di
Luigi Ferrarella
Il primo decesso giovedì sera, l’altro venerdì mattina, in due differenti reparti dell’Istituto. Carcere blindato e scientifica al lavoro: perquisizioni e rilievi per tutta la mattinata ma «nessuna traccia di droga all’interno dell’Istituto»
Due detenuti del carcere milanese di San Vittore sono morti nel giro di dodici ore e altri due sono stati ricoverati in ospedale, per fortuna in condizioni non gravi, tali da consentirne, questa mattina, il rientro in Istituto. La prima persona reclusa, un 36enne peruviano, è morta giovedì sera alle 20 al Policlinico, la seconda, un 48enne marocchino, invece, è deceduta alle 8 di venerdì mattina. Gli altri due sono italiani. Al momento, non si conoscono le cause precise dei due decessi.
I quattro detenuti erano in reparti diversi e non c’è alcun segnale che farebbe pensare a suicidi attuati o tentati contemporaneamente. Nessuno dei quattro eventi critici, infatti, è avvenuto in contesti di episodi di violenza. Non c’è alcuna rivolta in corso né c’era stato alcun tipo di scontro tra detenuti.
I primi accertamenti clinici, combinati al fatto che tutti e quattro i detenuti fossero in posti diversi, lasciano supporre che sia stato l’effetto del consumo di sostanze stupefacenti evidentemente tagliate male. È escluso che ci sia stata un’intossicazione, legata a cibo, acqua o aria all’interno dell’Istituto.
Carcere blindato in mattinata e oggetto di perquisizioni e rilievi scientifici disposti non soltanto per capire che cosa possa aver accomunato le cause di quanto avvenuto, ma soprattutto per bloccare la diffusione dell’eventuale stupefacente all’origine delle morti e quindi prevenire altri danni ai detenuti che dovessero ancora consumarle. A questo scopo, le perquisizioni sono state svolte anche con l’aiuto di cani addestrati a fiutare la droga. Perquisizioni che, comunica il Provveditorato, «hanno dato esito negativo». Nello stesso tempo, la direzione del carcere e il comando degli agenti penitenziari stanno studiando i profili dei quattro detenuti per tentare di individuare il punto di contatto che devono evidentemente aver avuto e che potrebbe spiegare il modo in cui lo stupefacente è entrato in carcere e i contemporanei effetti su tutti e quattro. Sotto questo punto di vista, in particolare, si stanno approfondendo le cause della morte del detenuto deceduto stamattina per verificare se anche il suo caso sia collegato o meno agli altri tre. Una nota del Provveditorato regionale delle carceri, infatti, spiega che «una morte sarebbe riconducibile alla presunta assunzione di oppiacei, mentre la seconda è per altre cause (emorragia gastrica)».
Sin da giovedì notte il Provveditorato regionale delle carceri, l’Ats-San Paolo (cioè l’autorità sanitaria competente sul carcere di San Vittore) e la Procura sono sul posto per chiarire la dinamica dei fatti.
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10 ottobre 2025 ( modifica il 10 ottobre 2025 | 14:01)
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