearsi ai ritmi della Serie A. Dopo anni di A2, l’impatto può essere duro, ma questa società sa come ricompattarsi e tornare a vincere».

Una lezione per ripartire

Nonostante la delusione, a Cantù prevale l’orgoglio e la voglia di riscatto. Le parole degli ex diventano un messaggio di speranza: lavorare, restare uniti e riportare la squadra ai livelli che i tifosi meritano.

Come ricorda Parrillo:

“La differenza tra Serie A e A2 è enorme, ma Cantù ha l’anima giusta per rialzarsi. Bisogna solo crederci.”